The world is drowning in data. Every second 3.2 million emails are sent, 30,000 phrases are searched on Google and 600 updates are tweeted, 2.5 quintillion bytes of data are created every day. In the last two years, 90 per cent of the world’s data has been generated. As the production, consumption and aggregation of data grows exponentially, so the enormous planetary system of digital infrastructure. Despite this growth, few are aware of the real and tangible implications of a hyper-connected society. Everything that happens online depends on the industrial buildings and on the apparently modest architecture of data centres: facilities that host computer systems for storing, controlling and using data. These buildings, usually located outside the city and managed almost entirely by machines, have in common an aesthetic characterised by total inaccessibility and anonymity: true contemporary fortresses. However, this type of architecture is constantly changing as it seeks to fulfil a function that is now indispensable to mankind: the connection to the Internet. This is an overwhelming scenario, requiring an urgent redefinition of the architectural practice, based on a shared value system and on new forms of cooperation between man and machine. The contemporary city is run by machines whose existence we can no longer ignore, we have to live with them. This is the context where the design research starts and it aims at proposing how the insertion of a Data Centre within the urban fabric of Milan can take place while respecting the context itself, and how such a settlement can represent an opportunity for the city and the citizen. In detail, the project aims to exploit one of the most critical aspects of these structures, which is the heat produced by the servers, to feed secondary functions dependent on it: a tropical greenhouse and the cultivation of imported products. Having chosen to work in close proximity to the Fondazione Prada is a factor that leads to continuous dialogue and interrelation, both compositionally and functionally. The ultimate goal of the project is to make the data centre a pivotal element of the contemporary city, capable of generating sociality through the creation of spaces characterised by an unprecedented atmosphere. It is therefore necessary to make explicit and exploit its characteristics at the service of the city rather than hiding it and isolating it outside of it.

Il mondo sta affogando nei dati. Ogni secondo vengono inviati 3,2 milioni di e-mail, 30.000 frasi vengono cercate su Google e 600 aggiornamenti vengono twittati, 2,5 quintilioni di byte di dati vengono creati ogni giorno. Negli ultimi due anni è stato generato il 90% dei dati mondiali. Man mano che la produzione, il consumo e l’aggregazione dei dati crescono in modo esponenziale, cresce anche l’enorme sistema planetario dell’infrastruttura digitale. Ma, nonostante questa crescita, in pochi sono consapevoli delle implicazioni reali e tangibili che ha una società iperconnessa. Tutto ciò che accade online dipende dall’architettura industriale e apparentemente modesta dei data center: strutture che ospitano sistemi informatici di archiviazione, controllo e utilizzo dei dati. Questi edifici, solitamente collocati fuori dalla città e quasi completamente gestiti da macchine, hanno in comune un’estetica caratterizzata da totale inaccessibilità e anonimato: delle vere e proprie fortezze contemporanee. Tale tipologia architettonica è però in continua mutazione, poiché cerca di assolvere ad una funzione ormai indispensabile per l’uomo: la connessione ad Internet. Si tratta di uno scenario travolgente, che richiede una ridefinizione urgente della pratica architettonica, basata su un sistema di valori condiviso e su nuove forme di cooperazione tra uomo e macchine. La città contemporanea è gestita da macchine di cui non possiamo più ignorare l’esistenza, dobbiamo convivere con loro. La ricerca progettuale parte da queste considerazioni ed è finalizzata a proporre come l’inserimento di un Data Center all’interno del tessuto della città di Milano possa avvenire nel rispetto del contesto stesso, e di come tale insediamento possa rappresentare un’opportunità per la città e per il cittadino. Il progetto mira, infatti, a sfruttare una delle maggiori criticità di queste strutture, ovvero il calore prodotto dai server, per alimentare funzioni secondarie da esso dipendenti: una serra tropicale e la coltivazione di prodotti di importazione. L’aver scelto di lavorare in prossimità di Fondazione Prada risulta essere un fattore che porta a un continuo dialogo e interrelazione, sia dal punto di vista compositivo che funzionale. L’obiettivo ultimo del progetto è quello di rendere il data center un elemento cardine della città contemporanea, capace di generare socialità attraverso la creazione di spazi caratterizzati da un’atmosfera inedita. Occorre quindi esplicitare e sfruttare le sue caratteristiche al servizio della città piuttosto che nasconderlo ed isolarlo al di fuori di essa.

The place of data. Un data center come luogo per la socialità urbana a Milano

Calanchi, Lorenzo;Caturegli, Filippo
2021/2022

Abstract

The world is drowning in data. Every second 3.2 million emails are sent, 30,000 phrases are searched on Google and 600 updates are tweeted, 2.5 quintillion bytes of data are created every day. In the last two years, 90 per cent of the world’s data has been generated. As the production, consumption and aggregation of data grows exponentially, so the enormous planetary system of digital infrastructure. Despite this growth, few are aware of the real and tangible implications of a hyper-connected society. Everything that happens online depends on the industrial buildings and on the apparently modest architecture of data centres: facilities that host computer systems for storing, controlling and using data. These buildings, usually located outside the city and managed almost entirely by machines, have in common an aesthetic characterised by total inaccessibility and anonymity: true contemporary fortresses. However, this type of architecture is constantly changing as it seeks to fulfil a function that is now indispensable to mankind: the connection to the Internet. This is an overwhelming scenario, requiring an urgent redefinition of the architectural practice, based on a shared value system and on new forms of cooperation between man and machine. The contemporary city is run by machines whose existence we can no longer ignore, we have to live with them. This is the context where the design research starts and it aims at proposing how the insertion of a Data Centre within the urban fabric of Milan can take place while respecting the context itself, and how such a settlement can represent an opportunity for the city and the citizen. In detail, the project aims to exploit one of the most critical aspects of these structures, which is the heat produced by the servers, to feed secondary functions dependent on it: a tropical greenhouse and the cultivation of imported products. Having chosen to work in close proximity to the Fondazione Prada is a factor that leads to continuous dialogue and interrelation, both compositionally and functionally. The ultimate goal of the project is to make the data centre a pivotal element of the contemporary city, capable of generating sociality through the creation of spaces characterised by an unprecedented atmosphere. It is therefore necessary to make explicit and exploit its characteristics at the service of the city rather than hiding it and isolating it outside of it.
SANTOS, YONY
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
20-dic-2022
2021/2022
Il mondo sta affogando nei dati. Ogni secondo vengono inviati 3,2 milioni di e-mail, 30.000 frasi vengono cercate su Google e 600 aggiornamenti vengono twittati, 2,5 quintilioni di byte di dati vengono creati ogni giorno. Negli ultimi due anni è stato generato il 90% dei dati mondiali. Man mano che la produzione, il consumo e l’aggregazione dei dati crescono in modo esponenziale, cresce anche l’enorme sistema planetario dell’infrastruttura digitale. Ma, nonostante questa crescita, in pochi sono consapevoli delle implicazioni reali e tangibili che ha una società iperconnessa. Tutto ciò che accade online dipende dall’architettura industriale e apparentemente modesta dei data center: strutture che ospitano sistemi informatici di archiviazione, controllo e utilizzo dei dati. Questi edifici, solitamente collocati fuori dalla città e quasi completamente gestiti da macchine, hanno in comune un’estetica caratterizzata da totale inaccessibilità e anonimato: delle vere e proprie fortezze contemporanee. Tale tipologia architettonica è però in continua mutazione, poiché cerca di assolvere ad una funzione ormai indispensabile per l’uomo: la connessione ad Internet. Si tratta di uno scenario travolgente, che richiede una ridefinizione urgente della pratica architettonica, basata su un sistema di valori condiviso e su nuove forme di cooperazione tra uomo e macchine. La città contemporanea è gestita da macchine di cui non possiamo più ignorare l’esistenza, dobbiamo convivere con loro. La ricerca progettuale parte da queste considerazioni ed è finalizzata a proporre come l’inserimento di un Data Center all’interno del tessuto della città di Milano possa avvenire nel rispetto del contesto stesso, e di come tale insediamento possa rappresentare un’opportunità per la città e per il cittadino. Il progetto mira, infatti, a sfruttare una delle maggiori criticità di queste strutture, ovvero il calore prodotto dai server, per alimentare funzioni secondarie da esso dipendenti: una serra tropicale e la coltivazione di prodotti di importazione. L’aver scelto di lavorare in prossimità di Fondazione Prada risulta essere un fattore che porta a un continuo dialogo e interrelazione, sia dal punto di vista compositivo che funzionale. L’obiettivo ultimo del progetto è quello di rendere il data center un elemento cardine della città contemporanea, capace di generare socialità attraverso la creazione di spazi caratterizzati da un’atmosfera inedita. Occorre quindi esplicitare e sfruttare le sue caratteristiche al servizio della città piuttosto che nasconderlo ed isolarlo al di fuori di essa.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/198673