Work autonomy, low degree of formalization, and unconventional organizational structure character-ize academic work. These features make academics free to choose their work location, differently from other knowledge workers, whose work location choices are more constrained. In recent decades, thanks to the diffusion of information and communication technologies, academics have increasingly performed their research work outside university campuses, in off-campus locations (e.g., their own houses, public libraries, dedicated laboratories, firm premises, or even coworking spaces, cafés, and parks). The university campus moved beyond a static space to a more blurred place that alternatively includes multiple locations (i.e., the university, the home, and other third spaces). The recent pandemic exacerbated this trend. Despite the increasing diffusion of this phenomenon, up to now, scholars have paid little attention to why and how academics choose the location of their research work. Moreover, it is not clear whether such choices influence their work outcomes. This PhD project explores academics’ spatial practices for research on- and off-campus and the role of the physical workspaces in influencing the choice to work either on- or off-campus, stimulating ac-ademic productivity, and shaping the academic work experience. Overall, this thesis takes advantage of the Covid-19 pandemic period as a privileged time frame to study academic work. This research aims at providing a first interpretation of the disruptive Covid-working period and its potential long-term consequences on academic work. Namely, this research aims at (a) identifying academics’ loca-tion choices for research activities among university, home, and other third spaces; (b) measuring the effects of these location choices on- and off-campus on academic productivity; and (c) understand-ing key spatial implications of academic work in those multiple locations (university, home, and other third spaces). To reach these objectives, this thesis adopts a mixed-method approach, including econometric analy-sis of survey data (7,865 responses) on the whole population of Italian tenured academics, secondary data, scraped from public databases on academic productivity (i.e., Scopus Database), and 22 inter-views with academics from three public universities in Milan as well as visual data. Drawing upon these analyses, this thesis posits four important scientific contributions. First, this research brings new empirical evidence about academic location choices by recognizing four clusters: Home-centric, Between home and university, Multi-located and University-centric. Second, this research synthetizes the different determinants of location choices in academia. Each of the four clusters is explained by different determinants. Mostly, work-related factors (i.e., discipline) influence location choices. However, workspace-related factors (i.e., on-campus workspace spatial quality, the need for a laboratory and commuting time) are crucial factors for work location decisions. Finally, private life-related factors (i.e., living with school children or a partner) and demographic fac-tors (i.e., gender) push academics in increasing work-from-home. Third, this thesis finds that working from the university during the Covid-19 pandemic increases aca-demic productivity more than any other location choice, while working from home negatively influ-ences productivity. Noteworthy, the relation between each location choice and academic productivity strongly depends on the characteristics of the workspace at home and on-campus as well as on indi-vidual traits such as gender. Fourth, referring to Lefebvre’s spatial theory, this thesis reveals how academics produce their work-space within and beyond the boundaries of their university campuses. Spatial practices across multiple workspaces span from losing the workspace in favour of the accelerated rhythms of academic work and university obligations (i.e., domination of space), towards recovering the workspace through strategies for protecting work freedom and autonomy (i.e., appropriation of space). From a practical perspective, this thesis identifies some approaches that universities decision makers and academics themselves should consider when designing future policies and future spaces for academic work.

Il lavoro accademico è caratterizzato da autonomia lavorativa, basso grado di formalizzazione e struttura organizzativa non convenzionale. Queste caratteristiche rendono gli accademici liberi di scegliere dove lavorare, a differenza di altri lavoratori della conoscenza, la cui scelta del luogo di lavoro è più vincolata. Negli ultimi decenni, grazie alla diffusione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, gli accademici hanno svolto il loro lavoro di ricerca sempre più spesso al di fuori dei campus universitari, in luoghi esterni al campus (ad esempio, le loro case, le biblioteche pubbliche, i laboratori dedicati, le sedi delle aziende, o anche gli spazi di coworking, i bar e i parchi). Il campus universitario è mutato, diventando un luogo dai bordi sfumati che comprende alternativamente più sedi (ad esempio, l'università, la casa e altri spazi terzi). La recente pandemia ha esacerbato questa tendenza. Nonostante la crescente diffusione di questo fenomeno, gli studiosi hanno prestato poca attenzione al perché e al come gli accademici scelgono il luogo in cui svolgere il proprio lavoro di ricerca. Inoltre, non è chiaro se tali scelte influenzino i risultati del loro lavoro. Questo progetto di dottorato esplora le pratiche spaziali degli accademici dentro e fuori i campus universitari e il ruolo dello spazio fisico nell'influenzare la scelta sul dove lavorare, nello stimolare la produttività accademica e nel modulare più in generale l'esperienza lavorativa. Nel complesso, questa tesi ha sfruttato il periodo della pandemia di Covid-19 come un arco temporale privilegiato per studiare il lavoro accademico. Questa ricerca mira, infatti, a fornire una prima interpretazione del periodo dirompente della Covid-19 e delle sue potenziali conseguenze a lungo termine sul lavoro accademico. In particolare, questa ricerca mira a (a) identificare le scelte di localizzazione degli accademici per le attività di ricerca tra università, casa e altri spazi terzi; (b) misurare gli effetti di queste scelte di localizzazione all'interno e all'esterno del campus sulla produttività accademica; e (c) comprendere le principali implicazioni spaziali del lavoro accademico in questi luoghi multipli (università, casa e altri spazi terzi). Per raggiungere questi obiettivi, questa tesi adotta un approccio mixed-method, che include l'analisi econometrica dei dati di una survey (7.865 risposte) sull'intera popolazione degli accademici di ruolo italiani, dati secondari, estratti da database pubblici sulla produttività accademica (Scopus Database), e 22 interviste con accademici di tre università pubbliche di Milano, oltre a dati visivi quali disegni e fotografie. Sulla base di queste analisi, questa tesi propone quattro importanti contributi scientifici. In primo luogo, questa ricerca porta nuove evidenze empiriche su dove gli accademici lavorano, riconoscendo quattro cluster localizzativi: Casa-centrico, Tra casa e università, Multi-localizzato e Università-centrico. In secondo luogo, questa ricerca sintetizza le diverse determinanti delle scelte di localizzazione in ambito accademico. Ciascuno dei quattro cluster è spiegato da diversi fattori determinanti. In prevalenza, i fattori legati al lavoro (ad esempio, la disciplina) influenzano le scelte. Tuttavia, i fattori legati allo spazio di lavoro (ad esempio, la qualità dello spazio di lavoro all'interno del campus, la necessità di un laboratorio e il tempo di pendolarismo) sono fattori cruciali per le decisioni di localizzazione. Infine, i fattori legati alla vita privata (ad esempio, vivere con i figli o con il partner) e i fattori demografici (ad esempio, il genere) spingono gli accademici ad aumentare il lavoro da casa. In terzo luogo, questa tesi rileva che lavorare dall'università durante la pandemia di Covid-19 aumenta la produttività degli accademici più di qualsiasi altra scelta di sede, mentre lavorare da casa influenza negativamente la produttività. La relazione tra ogni scelta di sede e la produttività accademica dipende fortemente dalle caratteristiche dello spazio di lavoro a casa e nel campus, oltre che da caratteristiche individuali come il genere. In quarto luogo, facendo riferimento alla teoria spaziale di Lefebvre, questa tesi rivela come la "produzione dello spazio" di lavoro avvenga sia all'interno che al di fuori dei confini dei campus universitari. Gli accademici limitano la loro presenza in uno spazio fisso e dedicato a favore dei ritmi accelerati del lavoro e degli obblighi universitari (quello che Lefebvre chiama 'spazio dominato'); essi poi recuperano il loro spazio tramite strategie spaziali volte a proteggere la propria libertà localizzativa e l'autonomia del loro lavoro (quello che Lefebvre chiama 'appropriazione dello spazio'). Da un punto di vista pratico, questa tesi identifica alcuni approcci che i decision-makers universitari e gli stessi accademici dovrebbero prendere in considerazione nel progettare le future politiche e i futuri spazi per il lavoro accademico.

In search of an alternative workspace : disclosing academics' spatial practices and productivity within and beyond the campus

Migliore, Alessandra
2022/2023

Abstract

Work autonomy, low degree of formalization, and unconventional organizational structure character-ize academic work. These features make academics free to choose their work location, differently from other knowledge workers, whose work location choices are more constrained. In recent decades, thanks to the diffusion of information and communication technologies, academics have increasingly performed their research work outside university campuses, in off-campus locations (e.g., their own houses, public libraries, dedicated laboratories, firm premises, or even coworking spaces, cafés, and parks). The university campus moved beyond a static space to a more blurred place that alternatively includes multiple locations (i.e., the university, the home, and other third spaces). The recent pandemic exacerbated this trend. Despite the increasing diffusion of this phenomenon, up to now, scholars have paid little attention to why and how academics choose the location of their research work. Moreover, it is not clear whether such choices influence their work outcomes. This PhD project explores academics’ spatial practices for research on- and off-campus and the role of the physical workspaces in influencing the choice to work either on- or off-campus, stimulating ac-ademic productivity, and shaping the academic work experience. Overall, this thesis takes advantage of the Covid-19 pandemic period as a privileged time frame to study academic work. This research aims at providing a first interpretation of the disruptive Covid-working period and its potential long-term consequences on academic work. Namely, this research aims at (a) identifying academics’ loca-tion choices for research activities among university, home, and other third spaces; (b) measuring the effects of these location choices on- and off-campus on academic productivity; and (c) understand-ing key spatial implications of academic work in those multiple locations (university, home, and other third spaces). To reach these objectives, this thesis adopts a mixed-method approach, including econometric analy-sis of survey data (7,865 responses) on the whole population of Italian tenured academics, secondary data, scraped from public databases on academic productivity (i.e., Scopus Database), and 22 inter-views with academics from three public universities in Milan as well as visual data. Drawing upon these analyses, this thesis posits four important scientific contributions. First, this research brings new empirical evidence about academic location choices by recognizing four clusters: Home-centric, Between home and university, Multi-located and University-centric. Second, this research synthetizes the different determinants of location choices in academia. Each of the four clusters is explained by different determinants. Mostly, work-related factors (i.e., discipline) influence location choices. However, workspace-related factors (i.e., on-campus workspace spatial quality, the need for a laboratory and commuting time) are crucial factors for work location decisions. Finally, private life-related factors (i.e., living with school children or a partner) and demographic fac-tors (i.e., gender) push academics in increasing work-from-home. Third, this thesis finds that working from the university during the Covid-19 pandemic increases aca-demic productivity more than any other location choice, while working from home negatively influ-ences productivity. Noteworthy, the relation between each location choice and academic productivity strongly depends on the characteristics of the workspace at home and on-campus as well as on indi-vidual traits such as gender. Fourth, referring to Lefebvre’s spatial theory, this thesis reveals how academics produce their work-space within and beyond the boundaries of their university campuses. Spatial practices across multiple workspaces span from losing the workspace in favour of the accelerated rhythms of academic work and university obligations (i.e., domination of space), towards recovering the workspace through strategies for protecting work freedom and autonomy (i.e., appropriation of space). From a practical perspective, this thesis identifies some approaches that universities decision makers and academics themselves should consider when designing future policies and future spaces for academic work.
SCAIONI, MARCO
BUFFOLI, MADDALENA
COLOMBO, MASSIMO GAETANO
ROSSI, CRISTINA
TAGLIARO, CHIARA
19-dic-2022
In search of an alternative workspace : disclosing academics' spatial practices and productivity within and beyond the campus
Il lavoro accademico è caratterizzato da autonomia lavorativa, basso grado di formalizzazione e struttura organizzativa non convenzionale. Queste caratteristiche rendono gli accademici liberi di scegliere dove lavorare, a differenza di altri lavoratori della conoscenza, la cui scelta del luogo di lavoro è più vincolata. Negli ultimi decenni, grazie alla diffusione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, gli accademici hanno svolto il loro lavoro di ricerca sempre più spesso al di fuori dei campus universitari, in luoghi esterni al campus (ad esempio, le loro case, le biblioteche pubbliche, i laboratori dedicati, le sedi delle aziende, o anche gli spazi di coworking, i bar e i parchi). Il campus universitario è mutato, diventando un luogo dai bordi sfumati che comprende alternativamente più sedi (ad esempio, l'università, la casa e altri spazi terzi). La recente pandemia ha esacerbato questa tendenza. Nonostante la crescente diffusione di questo fenomeno, gli studiosi hanno prestato poca attenzione al perché e al come gli accademici scelgono il luogo in cui svolgere il proprio lavoro di ricerca. Inoltre, non è chiaro se tali scelte influenzino i risultati del loro lavoro. Questo progetto di dottorato esplora le pratiche spaziali degli accademici dentro e fuori i campus universitari e il ruolo dello spazio fisico nell'influenzare la scelta sul dove lavorare, nello stimolare la produttività accademica e nel modulare più in generale l'esperienza lavorativa. Nel complesso, questa tesi ha sfruttato il periodo della pandemia di Covid-19 come un arco temporale privilegiato per studiare il lavoro accademico. Questa ricerca mira, infatti, a fornire una prima interpretazione del periodo dirompente della Covid-19 e delle sue potenziali conseguenze a lungo termine sul lavoro accademico. In particolare, questa ricerca mira a (a) identificare le scelte di localizzazione degli accademici per le attività di ricerca tra università, casa e altri spazi terzi; (b) misurare gli effetti di queste scelte di localizzazione all'interno e all'esterno del campus sulla produttività accademica; e (c) comprendere le principali implicazioni spaziali del lavoro accademico in questi luoghi multipli (università, casa e altri spazi terzi). Per raggiungere questi obiettivi, questa tesi adotta un approccio mixed-method, che include l'analisi econometrica dei dati di una survey (7.865 risposte) sull'intera popolazione degli accademici di ruolo italiani, dati secondari, estratti da database pubblici sulla produttività accademica (Scopus Database), e 22 interviste con accademici di tre università pubbliche di Milano, oltre a dati visivi quali disegni e fotografie. Sulla base di queste analisi, questa tesi propone quattro importanti contributi scientifici. In primo luogo, questa ricerca porta nuove evidenze empiriche su dove gli accademici lavorano, riconoscendo quattro cluster localizzativi: Casa-centrico, Tra casa e università, Multi-localizzato e Università-centrico. In secondo luogo, questa ricerca sintetizza le diverse determinanti delle scelte di localizzazione in ambito accademico. Ciascuno dei quattro cluster è spiegato da diversi fattori determinanti. In prevalenza, i fattori legati al lavoro (ad esempio, la disciplina) influenzano le scelte. Tuttavia, i fattori legati allo spazio di lavoro (ad esempio, la qualità dello spazio di lavoro all'interno del campus, la necessità di un laboratorio e il tempo di pendolarismo) sono fattori cruciali per le decisioni di localizzazione. Infine, i fattori legati alla vita privata (ad esempio, vivere con i figli o con il partner) e i fattori demografici (ad esempio, il genere) spingono gli accademici ad aumentare il lavoro da casa. In terzo luogo, questa tesi rileva che lavorare dall'università durante la pandemia di Covid-19 aumenta la produttività degli accademici più di qualsiasi altra scelta di sede, mentre lavorare da casa influenza negativamente la produttività. La relazione tra ogni scelta di sede e la produttività accademica dipende fortemente dalle caratteristiche dello spazio di lavoro a casa e nel campus, oltre che da caratteristiche individuali come il genere. In quarto luogo, facendo riferimento alla teoria spaziale di Lefebvre, questa tesi rivela come la "produzione dello spazio" di lavoro avvenga sia all'interno che al di fuori dei confini dei campus universitari. Gli accademici limitano la loro presenza in uno spazio fisso e dedicato a favore dei ritmi accelerati del lavoro e degli obblighi universitari (quello che Lefebvre chiama 'spazio dominato'); essi poi recuperano il loro spazio tramite strategie spaziali volte a proteggere la propria libertà localizzativa e l'autonomia del loro lavoro (quello che Lefebvre chiama 'appropriazione dello spazio'). Da un punto di vista pratico, questa tesi identifica alcuni approcci che i decision-makers universitari e gli stessi accademici dovrebbero prendere in considerazione nel progettare le future politiche e i futuri spazi per il lavoro accademico.
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