Nel 1881 Milano presenta le condizioni perché inizi a formarsi un mito relativo al suo ruolo di città del progresso e della scienza. Importante centro ferroviario, gode di una articolata rete tranviaria urbana, della presenza di ospedali, bagni pubblici, Istituti di Istruzione , scuole regie e comunali, di oltre dieci teatri e banche, di case editrici e testate di periodici e quotidiani, ma soprattutto della presenza della moderna architettura in ferro e vetro. Si pensi alla Galleria De Cristoforis del 1831, alla Galleria Vittorio Emanuele del 1867, ai mercati di piazza Vetra del 1860 e, però nel 1911, al mercato di Porta Vittoria . Ma nel 1881, soprattutto, con l’Esposizione Industriale Nazionale, debutta a Milano il tipo del padiglione espositivo in ferro e vetro. Tra le undici Esposizioni che si tennero in Italia nel periodo dal 1861 al 1915, e nelle quali è registrata la presenza di padiglioni in ferro e vetro, l’Esposizione del 1881 a Milano fu la prima in cui si propose di adottare massivamente tale tecnologia costruttiva. Grazie ai documenti d’archivio si ricostruiscono le fasi dell’Esposizione, dall’ideazione, al Manifesto, al finanziamento, alla scelta della località, alla realizzazione, con una precisa descrizione degli edifici: nel primitivo progetto erano previste in ferro e vetro tutte le Gallerie Principali e le altre Gallerie, ma per motivi economici furono effettivamente costruite in legno, con in ferro e vetro solo i cupolini con i lucernari. Anche il Salone Pompeiano e il Dodecagono ebbero solo la copertura con i lucernari. Uniche interamente in ferro e vetro le tettoie di copertura del cortile della Villa Reale. Caratteri propri della tipologia dei padiglioni espositivi - trasparenza, trasformabilità, leggerezza, modularità, riutilizzo - soddisfacevano anche i bisogni dei teatri di posa, nuova tipologia per la neonata cinematografia. I documenti d’archivio informano sulla presenza a Milano nel primo Novecento di varie case di produzione, ma permettono di rintracciare solo una struttura di teatro di posa in ferro e vetro, quella della Comerio & C. in via Serbelloni 4, di cui ci forniscono disegni. Documenti di tipo bibliografico danno invece informazioni sul teatro di posa della Milano-Film in Bovisa.

Trasparenze effimere. L'Esposizione Industriale Italiana del 1881 e i teatri di posa negli archivi milanesi

VOLTOLIN, COSTANZA
2009/2010

Abstract

Nel 1881 Milano presenta le condizioni perché inizi a formarsi un mito relativo al suo ruolo di città del progresso e della scienza. Importante centro ferroviario, gode di una articolata rete tranviaria urbana, della presenza di ospedali, bagni pubblici, Istituti di Istruzione , scuole regie e comunali, di oltre dieci teatri e banche, di case editrici e testate di periodici e quotidiani, ma soprattutto della presenza della moderna architettura in ferro e vetro. Si pensi alla Galleria De Cristoforis del 1831, alla Galleria Vittorio Emanuele del 1867, ai mercati di piazza Vetra del 1860 e, però nel 1911, al mercato di Porta Vittoria . Ma nel 1881, soprattutto, con l’Esposizione Industriale Nazionale, debutta a Milano il tipo del padiglione espositivo in ferro e vetro. Tra le undici Esposizioni che si tennero in Italia nel periodo dal 1861 al 1915, e nelle quali è registrata la presenza di padiglioni in ferro e vetro, l’Esposizione del 1881 a Milano fu la prima in cui si propose di adottare massivamente tale tecnologia costruttiva. Grazie ai documenti d’archivio si ricostruiscono le fasi dell’Esposizione, dall’ideazione, al Manifesto, al finanziamento, alla scelta della località, alla realizzazione, con una precisa descrizione degli edifici: nel primitivo progetto erano previste in ferro e vetro tutte le Gallerie Principali e le altre Gallerie, ma per motivi economici furono effettivamente costruite in legno, con in ferro e vetro solo i cupolini con i lucernari. Anche il Salone Pompeiano e il Dodecagono ebbero solo la copertura con i lucernari. Uniche interamente in ferro e vetro le tettoie di copertura del cortile della Villa Reale. Caratteri propri della tipologia dei padiglioni espositivi - trasparenza, trasformabilità, leggerezza, modularità, riutilizzo - soddisfacevano anche i bisogni dei teatri di posa, nuova tipologia per la neonata cinematografia. I documenti d’archivio informano sulla presenza a Milano nel primo Novecento di varie case di produzione, ma permettono di rintracciare solo una struttura di teatro di posa in ferro e vetro, quella della Comerio & C. in via Serbelloni 4, di cui ci forniscono disegni. Documenti di tipo bibliografico danno invece informazioni sul teatro di posa della Milano-Film in Bovisa.
ARC I - Facolta' di Architettura e Società
1-apr-2011
2009/2010
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/20262