An urban activator in Budapest : designing a hybrid building at the former electric power distributor station by Csaba Virág

The socialist leadership of the time promoted large-scale restoration works of many bomb sites in Budapest after WWII, such as the Power Station designed by Csaba Virág and built in 1979, an outstanding building of its time and a document of the modernist period, no matter its invasive character in the medieval surroundings. On the contrary, for many aspects this “machine” pointing towards future’s modernity remained respectful of the historical environment, regardless of its contextless brutalism. The wise placement of the mass on a contradictory plot, the reflecting façade connecting the historical surroundings to the modernist interior, the tower element evoking the spire structures of the district and all the high-tech standardized details made this building an exceptional element inside the medieval urban fabric. But after the function was moved out from the Castle District in 2007, the building was abandoned. This caused several deteriorations on the non-maintained facade and a total functional decline. Highly growing antipathy and public rejection towards the neglected Power Station made its demolition possible for local Municipality, so to replace it by a conservative building which represents the same walled structure system of historic houses in the bailey. Thus, by 2020 only the original basement and staircase elements survived. The traditionalist attitude from the government shows how radically they want to maintain the historical architectural image of the castle district, by permanently deleting the evidence of recent history and the hidden significance behind modernist architectural language. Therefore, the unused design plot in the historic urban fabric provides a perfect setting for incorporating a building that is both typologically and functionally hybrid.

La leadership socialista dell'epoca promosse ampi lavori di restauro di molti siti bombardati di Budapest dopo la seconda guerra mondiale, come la centrale elettrica progettata da Csaba Virág e costruita nel 1979, un edificio eccezionale per l'epoca e un simbolo del periodo modernista, nonostante il suo carattere invasivo nell'ambiente medievale. Al contrario, per molti aspetti questo "maccanismo" rivolto verso la modernità del futuro rimase rispettosa dell'ambiente storico, indipendentemente dal suo brutalismo senza contesto. La saggezza della collocazione della massa in un ambiente contrastante, la facciata riflettente che collega l'ambiente storico all'interno modernista, l'elemento torre che evoca le strutture a guglia del quartiere e tutti i dettagli standardizzati ad alta tecnologia hanno reso questo edificio un elemento eccezionale all'interno del tessuto urbano medievale. Ma dopo che la funzione dell’edeficio é stata trasferita fuori dal distretto del Castello nel 2007, l'immobile è stato abbandonato. Ciò ha causato diversi deterioramenti sulla facciata non manutenuta e un totale declino funzionale. L'alta crescita dell'antipatia e del rifiuto pubblico nei confronti della trascurata centrale elettrica ha reso possibile la sua demolizione per il Comune, per sostituirla con un edificio conservativo che rappresentava lo stesso sistema di struttura muraria delle case storiche nel distretto. Così dopo la demolizione del 2020 solo gli elementi originali del seminterrato e della scala sono sopravvissuti. L'atteggiamento tradizionalista del governo mostra quanto vogliano radicalmente mantenere l'immagine architettonica storica del distretto del castello, cancellando definitivamente le prove della storia recente e il significato nascosto dietro il linguaggio architettonico modernista. Ecco perché il sito abbandonato nel tessuto storico urbano diventa il contesto ideale dove innestare un intervento architettonico tipologicamente e funzionalmente ibrido.