Camminare non per arrivare a destinazione, ma per il gusto di farlo, per il gusto di scoprire angoli mai visti. Charles Baudelaire introdusse per la prima volta la figura del flâneur a metà del XIX secolo a Parigi. Rappresentava un passante a metà tra il bohème e il vagabondo, che cammina senza meta per le strade della città, fermandosi di tanto in tanto ad osservare. Baudelaire vedeva nel flâneur l'archetipo dell'artista moderno, l'unico capace di rappresentare in modo analitico la realtà circostante. Nel XX secolo, l'arte del passeggio praticata dal flâneur venne sostituita dalla pratica surrealista della deambulazione, che consisteva nel passare da un contesto urbano all'altro, vagando per la città in cerca di nuove associazioni mentali. Al Surrealismo fece eco il Situazionismo, che con Guy Debord riprendeva la pratica del vagabondaggio urbano chiamandolo deriva psicogeografica, un’esplorazione della realtà non affrettata e libera da programmi. Il malato di Alzheimer, è affetto da un disturbo comportamentale detto wandering, che consiste nel camminare incessantemente senza un chiaro scopo apparente. L’obiettivo del progetto è quello di intervenire sui percorsi che il malato compie senza mai rivolgere l’attenzione verso ciò che lo circonda, cercando di strutturarli in modo da diminuire il carattere ossessivo di questo comportamento, di guidarlo all’interno dello spazio. L’intento è quello di creare un’ambiente fisico e comunicativo, lavorando su quelle zone di passaggio a cui generalmente si presta poca attenzione, ovvero i camminamenti. L’arte diventa così il mezzo di comunicazione che distrae il malato, lo coinvolge e lo chiama in causa in qualità di soggetto partecipe di un’esperienza.

Dentro lo spazio vuoto. Dispositivi ambientali per il controllo e la gestione del wandering nei malati di Alzheimer.

SCAGLIONI, CLAUDIA
2009/2010

Abstract

Camminare non per arrivare a destinazione, ma per il gusto di farlo, per il gusto di scoprire angoli mai visti. Charles Baudelaire introdusse per la prima volta la figura del flâneur a metà del XIX secolo a Parigi. Rappresentava un passante a metà tra il bohème e il vagabondo, che cammina senza meta per le strade della città, fermandosi di tanto in tanto ad osservare. Baudelaire vedeva nel flâneur l'archetipo dell'artista moderno, l'unico capace di rappresentare in modo analitico la realtà circostante. Nel XX secolo, l'arte del passeggio praticata dal flâneur venne sostituita dalla pratica surrealista della deambulazione, che consisteva nel passare da un contesto urbano all'altro, vagando per la città in cerca di nuove associazioni mentali. Al Surrealismo fece eco il Situazionismo, che con Guy Debord riprendeva la pratica del vagabondaggio urbano chiamandolo deriva psicogeografica, un’esplorazione della realtà non affrettata e libera da programmi. Il malato di Alzheimer, è affetto da un disturbo comportamentale detto wandering, che consiste nel camminare incessantemente senza un chiaro scopo apparente. L’obiettivo del progetto è quello di intervenire sui percorsi che il malato compie senza mai rivolgere l’attenzione verso ciò che lo circonda, cercando di strutturarli in modo da diminuire il carattere ossessivo di questo comportamento, di guidarlo all’interno dello spazio. L’intento è quello di creare un’ambiente fisico e comunicativo, lavorando su quelle zone di passaggio a cui generalmente si presta poca attenzione, ovvero i camminamenti. L’arte diventa così il mezzo di comunicazione che distrae il malato, lo coinvolge e lo chiama in causa in qualità di soggetto partecipe di un’esperienza.
GALLI, CHRISTIAN
ARC III - Facolta' del Design
1-apr-2011
2009/2010
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/20004