How do commercial spaces and urban planning intertsect themselves? What kind of reference scale should we target? Can the privatization of the commercial sector have a public purpose? Is it possible to learn something from the Las Vegas described by Robert Venturi, Denise Scott-Brown and Steven Izenour? Can the commercial space become a landmark? These large spaces have a big impact on cities. Can we describe them as an economic factor only? If obsolescence takes over, what kind of consequences can be highlighted? What do the new commercial proposals need in terms of functions and structures? Can the designs ensure eternal youth to the retail space due to entrepreneurs-artists-architects’ great ideas in terms of layout? Do the designs they produce constitute spillover effects on the surroundings? If yes, which ones? Has the active policies literature already explored all the possible solutions in this regard? And if architectural decay were the starting condition and not the conclusion of a cycle, how would urban planning react?

Gli spazi commerciali e la pianificazione urbana in che modo si intrecciano? A quale tipo di scala di riferimento ci si rivolge? La privatizzazione dell’ambito commerciale può avere una finalità pubblica? È possibile imparare qualcosa dalla Las Vegas descritta da Robert Venturi, Denise Scott-Brown e Steven Izenour? Il luogo della vendita può diventare un landmark? L’impatto che questi grandi spazi manifestano sulle città è solamente da interpretarsi come fattore economico? Qualora subentri l’obsolescenza che tipo di conseguenze si possono evidenziare? Le nuove offerte commerciali, per quanto riguarda funzione e struttura, di cosa hanno bisogno? I disegni che gli imprenditori-artisti-architetti attuano in termini di layout possono assicurare eterna giovinezza allo spazio di retail? I design da loro prodotti costituiscono degli effetti di ricaduta sull’intorno? Se sì quali? La letteratura in termini di politiche attive ha già esplorato tutte le possibili soluzioni a riguardo? E se proprio il degrado architettonico fosse la condizione di partenza e non la conclusione di un ciclo, la pianificazione urbana come reagirebbe?

Thinking outside the box

Azzarone, Andrea
2021/2022

Abstract

How do commercial spaces and urban planning intertsect themselves? What kind of reference scale should we target? Can the privatization of the commercial sector have a public purpose? Is it possible to learn something from the Las Vegas described by Robert Venturi, Denise Scott-Brown and Steven Izenour? Can the commercial space become a landmark? These large spaces have a big impact on cities. Can we describe them as an economic factor only? If obsolescence takes over, what kind of consequences can be highlighted? What do the new commercial proposals need in terms of functions and structures? Can the designs ensure eternal youth to the retail space due to entrepreneurs-artists-architects’ great ideas in terms of layout? Do the designs they produce constitute spillover effects on the surroundings? If yes, which ones? Has the active policies literature already explored all the possible solutions in this regard? And if architectural decay were the starting condition and not the conclusion of a cycle, how would urban planning react?
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
20-dic-2022
2021/2022
Gli spazi commerciali e la pianificazione urbana in che modo si intrecciano? A quale tipo di scala di riferimento ci si rivolge? La privatizzazione dell’ambito commerciale può avere una finalità pubblica? È possibile imparare qualcosa dalla Las Vegas descritta da Robert Venturi, Denise Scott-Brown e Steven Izenour? Il luogo della vendita può diventare un landmark? L’impatto che questi grandi spazi manifestano sulle città è solamente da interpretarsi come fattore economico? Qualora subentri l’obsolescenza che tipo di conseguenze si possono evidenziare? Le nuove offerte commerciali, per quanto riguarda funzione e struttura, di cosa hanno bisogno? I disegni che gli imprenditori-artisti-architetti attuano in termini di layout possono assicurare eterna giovinezza allo spazio di retail? I design da loro prodotti costituiscono degli effetti di ricaduta sull’intorno? Se sì quali? La letteratura in termini di politiche attive ha già esplorato tutte le possibili soluzioni a riguardo? E se proprio il degrado architettonico fosse la condizione di partenza e non la conclusione di un ciclo, la pianificazione urbana come reagirebbe?
File allegati
File Dimensione Formato  
A.Azzarone_Thiking outside the box_.pdf

accessibile in internet solo dagli utenti autorizzati

Dimensione 6.47 MB
Formato Adobe PDF
6.47 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/201515