Relazioni spazio-tipo Il progetto per l’ampliamento del Civico Museo Diocesano di Milano, anche attraverso il coinvolgimento del costruito residenziale con affaccio sul Parco delle Basiliche adiacente, diviene occasione per un intervento che si incarichi di organizzare la distribuzione di quell’intensità tipica del Ticinese negli spazi potenziali interclusi fra corso e parco. Un sistema di spazi definito dagli edifici di museo e residenza collocati secondo una logica che li vede parti discrete di un sistema ove l’elemento strutturante è lo spazio. Un “poché urbano” fatto di spazi portanti intervallati da edifici pubblici e semipubblici, ognuno riconoscibile tipologicamente. La scelta di non ripetere una tipologia vuole garantire la subordinazione di tali parti autonome rispetto ciò che di pubblico si sceglie di far prevalere, lo spazio. Esso collabora con la funzione museale attraverso edifici che ne svelano gli spazi espositivi e non manca di relazionarsi in modo molteplice al Corso di Porta Ticinese e al Parco delle Basiliche, proponendo connessioni veloci o lente che diano valore anche all’esistente e permettano esperienze spaziali del progettato fatte di viste in successione in continuità con la complessità del contesto. L’intervento vuole riferirsi al tessuto costruito della città più che al vicino complesso monumentale, predilige una comprensione del progetto fatta di momenti e viste successive, piuttosto che una percezione totale , immediata e scultorea. Il lavoro mira a una città che si costruisca e strutturi a partire dallo spazio che assume il significato di quel “poché” storicamente abbinato al muro che definisce la forma interna di un edificio. La risposta alle esigenze della contemporaneità sta nel riferirsi al tessuto diffuso e non al monumento, è dalla “regola” della residenza costruitasi nel tempo (così forte per storia e qualità nel Ticinese) che si scelgono la scala degli elementi e le loro proporzioni. Per una città fatta di opere civili, che non parlino di esse stesse singolarmente, ma dell’idea di città che, solo nell’insieme dei tipi e dei linguaggi delle sue parti, può proporsi in continuità con la sua storia.

Poché urbano. Milano Ticinese : progetto per l'ampliamento del Museo Diocesano e l'integrazione del costruito residenziale sul parco

GALLI, VALENTINO
2009/2010

Abstract

Relazioni spazio-tipo Il progetto per l’ampliamento del Civico Museo Diocesano di Milano, anche attraverso il coinvolgimento del costruito residenziale con affaccio sul Parco delle Basiliche adiacente, diviene occasione per un intervento che si incarichi di organizzare la distribuzione di quell’intensità tipica del Ticinese negli spazi potenziali interclusi fra corso e parco. Un sistema di spazi definito dagli edifici di museo e residenza collocati secondo una logica che li vede parti discrete di un sistema ove l’elemento strutturante è lo spazio. Un “poché urbano” fatto di spazi portanti intervallati da edifici pubblici e semipubblici, ognuno riconoscibile tipologicamente. La scelta di non ripetere una tipologia vuole garantire la subordinazione di tali parti autonome rispetto ciò che di pubblico si sceglie di far prevalere, lo spazio. Esso collabora con la funzione museale attraverso edifici che ne svelano gli spazi espositivi e non manca di relazionarsi in modo molteplice al Corso di Porta Ticinese e al Parco delle Basiliche, proponendo connessioni veloci o lente che diano valore anche all’esistente e permettano esperienze spaziali del progettato fatte di viste in successione in continuità con la complessità del contesto. L’intervento vuole riferirsi al tessuto costruito della città più che al vicino complesso monumentale, predilige una comprensione del progetto fatta di momenti e viste successive, piuttosto che una percezione totale , immediata e scultorea. Il lavoro mira a una città che si costruisca e strutturi a partire dallo spazio che assume il significato di quel “poché” storicamente abbinato al muro che definisce la forma interna di un edificio. La risposta alle esigenze della contemporaneità sta nel riferirsi al tessuto diffuso e non al monumento, è dalla “regola” della residenza costruitasi nel tempo (così forte per storia e qualità nel Ticinese) che si scelgono la scala degli elementi e le loro proporzioni. Per una città fatta di opere civili, che non parlino di esse stesse singolarmente, ma dell’idea di città che, solo nell’insieme dei tipi e dei linguaggi delle sue parti, può proporsi in continuità con la sua storia.
ARC II - Facolta' di Architettura Civile
31-mar-2011
2009/2010
Tesi di laurea Magistrale
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