The system of architecture for sports constitutes, particularly in the Italian context, an important cultural and material heritage. Acting in this context means moving in the valorization of the existing building heritage, through the action of “addition” of new elements with a high content of techno-typological and functional innovation, at the same time triggering a dialogue with the pre-existence of the individual artifact as much as with the urban ones. In particular, stadiums nowadays are no longer considered with the self-referential meaning of “facilities” but they are connected and interfaced with the city, its form and its increasingly abrupt changes-can be regarded as “barometers of history,” denouncing, in their implicit archaeological layering, the overlapping of different periods, styles, needs and functions. Sports architectures, like infrastructure in general (roads, etc.), have little resilience and “macro” dimensions, and like the latter, leave their imprint inside the urban layout. This is particularly the case of the Paolo Mazza, a limpid model of “urban stadium” built at the beginning of the twentieth century, and although it has undergone a profound renovation in recent times, today it needs to be renovated in the main grandstand, considering it as a new part of the city, a double “addition” as much for the stadium as for the historic “garden-neighborhood” in which it is located. The design of the new grandstand is developed from the analysis of the context, through a rigorous approach capable of relating to the pre-existences, according to an articulation that re-proposes the classic basement/body/coronation tripartition and a façade that can resume, abstracting them in a contemporary language, some stylistic features of the Este Renaissance. This is an approach that can be a kind of model for many other similar situations, inside the historic center or with other direct constraints on the building or parts of them. In this way becomes easy achieve that delicate balance between infrastructural, functional and performance renovation and the respect of the existing environment.

Il sistema delle architetture per lo sport costituisce, in particolare nel contesto italiano, un patrimonio – culturale, materiale e identitario – di straordinaria portata e valore. Agire in questo contesto significa muoversi nel più ampio spettro della valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, attraverso azioni mirate di “addizione” di nuovi elementi dall’alto contenuto di innovazione tecno-tipologica e funzionale, innescando allo stesso tempo un dialogo con le pre-esistenze del singolo manufatto quanto con quelle urbane. In particolare gli stadi – non più considerati con l’accezione autoreferenziale di “impianti” ma vere e proprie “infrastrutture” connesse e interfacciate con la città, la sua forma e i suoi sempre più repentini mutamenti – possono essere considerati come “barometri della storia”, che denunciano, nella loro implicita stratificazione quasi archeologica, la sovrapposizione di periodi, stili, bisogni e funzioni differenti. Le architetture sportive, come le infrastrutture in genere (strade, ecc.), hanno scarsa resilienza e dimensioni “macro”, e come le seconde, lasciano la loro impronta come sostanzialmente invariabile all’interno dei tessuti urbani densi. Ciò avviene in particolare con il Paolo Mazza, limpido modello di “stadio urbano” costruito all’inizio del Novecento del secolo scorso e, nonostante sia stato oggetto di una profonda azione di rinnovamento in tempo recenti, oggi necessita di un ulteriore pensiero che coinvolge la sola tribuna principale considerata come una nuova parte di città, una duplice “addizione” tanto per lo stadio quanto per lo storico “quartiere-giardino” nel quale è collocato. Il progetto della nuova tribuna si sviluppa a partire dall’analisi del contesto, attraverso un approccio rigoroso in grado di rapportarsi con le preesistenze, secondo una articolazione che ripropone la classica tripartizione basamento/corpo/coronamento e una facciata che possa riprendere, astraendoli in un linguaggio contemporaneo, alcuni stilemi del Rinascimento estense. Un approccio questo che può costituire una sorta di modello per molte altre situazioni similari, dentro al centro storico o con altri vincoli diretti sull’edificio o su parti di essi, raggiungendo così quel delicato equilibrio tra esigenze di rinnovamento e adeguamento infrastrutturale, funzionale e prestazionale e ragioni della tutela.

Un'addizione urbana per Ferrara. Progetto per la nuova tribuna dello stadio Paolo Mazza.

Mattioli, Roberto
2021/2022

Abstract

The system of architecture for sports constitutes, particularly in the Italian context, an important cultural and material heritage. Acting in this context means moving in the valorization of the existing building heritage, through the action of “addition” of new elements with a high content of techno-typological and functional innovation, at the same time triggering a dialogue with the pre-existence of the individual artifact as much as with the urban ones. In particular, stadiums nowadays are no longer considered with the self-referential meaning of “facilities” but they are connected and interfaced with the city, its form and its increasingly abrupt changes-can be regarded as “barometers of history,” denouncing, in their implicit archaeological layering, the overlapping of different periods, styles, needs and functions. Sports architectures, like infrastructure in general (roads, etc.), have little resilience and “macro” dimensions, and like the latter, leave their imprint inside the urban layout. This is particularly the case of the Paolo Mazza, a limpid model of “urban stadium” built at the beginning of the twentieth century, and although it has undergone a profound renovation in recent times, today it needs to be renovated in the main grandstand, considering it as a new part of the city, a double “addition” as much for the stadium as for the historic “garden-neighborhood” in which it is located. The design of the new grandstand is developed from the analysis of the context, through a rigorous approach capable of relating to the pre-existences, according to an articulation that re-proposes the classic basement/body/coronation tripartition and a façade that can resume, abstracting them in a contemporary language, some stylistic features of the Este Renaissance. This is an approach that can be a kind of model for many other similar situations, inside the historic center or with other direct constraints on the building or parts of them. In this way becomes easy achieve that delicate balance between infrastructural, functional and performance renovation and the respect of the existing environment.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
20-dic-2022
2021/2022
Il sistema delle architetture per lo sport costituisce, in particolare nel contesto italiano, un patrimonio – culturale, materiale e identitario – di straordinaria portata e valore. Agire in questo contesto significa muoversi nel più ampio spettro della valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, attraverso azioni mirate di “addizione” di nuovi elementi dall’alto contenuto di innovazione tecno-tipologica e funzionale, innescando allo stesso tempo un dialogo con le pre-esistenze del singolo manufatto quanto con quelle urbane. In particolare gli stadi – non più considerati con l’accezione autoreferenziale di “impianti” ma vere e proprie “infrastrutture” connesse e interfacciate con la città, la sua forma e i suoi sempre più repentini mutamenti – possono essere considerati come “barometri della storia”, che denunciano, nella loro implicita stratificazione quasi archeologica, la sovrapposizione di periodi, stili, bisogni e funzioni differenti. Le architetture sportive, come le infrastrutture in genere (strade, ecc.), hanno scarsa resilienza e dimensioni “macro”, e come le seconde, lasciano la loro impronta come sostanzialmente invariabile all’interno dei tessuti urbani densi. Ciò avviene in particolare con il Paolo Mazza, limpido modello di “stadio urbano” costruito all’inizio del Novecento del secolo scorso e, nonostante sia stato oggetto di una profonda azione di rinnovamento in tempo recenti, oggi necessita di un ulteriore pensiero che coinvolge la sola tribuna principale considerata come una nuova parte di città, una duplice “addizione” tanto per lo stadio quanto per lo storico “quartiere-giardino” nel quale è collocato. Il progetto della nuova tribuna si sviluppa a partire dall’analisi del contesto, attraverso un approccio rigoroso in grado di rapportarsi con le preesistenze, secondo una articolazione che ripropone la classica tripartizione basamento/corpo/coronamento e una facciata che possa riprendere, astraendoli in un linguaggio contemporaneo, alcuni stilemi del Rinascimento estense. Un approccio questo che può costituire una sorta di modello per molte altre situazioni similari, dentro al centro storico o con altri vincoli diretti sull’edificio o su parti di essi, raggiungendo così quel delicato equilibrio tra esigenze di rinnovamento e adeguamento infrastrutturale, funzionale e prestazionale e ragioni della tutela.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/197142