Convivono in Messina due anime: quella dell’odierna “città senza economia”, in contraddizione col potenziale dimostrato dal trend del traffico merci che ha nel suo porto origine/destinazione e con l’importanza strategica che la geografia gli conferisce, e quella poi di una città “dove c’era la storia”, di cui labile traccia rimane dopo il terremoto del 1908, ma di cui, però, “resta la poesia”. Due aspetti che si confrontano, come fossero platea e scena l’uno dell’altro, all’interno del porto, la cui conformazione a forma di falce ne favorisce l’immagine come di un doppio teatro, il cui spettacolo - su una sponda la cortina continua della Palazzata, sull’altra l’attività incessante dei cantieri navali - è stato offerto per secoli a naviganti e marinai: caso unico, il paesaggio architettonico disegna un fronte a mare monumentale sede di attività strategiche, conferendo riconoscibilità all’intero tessuto urbano, forma urbis in cui lo Stretto trova espressione. Il porto ha determinato fortuna e crisi della città ed è ancora in grado di esaltarne il ruolo commerciale storicamente definito. Importante approdo delle Autostrade del Mare, Messina può diventare leader nel Mediterraneo nel trasporto di casse mobili su navi RoRo, andando a specializzare la produzione dell’industria navale e integrando una rete di porti che cooperino e non siano in concorrenza, un sistema portuale regionale forte nel Mezzogiorno, lì dove la rete delle Autostrade del Mare va a sovrapporsi alla rete container, che, non mostrando tendenze spontanee all’integrazione, offrono importanti occasioni di sinergia. Definito un porto commerciale in località Tremestieri, garantite migliori condizioni di attraversamento dello Stretto e rilocalizzato il porto turistico nella rada di San Francesco, il porto storico può tornare a essere abitato dai “personaggi”, primo fra tutti la Cittadella, che nella storia ne hanno determinato forme e destinazioni d’uso, affiancandovi nuove attività. La complessità e la fascinazione di questo territorio è dimostrata dalle elaborazioni cartografiche e letterarie che sono state prodotte e dai numerosi architetti che sul tema, da F. Juvarra a G. Samonà, si sono applicati.

Il porto di Messina : ragioni funzionali e memoria storica. Le vocazioni commerciali e le capacità produttive. Il Teatro Marittimo

BLASINI, FEDERICA
2009/2010

Abstract

Convivono in Messina due anime: quella dell’odierna “città senza economia”, in contraddizione col potenziale dimostrato dal trend del traffico merci che ha nel suo porto origine/destinazione e con l’importanza strategica che la geografia gli conferisce, e quella poi di una città “dove c’era la storia”, di cui labile traccia rimane dopo il terremoto del 1908, ma di cui, però, “resta la poesia”. Due aspetti che si confrontano, come fossero platea e scena l’uno dell’altro, all’interno del porto, la cui conformazione a forma di falce ne favorisce l’immagine come di un doppio teatro, il cui spettacolo - su una sponda la cortina continua della Palazzata, sull’altra l’attività incessante dei cantieri navali - è stato offerto per secoli a naviganti e marinai: caso unico, il paesaggio architettonico disegna un fronte a mare monumentale sede di attività strategiche, conferendo riconoscibilità all’intero tessuto urbano, forma urbis in cui lo Stretto trova espressione. Il porto ha determinato fortuna e crisi della città ed è ancora in grado di esaltarne il ruolo commerciale storicamente definito. Importante approdo delle Autostrade del Mare, Messina può diventare leader nel Mediterraneo nel trasporto di casse mobili su navi RoRo, andando a specializzare la produzione dell’industria navale e integrando una rete di porti che cooperino e non siano in concorrenza, un sistema portuale regionale forte nel Mezzogiorno, lì dove la rete delle Autostrade del Mare va a sovrapporsi alla rete container, che, non mostrando tendenze spontanee all’integrazione, offrono importanti occasioni di sinergia. Definito un porto commerciale in località Tremestieri, garantite migliori condizioni di attraversamento dello Stretto e rilocalizzato il porto turistico nella rada di San Francesco, il porto storico può tornare a essere abitato dai “personaggi”, primo fra tutti la Cittadella, che nella storia ne hanno determinato forme e destinazioni d’uso, affiancandovi nuove attività. La complessità e la fascinazione di questo territorio è dimostrata dalle elaborazioni cartografiche e letterarie che sono state prodotte e dai numerosi architetti che sul tema, da F. Juvarra a G. Samonà, si sono applicati.
PALLINI, CRISTINA
ARC II - Facolta' di Architettura Civile
31-mar-2011
2009/2010
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/19961