Tribe: transitional roadmap in building ecosystem : the future of residential building from a service design perspective

According to the World Health Organization, millions of Europeans spend approximately 90% of their time indoors in urban environments. Thus, buildings play a leading role, holding an essential relationship in everyday life. Innovations in buildings contribute significantly to improving diary well-being and at the same time have the potential to reduce human’s impact on nature and its resources. However, real estate is a sector that has remained stagnant over the years, complicit in the effort to gather physical, human and financial resources suitable for modification and updating in facilities. In fact, to date, real estate consumption is responsible for 40 percent of the EU’s final energy consumption, in fact, i.e. Italy’s building stock has structures and installations 75 percent of which date back to before 1990. Energy performance building directive stimulates immediate action to renovate EU buildings, reduce energy consumption, decrease building-related emissions, and achieve a climate-neutral European building stock by 2050. A new area of inclusion is identified for citizens: they can no longer be just consumers, but producers of renewable energy. Closely related to the concept of prosumer is that of widespread self-consumption, meaning that multiple prosumers decide to join and share energy. This phenomenon is expected to grow rapidly. The research points, in particular, to the desirability of the establishment of renewable energy communities. Energy community is an association whose participants collectively self-consume through a model based on sharing: the collaborative energy form. In terms of energy distribution, it is a local exchange system, within the same primary substation, with the purpose to promote joint management, using renewable energy. Then, the system passes excess ‘energy to the grid, which benefits from more available energy to distribute. The phenomenon of renewable energy communities is interesting because they are not only useful for meeting energy needs, but stimulate the emergence of new socio-economic models, which characterize circularity. The ultimate goal is a systemic project that aims to create the conditions such that sustainable innovation ‘spontaneously’ develops in the Italian housing fabric, intervening as little as possible on infrastructure. The project promotes user awareness and facilitates the use of renewable energy, drawing value from social cohesion. The aim is the development of a solution that is capable of self-powering, while being rooted in a grassroots approach that can involves even just housing units. The project rides the wave of superbonus redevelopment, which has begun to populate the Italian territory with photovoltaic panels, with a focus on social housing solutions.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, milioni di europei trascorrono circa il 90% del loro tempo al chiuso in ambienti urbani. Gli edifici svolgono, quindi, un ruolo di primo piano, avendo un rapporto essenziale con la vita quotidiana. Le innovazioni negli edifici contribuiscono in modo significativo al miglioramento del benessere abitativo e, allo stesso tempo, hanno il potenziale per ridurre l’impatto dell’uomo sulla natura e sulle sue risorse. Tuttavia, il settore immobiliare è rimasto stagnante negli anni, complice lo sforzo importante che richiede la raccolta di risorse fisiche, umane e finanziarie atte a modificare e aggiornare le strutture. Ad oggi, infatti, i consumi immobiliari sono responsabili del 40% dei consumi finali di energia dell’UE. In Italia vi sono diverse cause, come, per esempio, il patrimonio edilizio italiano che presenta strutture e impianti obsoleti, siccome sono per il 75% antecedenti al 1990. La direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici stimola un’azione immediata per rinnovare gli edifici dell’UE, ridurre i consumi energetici, diminuire le emissioni legate agli edifici e raggiungere un patrimonio edilizio europeo neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. In questa direzione viene individuata una nuova area di inclusione per i cittadini: essi, da semplici consumatori, possono diventare produttori di energia rinnovabile. Strettamente legato al concetto di prosumer vi è il fenomeno di autoconsumo diffuso, ovvero più prosumer che decidono di unirsi e condividere l’energia. Questo evento è destinato a crescere rapidamente e la ricerca evidenzia, in particolare, l’opportunità di creare comunità energetiche. La comunità energetica è un’associazione i cui partecipanti autoconsumano collettivamente attraverso un modello basato sulla condivisione collaborativa. In termini di distribuzione dell’energia, si tratta di un sistema di scambio locale, all’interno della stessa sottostazione primaria, per promuovere una gestione congiunta, utilizzando energia rinnovabile; inoltre si consegna l’energia in eccesso alla rete, la quale beneficia di più energia disponibile da distribuire. Il fenomeno delle comunità di energia rinnovabile è interessante perché non è solo utile a soddisfare il fabbisogno energetico, ma stimola la nascita di nuovi modelli socio-economici, che caratterizzano la circolarità. L’obiettivo finale è un progetto sistemico che mira a creare i presupposti tali per cui si sviluppi ‘spontaneamente’ innovazione sostenibile nel tessuto abitativo italiano, intervenendo il meno possibile sulle infrastrutture. Il progetto promuove la consapevolezza degli utenti e facilita l’uso di energie rinnovabili, traendo valore dalla coesione sociale. Lo scopo è lo sviluppo di una soluzione in grado di auto-alimentarsi, pur essendo radicata in un approccio grassroot, che coinvolge anche solo le unità abitative e non industriali. Il progetto cavalca l’onda della riqualificazione del superbonus, che ha iniziato a popolare il territorio italiano di pannelli fotovoltaici, con un occhio di riguardo alle soluzioni di social housing