At the end of the Second World War, Italy lost the territories of Istria, Dalmatia and part of Venezia Giulia. This led to the Julian-Dalmatian exodus. Initially, most of the 300.000 exiles from the eastern provinces were distributed in Centri Raccolta Profughi, scattered all over Italy, often in very precarious conditions. For them, following laws promulgated by the state, “villages” were specifically built and located throughout the territory. Despite the fact that these projects were part of broader construction plans for economic and social housing, they were positioned on the outskirts of the cities, in a state of social and geographical isolation. The initial phase of the research was the mapping of these sites, mainly using the text of the Law 137/52 together with other tools such as the exiles journals, the exiles themselves and historical bibliography. Even with the large numbers involved, this work was not without difficulties, especially due to the fragmentation of the archives of the “Opera Profughi” that was responsible for their construction. The research continued with an in-depth examination of the “Villaggio Giuliano” in Rome, which stands in the area of the former “Villaggio Operaio” of the E42, and is representative of the exiles housing issue. Like most post-war public housing, the choice of cheap materials and the speed of construction led to the development of numerous forms of decay. The main and also the most problematic of which is the one of reinforced concrete. Finally, the work focused on understanding the specific conservation issue of these buildings, recognizing their cultural value, not only as architectural facts but as a representation of the Giuliano Dalmata historical memory that must be protected and enhanced.

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale l’Italia perse i territori dell’Istria, della Dalmazia e parte della Venezia Giulia. La vicenda portò all’esodo Giuliano-Dalmata. Inizialmente, la maggior parte dei 300.000 esuli provenienti dalle province orientali, vennero distribuiti nei Centri di Raccolta Profughi, sparsi in tutto il territorio italiano, spesso in gravi condizioni di precarietà. Per costoro furono, a seguito di leggi promulgate dallo Stato, costruiti specificatamente dei “borghi”, posizionati in tutto il territorio. Nonostante si trattasse di progetti inquadrati in più ampi piani di costruzione di edilizia residenziale economica e popolare, vennero posizionati ai margini delle città, in uno stato di isolamento sociale e geografico. La fase iniziale della ricerca è stata la mappatura di questi siti, utilizzando principalmente il testo della Legge 137/52 insieme ad altri strumenti come le riviste degli esuli, i racconti degli stessi e la bibliografia storica. Nonostante si tratti di numeri consistenti questo lavoro non è stato privo di difficoltà soprattutto a causa dalla frammentazione dell’archivio dell’“Opera Profughi” che si occupò della loro costruzione. La ricerca è proseguita con l’approfondimento del “Villaggio Giuliano” di Roma, che sorge nell’area dell’ex “Villaggio Operaio” dell’E42, ed è esemplificativo della questione abitativa degli esuli. Come la maggior parte dell’edilizia residenziale pubblica del Dopoguerra, la scelta di materiali economici e la velocità di realizzazione hanno portato al manifestarsi di numerose forme di degrado. La principale e anche la più problematica delle quali è quella del calcestruzzo armato. Infine, il lavoro si è focalizzato sulla comprensione della questione conservativa specifica di questi edifici, riconoscendone il valore culturale, non solo come fatti architettonici ma come rappresentazione della memoria storica Giuliano Dalmata che deve essere tutelata e valorizzata.

Insediamenti giuliano dalmata nell'Italia centro meridionale: il caso del "villaggio giuliano" di Roma: considerazioni per la conservazione e la valorizzazione di un fragile patrimonio edilizio

Mastroianni, Valeria;Francesca, Loris
2021/2022

Abstract

At the end of the Second World War, Italy lost the territories of Istria, Dalmatia and part of Venezia Giulia. This led to the Julian-Dalmatian exodus. Initially, most of the 300.000 exiles from the eastern provinces were distributed in Centri Raccolta Profughi, scattered all over Italy, often in very precarious conditions. For them, following laws promulgated by the state, “villages” were specifically built and located throughout the territory. Despite the fact that these projects were part of broader construction plans for economic and social housing, they were positioned on the outskirts of the cities, in a state of social and geographical isolation. The initial phase of the research was the mapping of these sites, mainly using the text of the Law 137/52 together with other tools such as the exiles journals, the exiles themselves and historical bibliography. Even with the large numbers involved, this work was not without difficulties, especially due to the fragmentation of the archives of the “Opera Profughi” that was responsible for their construction. The research continued with an in-depth examination of the “Villaggio Giuliano” in Rome, which stands in the area of the former “Villaggio Operaio” of the E42, and is representative of the exiles housing issue. Like most post-war public housing, the choice of cheap materials and the speed of construction led to the development of numerous forms of decay. The main and also the most problematic of which is the one of reinforced concrete. Finally, the work focused on understanding the specific conservation issue of these buildings, recognizing their cultural value, not only as architectural facts but as a representation of the Giuliano Dalmata historical memory that must be protected and enhanced.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
20-dic-2022
2021/2022
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale l’Italia perse i territori dell’Istria, della Dalmazia e parte della Venezia Giulia. La vicenda portò all’esodo Giuliano-Dalmata. Inizialmente, la maggior parte dei 300.000 esuli provenienti dalle province orientali, vennero distribuiti nei Centri di Raccolta Profughi, sparsi in tutto il territorio italiano, spesso in gravi condizioni di precarietà. Per costoro furono, a seguito di leggi promulgate dallo Stato, costruiti specificatamente dei “borghi”, posizionati in tutto il territorio. Nonostante si trattasse di progetti inquadrati in più ampi piani di costruzione di edilizia residenziale economica e popolare, vennero posizionati ai margini delle città, in uno stato di isolamento sociale e geografico. La fase iniziale della ricerca è stata la mappatura di questi siti, utilizzando principalmente il testo della Legge 137/52 insieme ad altri strumenti come le riviste degli esuli, i racconti degli stessi e la bibliografia storica. Nonostante si tratti di numeri consistenti questo lavoro non è stato privo di difficoltà soprattutto a causa dalla frammentazione dell’archivio dell’“Opera Profughi” che si occupò della loro costruzione. La ricerca è proseguita con l’approfondimento del “Villaggio Giuliano” di Roma, che sorge nell’area dell’ex “Villaggio Operaio” dell’E42, ed è esemplificativo della questione abitativa degli esuli. Come la maggior parte dell’edilizia residenziale pubblica del Dopoguerra, la scelta di materiali economici e la velocità di realizzazione hanno portato al manifestarsi di numerose forme di degrado. La principale e anche la più problematica delle quali è quella del calcestruzzo armato. Infine, il lavoro si è focalizzato sulla comprensione della questione conservativa specifica di questi edifici, riconoscendone il valore culturale, non solo come fatti architettonici ma come rappresentazione della memoria storica Giuliano Dalmata che deve essere tutelata e valorizzata.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/195898