The single-screen cinema has long been both a cultural and recreational landmark of great social importance. In recent decades it has undergone a process of increasing loss of relevance, initially as a result of the spread of the television medium, which in turn has been supplanted by digital entertainment, then again by the sudden spread of multiplex facilities, and finally because of the pandemic that has physically prevented its use. What generally remains are enclosures sometimes of significant size, often located at strategic points in the urban fabric and with interesting architectural connotations. The research starts from the investigation of some virtuous examples that have been able to reclaim their social and cultural value, transforming and integrating strategic functions and their spatial configuration, also in a very creative way. An increasingly marked openness to the new world of sociocultural hybrid spaces is grasped. Therefore, the thesis has dutifully deepened in this regard, with operational investigations in the field. The project took shape within the city of Como, within which the same general criticalities can be read. Indeed, there are several historical film realities in distress. Based on this urban analysis, strongly directed towards the resident population under thirty, an architectural experimentation aimed at transforming the “Gloria” single-screen cinema into a sociocultural hybrid space was carried out. What is proposed for the exercise is not to distort content and container, but to rethink both as design opportunities and as incubators of territorial ties. The thesis project is part of the larger research program entitled “ Imaginable Spaces. Architecture/ education/ visual arts for urban micro-space.”

Il cinematografo è stato per un lungo periodo di tempo un punto di riferimento sia culturale sia ricreativo di grande importanza sociale. Negli ultimi decenni, nella sua storica accezione di monosala, ha subito un processo di perdita di rilevanza sempre più accentuato, inizialmente per effetto della diffusione del mezzo televisivo, a sua volta soppiantato dall’intrattenimento digitale, poi ancora dalla repentina diffusione delle strutture multisala ed infine a causa della pandemia che ne ha fisicamente impedito l’utilizzo. Ciò che generalmente rimane sono degli involucri a volte anche di dimensioni rilevanti, spesso collocati in punti strategici della trama urbana e dalle connotazioni architettoniche interessanti. La ricerca parte dall’indagine di alcuni esempi virtuosi che hanno saputo riappropriarsi del proprio valore sociale e culturale, trasformando ed integrando le funzioni strategiche e la loro configurazione spaziale, in maniera anche molto creativa. Si coglie una sempre più marcata apertura verso il mondo nuovo delle realtà ibride socioculturali. Pertanto la tesi ha operato un doveroso approfondimento in tal senso, con indagini operative sul campo. Lo sbocco progettuale si è concretizzato all’interno della realtà cittadina di Como, entro la quale si leggono le stesse criticità di carattere generale. Sono infatti presenti alcune realtà cinematografiche storiche in sofferenza. Sulla base di questa analisi urbana, fortemente indirizzata nei confronti della popolazione residente under trenta, si è operata una sperimentazione architettonica volta a trasformare il cinema monosala Gloria in uno spazio ibrido socioculturale. Ciò che si propone per l’esercizio non è di snaturare contenuto e contenitore, ma di ripensare entrambi sia come occasioni progettuali sia come incubatori di legami territoriali. Il progetto di tesi si colloca all’interno del più ampio programma di ricerca intitolato “ Spazi immaginabili. Architettura/ educazione/ Arti visive per il microspazio urbano”.

COMODO. Da un cinematografo a uno spazio ibrido socioculturale a Como

Ghioldi, Eleonora
2021/2022

Abstract

The single-screen cinema has long been both a cultural and recreational landmark of great social importance. In recent decades it has undergone a process of increasing loss of relevance, initially as a result of the spread of the television medium, which in turn has been supplanted by digital entertainment, then again by the sudden spread of multiplex facilities, and finally because of the pandemic that has physically prevented its use. What generally remains are enclosures sometimes of significant size, often located at strategic points in the urban fabric and with interesting architectural connotations. The research starts from the investigation of some virtuous examples that have been able to reclaim their social and cultural value, transforming and integrating strategic functions and their spatial configuration, also in a very creative way. An increasingly marked openness to the new world of sociocultural hybrid spaces is grasped. Therefore, the thesis has dutifully deepened in this regard, with operational investigations in the field. The project took shape within the city of Como, within which the same general criticalities can be read. Indeed, there are several historical film realities in distress. Based on this urban analysis, strongly directed towards the resident population under thirty, an architectural experimentation aimed at transforming the “Gloria” single-screen cinema into a sociocultural hybrid space was carried out. What is proposed for the exercise is not to distort content and container, but to rethink both as design opportunities and as incubators of territorial ties. The thesis project is part of the larger research program entitled “ Imaginable Spaces. Architecture/ education/ visual arts for urban micro-space.”
BERSANI, ELEONORA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
4-mag-2023
2021/2022
Il cinematografo è stato per un lungo periodo di tempo un punto di riferimento sia culturale sia ricreativo di grande importanza sociale. Negli ultimi decenni, nella sua storica accezione di monosala, ha subito un processo di perdita di rilevanza sempre più accentuato, inizialmente per effetto della diffusione del mezzo televisivo, a sua volta soppiantato dall’intrattenimento digitale, poi ancora dalla repentina diffusione delle strutture multisala ed infine a causa della pandemia che ne ha fisicamente impedito l’utilizzo. Ciò che generalmente rimane sono degli involucri a volte anche di dimensioni rilevanti, spesso collocati in punti strategici della trama urbana e dalle connotazioni architettoniche interessanti. La ricerca parte dall’indagine di alcuni esempi virtuosi che hanno saputo riappropriarsi del proprio valore sociale e culturale, trasformando ed integrando le funzioni strategiche e la loro configurazione spaziale, in maniera anche molto creativa. Si coglie una sempre più marcata apertura verso il mondo nuovo delle realtà ibride socioculturali. Pertanto la tesi ha operato un doveroso approfondimento in tal senso, con indagini operative sul campo. Lo sbocco progettuale si è concretizzato all’interno della realtà cittadina di Como, entro la quale si leggono le stesse criticità di carattere generale. Sono infatti presenti alcune realtà cinematografiche storiche in sofferenza. Sulla base di questa analisi urbana, fortemente indirizzata nei confronti della popolazione residente under trenta, si è operata una sperimentazione architettonica volta a trasformare il cinema monosala Gloria in uno spazio ibrido socioculturale. Ciò che si propone per l’esercizio non è di snaturare contenuto e contenitore, ma di ripensare entrambi sia come occasioni progettuali sia come incubatori di legami territoriali. Il progetto di tesi si colloca all’interno del più ampio programma di ricerca intitolato “ Spazi immaginabili. Architettura/ educazione/ Arti visive per il microspazio urbano”.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/204522