This research thesis intends to critically analyze the evolution of visual communication related to non-human otherness, from both the artistic and the technical-design fields. This research starts from the identification of several problems that afflict this otherness, mostly anthropocentric, such as to objectify animals and reduce them to mere media in the hands of man. Furthermore, their graphic-visual stylization, where humanization and anthropomorphism are becoming more and more acute, constitutes an aggravating circumstance on a communicative level, so that the passage towards biobias is very short. The research objective is to identify the existing communication disharmonies between the reality level and the representation level, as well as to encourage a new education and sensitivity to the non-human image for both users and designers, where effective communication goes hand in hand with an effective altruism. Therefore, referring to the cultural apparatus coming from disciplines such as ethics, semiotics, anthropology and philosophy, the theories and conceptions born around animal otherness are first analysed; eventually, the main visual forms carried out through the three main visual languages ​​are detected – art, photography and cinema – and finally we move on to the critical analysis of today's communication design, pertaining to the main thematic areas and the related media and languages by which non-human otherness is translated. This research, therefore, intends to highlight the intrinsic potential of communication design to become an antidote to violence, adopt a critical way of designing – Critical Design – and get involved in a more open and inventive anthropo-decentralization process, capable of designing a more inclusive and respectful of non-human otherness signs’ ecology. It is strongly argued that one the designer’s main roles is to “communicate well”, in the awareness of bringing such good to both the non-human world and the humankind, allowing this last one to reinvent and redesign itself through a renewed communication revealing of new possible worlds.

Questa tesi di ricerca intende analizzare criticamente l’evolversi della comunicazione visiva relativa all’alterità non umana, dagli ambiti più artistici a quelli più tecnico-progettuali. Tale ricerca prende avvio dall’individuazione di una serie di problematiche che affliggono tale alterità, perlopiù di natura antropocentrica, tali da oggettivizzare gli animali e ridurli a meri media nelle mani dell’uomo. Inoltre, la loro stilizzazione grafico-visiva, dove l’umanizzazione e l’antropomorfismo si acuiscono sempre di più, costituisce un’aggravante a livello comunicativo, e il passaggio verso i biobias è molto breve. L’obiettivo della ricerca è individuare le disarmonie comunicative vigenti tra il piano della realtà e il piano della rappresentazione, nonché incoraggiare una nuova educazione e sensibilità all’immagine non umana per gli utenti e i progettisti, dove una comunicazione efficace proceda di pari passo con un altruismo efficace. Facendo quindi riferimento all’apparato culturale proveniente da discipline quali l’etica, la semiotica, l’antropologia e la filosofia, dapprima vengono analizzate le teorie e le concezioni nate attorno all’alterità animale; a seguire vengono rilevate le principali forme visive effettuate tramite i tre principali linguaggi visivi – l’arte, la fotografia e il cinema – e infine si passa all’analisi critica della comunicazione progettata odierna, afferendo alle principali aree tematiche e ai relativi media e linguaggi con cui l’alterità non umana è tradotta. Tale ricerca, dunque, intende evidenziare le potenzialità intrinseche al design della comunicazione di farsi antidoto alla violenza, assumere un modo critico di fare progetto – Critical Design – e lasciarsi coinvolgere in un processo di antropodecentramento più aperto e inventivo, in grado di progettare un’ecologia dei segni più inclusiva e rispettosa dell’alterità non umana. Si sostiene fortemente che uno dei principali ruoli del progettista sia di “comunicare bene”, nella consapevolezza di apportare tale bene tanto al non umano quanto all’umano, permettendo a quest’ultimo di reinventarsi e riprogettarsi tramite una comunicazione rinnovata e rivelatrice di nuovi mondi possibili.

Progettarsi-animale : "Comunicare bene" nel rispetto delle alterità animali

GARGIOLI, ELENA
2021/2022

Abstract

This research thesis intends to critically analyze the evolution of visual communication related to non-human otherness, from both the artistic and the technical-design fields. This research starts from the identification of several problems that afflict this otherness, mostly anthropocentric, such as to objectify animals and reduce them to mere media in the hands of man. Furthermore, their graphic-visual stylization, where humanization and anthropomorphism are becoming more and more acute, constitutes an aggravating circumstance on a communicative level, so that the passage towards biobias is very short. The research objective is to identify the existing communication disharmonies between the reality level and the representation level, as well as to encourage a new education and sensitivity to the non-human image for both users and designers, where effective communication goes hand in hand with an effective altruism. Therefore, referring to the cultural apparatus coming from disciplines such as ethics, semiotics, anthropology and philosophy, the theories and conceptions born around animal otherness are first analysed; eventually, the main visual forms carried out through the three main visual languages ​​are detected – art, photography and cinema – and finally we move on to the critical analysis of today's communication design, pertaining to the main thematic areas and the related media and languages by which non-human otherness is translated. This research, therefore, intends to highlight the intrinsic potential of communication design to become an antidote to violence, adopt a critical way of designing – Critical Design – and get involved in a more open and inventive anthropo-decentralization process, capable of designing a more inclusive and respectful of non-human otherness signs’ ecology. It is strongly argued that one the designer’s main roles is to “communicate well”, in the awareness of bringing such good to both the non-human world and the humankind, allowing this last one to reinvent and redesign itself through a renewed communication revealing of new possible worlds.
ARC III - Scuola del Design
20-dic-2022
2021/2022
Questa tesi di ricerca intende analizzare criticamente l’evolversi della comunicazione visiva relativa all’alterità non umana, dagli ambiti più artistici a quelli più tecnico-progettuali. Tale ricerca prende avvio dall’individuazione di una serie di problematiche che affliggono tale alterità, perlopiù di natura antropocentrica, tali da oggettivizzare gli animali e ridurli a meri media nelle mani dell’uomo. Inoltre, la loro stilizzazione grafico-visiva, dove l’umanizzazione e l’antropomorfismo si acuiscono sempre di più, costituisce un’aggravante a livello comunicativo, e il passaggio verso i biobias è molto breve. L’obiettivo della ricerca è individuare le disarmonie comunicative vigenti tra il piano della realtà e il piano della rappresentazione, nonché incoraggiare una nuova educazione e sensibilità all’immagine non umana per gli utenti e i progettisti, dove una comunicazione efficace proceda di pari passo con un altruismo efficace. Facendo quindi riferimento all’apparato culturale proveniente da discipline quali l’etica, la semiotica, l’antropologia e la filosofia, dapprima vengono analizzate le teorie e le concezioni nate attorno all’alterità animale; a seguire vengono rilevate le principali forme visive effettuate tramite i tre principali linguaggi visivi – l’arte, la fotografia e il cinema – e infine si passa all’analisi critica della comunicazione progettata odierna, afferendo alle principali aree tematiche e ai relativi media e linguaggi con cui l’alterità non umana è tradotta. Tale ricerca, dunque, intende evidenziare le potenzialità intrinseche al design della comunicazione di farsi antidoto alla violenza, assumere un modo critico di fare progetto – Critical Design – e lasciarsi coinvolgere in un processo di antropodecentramento più aperto e inventivo, in grado di progettare un’ecologia dei segni più inclusiva e rispettosa dell’alterità non umana. Si sostiene fortemente che uno dei principali ruoli del progettista sia di “comunicare bene”, nella consapevolezza di apportare tale bene tanto al non umano quanto all’umano, permettendo a quest’ultimo di reinventarsi e riprogettarsi tramite una comunicazione rinnovata e rivelatrice di nuovi mondi possibili.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/198523