The need for museums to engage very young audiences is one of the great contemporary challenges. For decades, the museum model of "Childern Museums" highly interactive places designed specifically for young children has been popular. However, older museums designed for the enjoyment of adult audiences hardly succeed in implementing interaction strategies that encourage play and experimentation during the visit on par with Children museums. The objective of this paper is, therefore, to design environments and touch points that make the museum more inclusive, so that it can be fully experienced by adults and children for a cultural and generational exchange, supported by the designed space. In other words, the possibility of enjoying the museum is investigated by deploying what pedagogue Loris Malaguzzi calls "the hundred languages" understood as the different ways in which human beings learn and express themselves. The title "One Hundred Ways to Play at the Museum" is therefore an open reference to this concept. To achieve this goal, the research started from the study of the relationship between children and built space and its psychopedagogical significance, and then examined the pedagogical and spatial strategies implemented by museums to include younger audiences. Following the literature review, field research was carried out, consisting of a visit to the Loris Malaguzzi Center and a survey investigating the habits, needs and desires of children, schools and families at the museum. This research enabled the development of a design proposal for the Milan Triennale in order to make the visiting experience more interactive, multisensory and open to a diverse audience.

La necessità di coinvolgere un pubblico molto giovane da parte dei musei è una delle grandi sfide contemporanee. Da decenni si è diffuso il modello museale dei "Childern Museums" luoghi molto interattivi pensati appositamente per i più piccoli. Tuttavia, i musei più antichi e progettati per la fruizione di un pubblico adulto difficilmente riescono ad attuare strategie di interazione che favoriscano il gioco e la sperimentazione durante la visita al pari dei Children museums. L’obiettivo di questo elaborato è, dunque, la progettazione di ambienti e touch point che rendano il museo più inclusivo, così da essere pienamente vissuto da adulti e bambini per uno scambio culturale e generazionale, supportato dallo spazio progettato. In altri termini, si indaga la possibilità di fruire il museo mettendo in campo quelli che il pedagogista Loris Malaguzzi chiama “i cento linguaggi” intesi come i diversi modi in cui l’essere umano apprende e si esprime. Il titolo “Cento modi di giocare al Museo” è pertanto un aperto richiamo a questo concetto. Per raggiungere tale obiettivo, la ricerca è partita dallo studio della relazione tra bambino e spazio costruito e della sua valenza psicopedagogica, per poi esaminare le strategie pedagogiche e spaziali attuate dai musei per includere il pubblico più giovane. A seguito della analisi della letteratura, è stata portata avanti una ricerca sul campo, articolata in una visita al Centro Loris Malaguzzi e un sondaggio che indaga le abitudini, le necessità e i desideri di bambini, scuole e famiglie al museo. Questa ricerca ha consentito lo sviluppo di una proposta progettuale per la Triennale di Milano al fine di rendere l’esperienza di visita più interattiva, multisensoriale e aperta a un pubblico eterogeneo.

Cento modi di giocare al museo : linee guida e proposta progettuale per favorire la relazione e la sperimentazione nel contesto museale

Cavasio, Chiara
2021/2022

Abstract

The need for museums to engage very young audiences is one of the great contemporary challenges. For decades, the museum model of "Childern Museums" highly interactive places designed specifically for young children has been popular. However, older museums designed for the enjoyment of adult audiences hardly succeed in implementing interaction strategies that encourage play and experimentation during the visit on par with Children museums. The objective of this paper is, therefore, to design environments and touch points that make the museum more inclusive, so that it can be fully experienced by adults and children for a cultural and generational exchange, supported by the designed space. In other words, the possibility of enjoying the museum is investigated by deploying what pedagogue Loris Malaguzzi calls "the hundred languages" understood as the different ways in which human beings learn and express themselves. The title "One Hundred Ways to Play at the Museum" is therefore an open reference to this concept. To achieve this goal, the research started from the study of the relationship between children and built space and its psychopedagogical significance, and then examined the pedagogical and spatial strategies implemented by museums to include younger audiences. Following the literature review, field research was carried out, consisting of a visit to the Loris Malaguzzi Center and a survey investigating the habits, needs and desires of children, schools and families at the museum. This research enabled the development of a design proposal for the Milan Triennale in order to make the visiting experience more interactive, multisensory and open to a diverse audience.
ARC III - Scuola del Design
20-dic-2022
2021/2022
La necessità di coinvolgere un pubblico molto giovane da parte dei musei è una delle grandi sfide contemporanee. Da decenni si è diffuso il modello museale dei "Childern Museums" luoghi molto interattivi pensati appositamente per i più piccoli. Tuttavia, i musei più antichi e progettati per la fruizione di un pubblico adulto difficilmente riescono ad attuare strategie di interazione che favoriscano il gioco e la sperimentazione durante la visita al pari dei Children museums. L’obiettivo di questo elaborato è, dunque, la progettazione di ambienti e touch point che rendano il museo più inclusivo, così da essere pienamente vissuto da adulti e bambini per uno scambio culturale e generazionale, supportato dallo spazio progettato. In altri termini, si indaga la possibilità di fruire il museo mettendo in campo quelli che il pedagogista Loris Malaguzzi chiama “i cento linguaggi” intesi come i diversi modi in cui l’essere umano apprende e si esprime. Il titolo “Cento modi di giocare al Museo” è pertanto un aperto richiamo a questo concetto. Per raggiungere tale obiettivo, la ricerca è partita dallo studio della relazione tra bambino e spazio costruito e della sua valenza psicopedagogica, per poi esaminare le strategie pedagogiche e spaziali attuate dai musei per includere il pubblico più giovane. A seguito della analisi della letteratura, è stata portata avanti una ricerca sul campo, articolata in una visita al Centro Loris Malaguzzi e un sondaggio che indaga le abitudini, le necessità e i desideri di bambini, scuole e famiglie al museo. Questa ricerca ha consentito lo sviluppo di una proposta progettuale per la Triennale di Milano al fine di rendere l’esperienza di visita più interattiva, multisensoriale e aperta a un pubblico eterogeneo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/197106