Interim : analisi e applicazione del concetto di "meanwhile uses" in un contesto di sostenibilità culturale e nuova ospitalità

When we talk about the relationship between the city and its inhabitants, we think first of all about the physical interaction taking place between buildings, museums, bridges, squares and the people who pass through them in their daily lives. But what is really happening in these built places? A fundamental consideration in the overall idea of the city is the concept of identity of a place to be carried out by analysing what turns out to be its Genius Loci - the spirit that characterises it and refers to its collective memory. From Aldo Rossi to contemporary photographers such as Uliano Lucas and Oliver Curson, many well-known personalities have given their contribution to the definition of this concept. The sense of place is part of the broader idea of cultural sustainability, where the city is turned into a three-dimensional space and a landscape of memory, a vector of culture itself seen as a shared and involving good. In this way, the city becomes a caring place, a vector creating social innovation and reflecting on the concept of horizontal density as a network of interactions between people. In this context, the question that arises is therefore how is possible to create/In this context, we cannot help but asking how to create social innovation eventually leading to the construction and fortification of the community. The answer lies in the idea of designing while thinking of a new hospitality aimed at the community itself and departing from the normal idea of its receptive function. A hospitality where the city becomes the stage to create places of aggregation and connection for the community, where people can be welcomed and integrated with the urban areas and the Genius Loci of the place. In this scenario, the so-called 'Meanwhile uses' play a leading role, i.e. temporary uses of abandoned spaces that already have an established future purpose and are therefore responsible for giving a second life to a building, an urban place or a specific space for a defined period of time. In "interim", precisely: the existence of something lasting until a permanent "project" takes over. ’Meanwhile uses' are increasingly taking over abandoned places as promoters of culture, generators of a sense of community and bearers of economic interests. The result of this analysis and of the set of concepts described above is Hangar151, a temporary project in the former abandoned Idroscalo of Pavia, on the banks of the Ticino river, which will become the "City of Light" within a few years. Hangar151 is, first of all, an exhibition open to all the flows passing through the city of Pavia, linked to the two elements that are most part of the Genius Loci of the place itself: the river and the 150 towers that stood out among the buildings in the historic centre in the past. Secondly, it is a space designed to host events that follow a precise schedule linked to the associations operating in the Pavia area, as well as a place of interaction, of alternation between real and digital and of communication with the city itself, in a journey through the past, the present and the future of the hangar hosting them.

Quando si parla di rapporto tra città e coloro che la vivono si pensa in prima battuta all’interazione fisica che avviene tra edifici, musei, ponti, piazze e persone che li attraversano e li percorrono nel quotidiano. Ma che cosa succede realmente tra questi edifici, in mezzo al costruito? Nell’immagine complessiva della città, diventa fondamentale considerare il concetto di identità di un luogo, analizzando attentamente quello che risulta essere il suo Genius Loci, ovvero lo spirito che lo caratterizza e che riguarda la sua memoria collettiva. Da Aldo Rossi ai fotografi contemporanei del calibro di Uliano Lucas e Oliver Curson, molteplici sono i nomi che hanno dato il loro contributo alla definizione di questo concetto. Il senso del luogo è contenuto a sua volta nell’idea più ampia di sostenibilità culturale, dove la città si trasforma in uno spazio tridimensionale e in un paesaggio della memoria, vettore della cultura stessa intesa come un bene condiviso e partecipativo. In questo modo, la città si trasforma in un luogo che cura, ovvero un vettore che produce innovazione sociale e che riflette sul concetto di densità orizzontale come di una trama di interazioni tra le persone. In questo contesto, nasce quindi spontaneo chiedersi come sia possibile creare oggigiorno un’innovazione sociale che porti alla costruzione e alla fortificazione della comunità. La risposta risiede nell’idea di progettare pensando a una nuova ospitalità, che sia rivolta alla comunità stessa e si discosti dalla normale concezione della sua funzione ricettiva. Un’ospitalità dove la città diventa il palcoscenico per dare vita a luoghi di aggregazione e di connessione per la comunità, dove poter ospitare e integrare le persone con le aree urbane e il Genius Loci del posto. In questo scenario, svolgono un ruolo da protagonisti i cosiddetti “Meanwhile uses”, ovvero gli usi temporanei di spazi dormienti che hanno già un utilizzo futuro stabilito e che quindi si occupano di dare una seconda vita a un edificio, un luogo urbano o uno spazio preciso per un arco di tempo definito. Ad “interim”, per l’appunto: l’esistenza di un qualcosa che dura finché non subentra un “progetto” permanente. I “Meanwhile uses” si stanno sempre più impossessando dei luoghi abbandonati in quanto promotori della cultura, generatori del senso di comunità e portatori di interessi economici. Il risultato di questa analisi e dell’insieme dei concetti descritti è Hangar151, un progetto temporaneo dell’ex idroscalo abbandonato di Pavia, sulle rive del fiume Ticino, che nel giro di qualche anno si trasformerà nella “Città della Luce”. Hangar151 è, in primo luogo, una mostra aperta a tutti i flussi che attraversano la città di Pavia legata ai due elementi che più fanno parte del Genius Loci del luogo stesso: il fiume Ticino e le 150 torri che in passato svettavano tra gli edifici del centro storico. In secondo luogo, è uno spazio destinato a ospitare eventi che seguono un palinsesto preciso legato alle associazioni che operano sul territorio pavese oltre che un luogo di interazione, di alternanza tra reale e digitale e di comunicazione con la città stessa, in un viaggio tra passato, presente e futuro dell’hangar che li ospita.