Il design dell'igiene : storia ed interni di una colonia di vacanza

The seaside colonies located along the Romagna coastline are witnesses to a social and architectural context that has now lost its original function, cultural memories representing customs and habits that have changed with time at the same time as society. The following dissertation intends to investigate the dynamics that led to the birth of an architectural model that, before its final consolidation, was defined by a plurality of names. Historical research and the analysis of social, welfare, economic and political dynamics have led me to analyse these buildings from a functional point of view in consideration of the role that architecture played in relation to the final use of space. The risk facing reconversion projects today, is to consider the colonies solely as ‘containers’ capable of hosting possible new functions. The pitfall behind the different approaches tends to completely neglect the calibrated internal relationship of these buildings, understood as a volumetric void available to the designers. In the absence of a ‘site-specific’ project, the architectural experimentation of the 1920s and 1930s that had as its main axiom the great harmony existing between volumes and the functional distribution of interior spaces would be thwarted. For this reason it is essential to identify targeted interventions, respecting the historical past to which the colonies are linked and reflecting on the principles of protecting this rich cultural heritage that has been granted to us.

Le colonie marine situate lungo il litorale romagnolo sono presenze testimoni di un contesto sociale e architettonico che oramai ha perso la sua originaria funzione, memorie culturali rappresentanti costumi e usanze mutate con il tempo insieme alla società. Il seguente elaborato intende approfondire le dinamiche che hanno portato alla nascita di un modello architettonico che, prima del suo consolidamento finale, ha visto “chiamarsi” con una pluralità di nomi. La ricerca storica, l’analisi delle dinamiche sociali, assistenziali, economiche e politiche, mi hanno condotto ad analizzare questi edifici sotto l’aspetto funzionale, considerando il ruolo che l’architettura svolgeva in relazione alla fruizione finale dello spazio. Difatti, il rischio a cui si sta andando incontro oggi nei progetti di riconversione è considerare le colonie unicamente come “contenitori” in grado di ospitare possibili nuove funzioni. L’insidia che si cela dietro i diversi approcci tende a trascurare completamente il calibrato rapporto interno di questi edifici, inteso come vuoto volumetrico a disposizione dei progettisti. In mancanza di un progetto “site-specific”, si vanificherebbe quella sperimentazione architettonica degli anni Venti-Trenta, che aveva come assioma principale la grande armonia esistente tra i volumi e la distribuzione funzionale degli spazi interni. È per questo motivo che risulta essenziale individuare interventi mirati, avendo rispetto del passato storico a cui le colonie sono legate e riflettendo sui principi di tutela di questo ricco patrimonio culturale che ci è stato concesso.