La società in cui viviamo è caratterizzata dalla globalizzazione dei consumi, un fenomeno che a poco a poco si sta allargando, andando a coinvolgere fasce sempre più ampie e ambiti diversi; tra gli ambiti che vengono toccati da questo fenomeno troviamo anche il cibo. Le cucine del passato conoscevano svariate differenze locali, ma nell’ultimo secolo ha avuto luogo una tendenza all’uniformità dei consumi che sta pian piano a cancellando queste differenze, a causa in parte del moltiplicarsi degli scambi culturali, e in parte dell’affermarsi delle multinazionali che controllano il mercato del cibo. La nostra società sta diventando sempre più multietnica, il numero dei migranti cresce sempre di più, assistiamo a spostamenti di singoli individui e di gruppi che portano con sé le loro abitudini e la loro cultura, e quindi inevitabilmente anche il loro cibo; in questo modo si creano scambi e contatti culinari; molto spesso però si scambia un cibo ma non la sua cultura, lo si adatta alle proprie abitudini, perdendone i valori culturali e contribuendo così ad omogenizzare le differenze. La proposta della tesi si basa sull’idea di far comprendere in primo luogo che il cibo nasconde significati e valenze culturali che vanno ben oltre il semplice atto nutritivo, ed in secondo luogo a cosa si può andare incontro se si adotta un atteggiamento di passività di fronte al progredire dell’omogeneizzazione dei consumi. L’idea del progetto consiste in un allestimento diviso in sezioni, che trattano argomenti differenti ma che hanno il loro filo conduttore nel concetto di cibo come elemento culturale, con valori simbolici e relazionali. Il luogo del progetto è la Triennale Bovisa di Milano, che ospita questo allestimento, il cui fine è quello di portare la persone ad una riflessione sul tema del cibo, per comprendere che basta poco per essere consumatori responsabili.
Il cibo come cultura. La cultura del cibo : una mostra a fuoco lento
ALESSI, MARINA
2009/2010
Abstract
La società in cui viviamo è caratterizzata dalla globalizzazione dei consumi, un fenomeno che a poco a poco si sta allargando, andando a coinvolgere fasce sempre più ampie e ambiti diversi; tra gli ambiti che vengono toccati da questo fenomeno troviamo anche il cibo. Le cucine del passato conoscevano svariate differenze locali, ma nell’ultimo secolo ha avuto luogo una tendenza all’uniformità dei consumi che sta pian piano a cancellando queste differenze, a causa in parte del moltiplicarsi degli scambi culturali, e in parte dell’affermarsi delle multinazionali che controllano il mercato del cibo. La nostra società sta diventando sempre più multietnica, il numero dei migranti cresce sempre di più, assistiamo a spostamenti di singoli individui e di gruppi che portano con sé le loro abitudini e la loro cultura, e quindi inevitabilmente anche il loro cibo; in questo modo si creano scambi e contatti culinari; molto spesso però si scambia un cibo ma non la sua cultura, lo si adatta alle proprie abitudini, perdendone i valori culturali e contribuendo così ad omogenizzare le differenze. La proposta della tesi si basa sull’idea di far comprendere in primo luogo che il cibo nasconde significati e valenze culturali che vanno ben oltre il semplice atto nutritivo, ed in secondo luogo a cosa si può andare incontro se si adotta un atteggiamento di passività di fronte al progredire dell’omogeneizzazione dei consumi. L’idea del progetto consiste in un allestimento diviso in sezioni, che trattano argomenti differenti ma che hanno il loro filo conduttore nel concetto di cibo come elemento culturale, con valori simbolici e relazionali. Il luogo del progetto è la Triennale Bovisa di Milano, che ospita questo allestimento, il cui fine è quello di portare la persone ad una riflessione sul tema del cibo, per comprendere che basta poco per essere consumatori responsabili.File | Dimensione | Formato | |
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