Il lavoro è dedicato al complesso castellano di Sant’Angelo Lodigiano (LO). Alla rilevanza storica del castello si contrappone l’attuale chiusura al pubblico e il sottoutilizzo degli ambienti; ciò ha richiesto una riflessione approfondita capace di orientare la conservazione e la valorizzazione del castello. Lo studio è stato sviluppato secondo tre linee: ricostruzione storica, analisi dello stato di fatto e proposta di recupero. La carenza di documenti è stata colmata attraverso l’analisi dell’esistente e il confronto con altri castelli. Un particolare approfondimento ha riguardato il periodo compreso tra XIX e XX sec., in cui l’edificio subì un “restauro stilistico” basato sulla copia del Castello di Milano. Tale confronto ha poi supportato la comprensione dei caratteri costruttivi; molto utile è stato il riscontro delle tecniche contenute nei manuali storici di fine XIX-inizio XX secolo. È seguito un rilievo metrico con un’analisi dei dissesti, che sono risultati importanti e disomogenei; il cinematismo individuato coincide con una disarticolazione della struttura. Un’ulteriore analisi ha riguardato il sottoutilizzo degli spazi, dovuto a ragioni di sicurezza, inadeguatezza alle normative e carenza di usi. La terza fase propone un nuovo layout funzionale, complementare all’intervento strutturale. Verranno potenziati i rapporti con gli spazi pubblici, le aree agricole e il fiume Lambro; si auspica la conversione del castello in un nuovo polo culturale con funzioni di servizio nei fabbricati circostanti. La disarticolazione verrà contenuta attraverso interventi capaci di legare la struttura ai diversi livelli: vespaio armato attivo, massetti armati, tiranti longitudinali, tavolato di controventamento della copertura, ripristino della collaborazione tra murature e contrafforti. Infine l’esigenza di accessibilità ha richiesto un ascensore e una nuova scala metallica, appesa ad una reticolare spaziale. Lo studio sfocia nella previsione di un intervento realizzabile in fasi successive. Si auspica infine la costituzione di un nuovo organo di gestione, originato dalla collaborazione tra la fondazione proprietaria, più enti locali e privati.
Il castello di Sant'Angelo Lodigiano : le origini, i restauri e il progetto di recupero
FILARETTI, ALICE
2010/2011
Abstract
Il lavoro è dedicato al complesso castellano di Sant’Angelo Lodigiano (LO). Alla rilevanza storica del castello si contrappone l’attuale chiusura al pubblico e il sottoutilizzo degli ambienti; ciò ha richiesto una riflessione approfondita capace di orientare la conservazione e la valorizzazione del castello. Lo studio è stato sviluppato secondo tre linee: ricostruzione storica, analisi dello stato di fatto e proposta di recupero. La carenza di documenti è stata colmata attraverso l’analisi dell’esistente e il confronto con altri castelli. Un particolare approfondimento ha riguardato il periodo compreso tra XIX e XX sec., in cui l’edificio subì un “restauro stilistico” basato sulla copia del Castello di Milano. Tale confronto ha poi supportato la comprensione dei caratteri costruttivi; molto utile è stato il riscontro delle tecniche contenute nei manuali storici di fine XIX-inizio XX secolo. È seguito un rilievo metrico con un’analisi dei dissesti, che sono risultati importanti e disomogenei; il cinematismo individuato coincide con una disarticolazione della struttura. Un’ulteriore analisi ha riguardato il sottoutilizzo degli spazi, dovuto a ragioni di sicurezza, inadeguatezza alle normative e carenza di usi. La terza fase propone un nuovo layout funzionale, complementare all’intervento strutturale. Verranno potenziati i rapporti con gli spazi pubblici, le aree agricole e il fiume Lambro; si auspica la conversione del castello in un nuovo polo culturale con funzioni di servizio nei fabbricati circostanti. La disarticolazione verrà contenuta attraverso interventi capaci di legare la struttura ai diversi livelli: vespaio armato attivo, massetti armati, tiranti longitudinali, tavolato di controventamento della copertura, ripristino della collaborazione tra murature e contrafforti. Infine l’esigenza di accessibilità ha richiesto un ascensore e una nuova scala metallica, appesa ad una reticolare spaziale. Lo studio sfocia nella previsione di un intervento realizzabile in fasi successive. Si auspica infine la costituzione di un nuovo organo di gestione, originato dalla collaborazione tra la fondazione proprietaria, più enti locali e privati.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/20719