The psychological experience of workplace flexibility : the importance to control social boundaries to achieve well-balanced levels of wellbeing - a longitudinal study

Flexible work arrangements have been introduced inside organizations from the beginning of the current millennium. However, the COVID-19 pandemic has boosted this trend, as companies were forced to implement remote working during the lockdown. This has brought to light many long-standing criticisms, and new needs and demands have emerged. Individuals working in a flexible workplace, perform numerous and continuous transitions between their different life roles and see the boundaries between work and nonwork domains increasingly blurring. Previous research has focused on the impact of the implementation of these practices on workers’ wellbeing, with many contradictory findings. The conducted study presents an innovative perspective, by applying a phenomenological approach, that allows focusing on the psychological experience of individuals when working with flexibility practices. By exploiting boundary theory, we aim to study how increased autonomy in managing the time and location of work, jointly with greater control over role transitions, can help individuals in achieving a well-balanced level of wellbeing. The research has been carried out on a two-wave longitudinal study, by collecting data from a sample of 518 respondents, working in an Italian bank. The findings suggest that perceiving greater autonomy in managing the time and location of work, could be detrimental for people, who could become over-engaged and potentially work longer hours. However, this negative effect is offset for those individuals who show to perceive greater control over work-nonwork domains boundaries, which allows them to achieve a more satisfactory work-life balance.

Fin dall’inizio dell’attuale millennio, sono state introdotte all’interno delle diverse organizzazioni modalità di lavoro flessibile. Tuttavia, la pandemia da COVID-19 ha accelerato questo processo. Ciò ha portato alla luce molte criticità di lunga data, nonché nuove esigenze e richieste. Gli individui che lavorano in un ambiente di lavoro flessibile si trovano a dover affrontare frequenti transizioni di ruolo, rendendo sempre più impercettibili i confini tra dominio lavorativo e non-lavorativo. Numerose ricerche, finora, si sono concentrate sull'impatto che l'implementazione di tali pratiche possa avere sul benessere dei lavoratori, raggiungendo spesso risultati contraddittori. Il presente studio propone una prospettiva innovativa, poiché prevede un approccio fenomenologico, che permette di concentrarsi sull'esperienza psicologica degli individui coinvolti in pratiche di lavoro flessibile. Avvalendoci della “teoria dei confini”, la presente tesi mira a studiare come l'autonomia nella gestione dei tempi e dei luoghi di lavoro, unitamente ad un maggiore controllo sulle transizioni di ruolo, possa aiutare le persone a raggiungere un livello equilibrato di benessere. La ricerca è stata condotta attraverso uno studio longitudinale su due tempi, raccogliendo dati da un campione di 518 intervistati. I risultati suggeriscono che una maggiore percezione di autonomia nella gestione dei tempi e dei luoghi di lavoro potrebbe risultare dannosa per le persone, con il rischio che diventino eccessivamente coinvolte e siano portate a lavorare più a lungo del dovuto. Tuttavia, questo effetto negativo risulta compensato nei casi in cui i soggetti coinvolti maturano un maggiore controllo dei confini tra sfera lavorativa e privata, che consente agli individui di raggiungere un bilanciamento più soddisfacente tra i due ambiti.