Reframing through design thinking : investigating the role of creative logics and stimuli in problem framing and reframing

From migrations to poverty, from environmental destruction to wars, the world has always been characterized by Grand Challenges that severely test humanity. To this, the rapid technological development has been added, which is strongly shaping the way we live, bringing with it new expectations and needs. Hence, to describe this situation, which is intricate and therefore difficult to understand, some scholars have coined the term VUCA, an acronym that stands for Volatility, Uncertainty, Complexity and Ambiguity. In order to cope with the VUCA world, in recent times a variety of tools have been developed to increase our capacity to generate ideas to successfully respond to such challenges. However, a creativity which is strongly focused on problem solving leads to immediately focus on solutions, thus generating right answers to wrong questions. Indeed, the problem space is often underestimated, and problems are treated as already given, or eventually found, without the opportunity to work on them in creative and design-oriented terms. The following study aims at overturning this paradigm by proposing three Creative Logics (analogical reasoning, associative thinking and abductive reasoning) that unlock people’s ability in doing Problem Reframing: this, among the pillars of design thinking, consists in reframing problems in original and unexpected ways to give rise to equally novel and valuable solutions. The thesis opens by introducing the underlying context and establishing the foundations for understanding the notion of problem and its main characteristics. Then, the ability of creative logics to frame innovation problems (measured in terms of Definition, Novelty and Meaningfulness) before (Problem Framing) and after (Problem Reframing) exposure to sensory and cognitive stimuli is investigated. The data were collected from a design thinking workshop organized during the fifth edition of the Design Thinking for Business Observatory. In particular, after having outlined the main patterns that characterized the operationalization of the creative logics during the experiment, quantitative findings are discussed. From the results, it was found that analogical reasoning was the least effective logic, while stimuli positively impacted logics’ performances, but only after a certain amount of time had elapsed. The thesis concludes by proposing some guidelines on how to conduct an effective problem framing and reframing activity, and pointing out possible practical and theoretical implications of the research.

Dalle migrazioni alla povertà, dall’inquinamento ambientale alle guerre, il mondo è da sempre caratterizzato da Grandi Sfide che mettono alla prova l’umanità. A ciò, si è aggiunto il rapido sviluppo tecnologico che sta fortemente modellando il nostro modo di vivere, portando con sè nuove aspettative e nuove necessità. Per descrivere questa situazione, intricata e per questo difficile da comprendere, alcuni studiosi hanno coniato il termine VUCA, un acronimo che sta per volatilità, incertezza, complessità e ambiguità. Per far fronte al mondo VUCA, nell’ultimo periodo sono stati sviluppati numerosi strumenti atti ad aumentare la nostra capacità di generare idee per rispondere con successo a queste sfide. Tuttavia, una creatività fortemente rivolta al problem solving spinge a focalizzarsi rapidamente sulle soluzioni, generando così risposte giuste a domande sbagliate. Spesso, infatti, lo spazio del problema viene sottostimato e i problemi vengono considerati come dati, oppure eventualmente trovati, senza la possibilità di poter lavorare su di essi in termini creativi e progettuali. Il seguente studio mira a ribaltare questo paradigma proponendo tre logiche creative (analogical reasoning, associative thinking e abductive reasoning) che sbloccano la capacità delle persone nel fare Problem Reframing: esso, tra i pilastri del design thinking, consiste nell’inquadrare i problemi in modo originale e non scontato per generare soluzioni altrettanto nuove e di valore. La tesi si apre introducendo il contesto di riferimento e ponendo le basi per comprendere la nozione di problema e le sue principali caratteristiche. Successivamente, si indagano le capacità delle logiche creative nell’inquadrare i problemi d’innovazione (misurati in termini di Definition, Novelty e Meaningfulness) prima (Problem Framing) e dopo (Problem Reframing) l’esposizione a stimoli sensoriali e cognitivi. I dati sono stati raccolti durante un design thinking workshop organizzato nel corso della quinta edizione dell’Osservatorio Design Thinking for Business. In particolare, dopo aver illustrato i principali pattern che hanno caratterizzato l’operazionalizzazione delle logiche creative durante l’esperimento, si discutono le evidenze quantitative. Dai risultati ottenuti, è emerso come l’analogical reasoning sia stata la logica meno performante, mentre gli stimoli hanno impattato positivamente sulle performance delle logiche, ma solo dopo che un certo periodo di tempo era trascorso. La tesi si conclude proponendo alcune linee guida su come condurre un’attività di problem framing e reframing efficace, e sottolineando possibili implicazioni pratiche e teoriche della ricerca.