The story of the peninsula of Montecolino d'Iseo is a military secret, or at least it was. The south-eastern shore of the Sebino, in the stretch of coast that connects Iseo and Pilzone, hides a small private promontory in a state of neglect, where vegetation has taken over the anthropic traces. Nature and architecture kee memory of the many historical events happened across the peninsula, of which the latter preserves a complex stratification: noble residences, hangars witnesses of an industrial past and military bunkers. They all tell different stories of the same place. The look of Montecolino of a nineteenth-century bourgeois living room, is contrasted - firstly by the military sign, and then by the industrial one. Caproni seaplanes, mini-submersibles, secret meetings… this was also witnessed by the shores of Lake Iseo / The shores of Lake Iseo were also the protagonists of all of this. Today, there are about ten buildings on the peninsula that are mainly located in an intermediate band between the Brescia-Edolo railway line and a wooded promontory overlooking the lake. Volumes have a strongly heterogeneous nature, due to the historical periods and the reasons that wanted their construction. This project is presented both as a recovery of the existing, and a proposal of a new use of the area. The goal is to restore the accessibility, usability and functionality of the site, in order to maximize the permanence of the buildings, with the ultimate aim of raising the value of use. The vocation of Montecolino is not to be sought exclusively within the area but it is necessary to have a large-scale vision of the territory and in the first place of the lake. The intervention tries to keep together two environments: land and water, and two scales: the site’s one and the Sebino one. These premises outline several design dimensions: a natural dimension aimed to enhancing the landscape potential of the site; a cultural dimension that preserves the historical traces of the place; a productive dimension that preserves the local artisanal tradition and a social dimension that gives the area a public nature. The bones of the Caproni Factory, symbol of the Montecolino of the '30s, are transformed, becoming in this new phase of life, containers of the traditions of the lake. The project sees the peninsula as a collector of the culture of Sebino, of its productions and activities; a postcard of the Lake’s offers and a starting point for its discovery, by land, by water and by air.

La vicenda della penisola di Montecolino d’Iseo è una storia da segreto militare, o perlomeno lo è stata. La sponda sud-orientale del Sebino, nel tratto di costa che collega Iseo e Pilzone, nasconde un piccolo promontorio privato in stato di abbandono, dove la vegetazione ha preso il sopravvento sulle tracce antropiche. Natura e architettura tengono memoria delle numerose vicende storiche che hanno attraversato la penisola, delle quali quest’ultima conserva un’articolata stratificazione: residenze signorili, hangar testimoni di un passato a vocazione industriale e bunker militari, raccontano diverse storie dello stesso luogo. Al volto di Montecolino da salotto borghese ottocentesco si contrappone quello militare prima e industriale poi. Idrovolanti Caproni, minisommergibili, incontri segreti, anche di questo si resero protagoniste le sponde del lago di Iseo. Ad oggi, sulla penisola insistono una decina di edifici che si collocano principalmente in una fascia intermedia tra la linea ferroviaria Brescia-Edolo e un promontorio boscato con affaccio diretto sul lago. I volumi hanno una natura fortemente eterogena, a ragione dei periodi storici e dei motivi che ne hanno voluto la costruzione. Il progetto portato avanti in questa tesi si presenta come intervento di recupero dell’esistente e proposta per una nuova destinazione d’uso dell’area. L’obbiettivo è ripristinare l’accessibilità, la fruibilità e la funzionalità del sito, in modo da massimizzare la permanenza degli edifici che vi insistono, con il fine ultimo di innalzarne il valore d’uso. La vocazione di Montecolino non è da ricercare esclusivamente all’interno dell’area ma è necessaria una visione a grande scala del territorio e in primo luogo del lago. L’intervento cerca di tenere insieme due ambienti: terra e acqua, e due scale: quella del sito e quella del Sebino. Queste premesse delineano più dimensioni progettuali: una dimensione naturale volta a valorizzare il potenziale paesaggistico del sito; una dimensione culturale che preservi le tracce storiche del luogo; una dimensione produttiva che conservi la tradizione artigianale locale e una dimensione sociale che attribuisca all’area un carattere pubblico. Gli scheletri dei capannoni della Fabbrica Caproni, simbolo della Montecolino degli anni ’30, si trasformano, diventando in questa nuova fase di vita, contenitori delle tradizioni del lago. Il progetto vede la penisola come collettore della cultura del Sebino, delle sue produzioni e attività; una cartolina delle offerte del lago e un punto di partenza per la sua scoperta, via terra, via acqua e via aria.

Hangar2O : il deposito delle tradizioni del lago d'Iseo

Franzini, Alessia;Pasotti, Sofia;Fascia, Rebecca;
2021/2022

Abstract

The story of the peninsula of Montecolino d'Iseo is a military secret, or at least it was. The south-eastern shore of the Sebino, in the stretch of coast that connects Iseo and Pilzone, hides a small private promontory in a state of neglect, where vegetation has taken over the anthropic traces. Nature and architecture kee memory of the many historical events happened across the peninsula, of which the latter preserves a complex stratification: noble residences, hangars witnesses of an industrial past and military bunkers. They all tell different stories of the same place. The look of Montecolino of a nineteenth-century bourgeois living room, is contrasted - firstly by the military sign, and then by the industrial one. Caproni seaplanes, mini-submersibles, secret meetings… this was also witnessed by the shores of Lake Iseo / The shores of Lake Iseo were also the protagonists of all of this. Today, there are about ten buildings on the peninsula that are mainly located in an intermediate band between the Brescia-Edolo railway line and a wooded promontory overlooking the lake. Volumes have a strongly heterogeneous nature, due to the historical periods and the reasons that wanted their construction. This project is presented both as a recovery of the existing, and a proposal of a new use of the area. The goal is to restore the accessibility, usability and functionality of the site, in order to maximize the permanence of the buildings, with the ultimate aim of raising the value of use. The vocation of Montecolino is not to be sought exclusively within the area but it is necessary to have a large-scale vision of the territory and in the first place of the lake. The intervention tries to keep together two environments: land and water, and two scales: the site’s one and the Sebino one. These premises outline several design dimensions: a natural dimension aimed to enhancing the landscape potential of the site; a cultural dimension that preserves the historical traces of the place; a productive dimension that preserves the local artisanal tradition and a social dimension that gives the area a public nature. The bones of the Caproni Factory, symbol of the Montecolino of the '30s, are transformed, becoming in this new phase of life, containers of the traditions of the lake. The project sees the peninsula as a collector of the culture of Sebino, of its productions and activities; a postcard of the Lake’s offers and a starting point for its discovery, by land, by water and by air.
APRILE, MARCELLO
CAMPANELLA, CHRISTIAN
DE' ANGELIS, PAOLO
PAGANIN, GIANCARLO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
20-dic-2022
2021/2022
La vicenda della penisola di Montecolino d’Iseo è una storia da segreto militare, o perlomeno lo è stata. La sponda sud-orientale del Sebino, nel tratto di costa che collega Iseo e Pilzone, nasconde un piccolo promontorio privato in stato di abbandono, dove la vegetazione ha preso il sopravvento sulle tracce antropiche. Natura e architettura tengono memoria delle numerose vicende storiche che hanno attraversato la penisola, delle quali quest’ultima conserva un’articolata stratificazione: residenze signorili, hangar testimoni di un passato a vocazione industriale e bunker militari, raccontano diverse storie dello stesso luogo. Al volto di Montecolino da salotto borghese ottocentesco si contrappone quello militare prima e industriale poi. Idrovolanti Caproni, minisommergibili, incontri segreti, anche di questo si resero protagoniste le sponde del lago di Iseo. Ad oggi, sulla penisola insistono una decina di edifici che si collocano principalmente in una fascia intermedia tra la linea ferroviaria Brescia-Edolo e un promontorio boscato con affaccio diretto sul lago. I volumi hanno una natura fortemente eterogena, a ragione dei periodi storici e dei motivi che ne hanno voluto la costruzione. Il progetto portato avanti in questa tesi si presenta come intervento di recupero dell’esistente e proposta per una nuova destinazione d’uso dell’area. L’obbiettivo è ripristinare l’accessibilità, la fruibilità e la funzionalità del sito, in modo da massimizzare la permanenza degli edifici che vi insistono, con il fine ultimo di innalzarne il valore d’uso. La vocazione di Montecolino non è da ricercare esclusivamente all’interno dell’area ma è necessaria una visione a grande scala del territorio e in primo luogo del lago. L’intervento cerca di tenere insieme due ambienti: terra e acqua, e due scale: quella del sito e quella del Sebino. Queste premesse delineano più dimensioni progettuali: una dimensione naturale volta a valorizzare il potenziale paesaggistico del sito; una dimensione culturale che preservi le tracce storiche del luogo; una dimensione produttiva che conservi la tradizione artigianale locale e una dimensione sociale che attribuisca all’area un carattere pubblico. Gli scheletri dei capannoni della Fabbrica Caproni, simbolo della Montecolino degli anni ’30, si trasformano, diventando in questa nuova fase di vita, contenitori delle tradizioni del lago. Il progetto vede la penisola come collettore della cultura del Sebino, delle sue produzioni e attività; una cartolina delle offerte del lago e un punto di partenza per la sua scoperta, via terra, via acqua e via aria.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/196724