Facing with the primary need of shelter, in a society featured by an increasing social gap, designers have the responsibility to merge the energy efficiency issue with the immediate affordability of the building. The cost saving strategy, carried out by economizing on materials, has produced , as the only result, a wide spread of little efficient and badly designed buildings which are unveiling, with the time passing, high maintenance costs and poor performances. It is very likely to exist different ways to pursue the idea of an efficient building capable to be cheap as well, but we chose to focus on a particular trend, trying to find out its possible potentials and weaknesses: the container housing. Bombarded by media with dozens of suggestive pictures showing how versatile this technology is supposed to be, we aim to go deeper into the matter in order to demonstrate if and how shipping containers’ usage might be serviceable for the building industry. Maintaining a scientific approach in the regards of the project, we developed a building system allowing a hypothetical architect to make his own design starting from a catalog of tested technical details. The main objectives of our research have concentrated on the modular trait of such a technology, expected to get some advantages on site activities through speeding the assembly process and improving the overall safety of works. The idea of saving on structures expenditure has not been leading our project, despite of any possible achieved result in that direction. In the main project we tried to comply the most demanding requirements in comfort, finishes and energy efficiency, without any compromise. Only in the final stage we dealt with a project solution (made by shipping containers as well) primarily aimed at saving as much money as possible, through metal sheet's cuts limitation, whose direct consequence was the lower usage of structural reinforcement. This second design proposal was developed in order to compare the economical and technical peculiarities featuring differently conceived container housing solutions. Another comparison has been made between the first, more refined , container house and a normal modern one, provided with standard steel frame. We don’t expect our research to exhaust the wide and complicated issue of building with shipping containers; however we are confident that all the produced material could be useful to anyone who, starting from nothing, might be interested in deepening this subject.

Dinnanzi all’imperante necessità di far fronte all’esigenza primaria dell’abitare, in una società caratterizzata da un graduale acuirsi del divario sociale, è necessario far collimare l’istanza efficientista, che vorrebbe sdoganate sul mercato di massa le migliori tecnologie costruttive, con l’immediata sostenibilità finanziaria, ad oggi il principale ostacolo alla diffusione di un’architettura realmente prestazionale. L’idea generale di economizzare sui materiali, a discapito dell’ampio consenso che riscontra nella prassi, non porta evidentemente a una soluzione plausibile del problema, producendo al contrario una vasta offerta di immobili che, se a breve termine incontrano il favore del pubblico con un prezzo accessibile, col passare del tempo rivelano tutta la propria inadeguatezza in termini di costi di gestione e sostenibilità ambientale. E’probabile che esista più d’una via percorribile per giungere alla formulazione di una valida alternativa ai poli contrapposti dell’abitazione high-tech, high-cost da un lato e low-tech, low-performance dall’altro, prima tra tutte la ricerca sui materiali; nondimeno ci è sembrato più in linea con le nostre competenze, oltre che più affine alla crescente attenzione nei confronti del recycling, concentrarci su una strada più volte battuta, ora con fini meramente espressivi, ora con istanze simili a quelle che ci ispirano: il recupero di container navali in architettura. Bombardati, attraverso le pagine patinate delle riviste di settore, da un numero considerevole di suggestive applicazioni architettoniche (reali o simulate) del container ISO, icona della globalizzazione mercantile, abbiamo voluto mettere alla prova (per quanto sia possibile farlo su carta), senza alcuna forma di affezione nei confronti del progetto ed evitando di interessarci alla dimensione simbolica ed espressiva del manufatto, l’effettiva convenienza riscontrabile nell’impiego di container all’interno di un progetto residenziale. Da subito va sottolineato come il nostro approccio abbia puntato su un ipotetico (proprio perché tutto da dimostrare) vantaggio derivante dalla semplificazione del processo di assemblaggio, resa possibile dalla concezione modulare del container, per sua natura impilabile a combinabile in diverse unità nelle tre direzioni. Del tutto secondario, almeno nelle premesse, l’aspetto inerente un possibile risparmio economico sul capitolo strutture. Nel progettare la distribuzione interna ci siamo guardati dal soggiacere meramente alla logica costruttiva del container, che avrebbe voluto ridotta al minimo l’ablazione delle lamiere, garantendo in ogni caso una metratura dei locali che fosse in linea con gli standard vigenti. La ferma intenzione di non scendere a compromessi sul piano dell’abitabilità è stata proiettata di riflesso nella scelta dei materiali, della dotazione impiantistica e delle finiture, tesa a eguagliare i livelli di confort e ricercatezza estetica che ritroviamo nei migliori esempi di edilizia residenziale contemporanea. Solo in un secondo momento si è proceduto al confronto con una soluzione improntata precipuamente al contenimento dei costi, con quello che ne consegue in materia di qualità degli spazi. Proponendo una sorta di catalogo, articolato in soluzioni che si caratterizzano per metratura, capitolato e destinazione geografica differenti, abbiamo inteso mettere un ipotetico progettista nella condizione di poter godere di pressoché totale libertà d’azione per quanto concerne l’aggregazione delle unità presentate o addirittura la composizione ex novo, attingendo ad un campionario di dettagli costruttivi verificati. Abbiamo altresì voluto, o meglio dovuto, rinunciare a praticare noi stessi il campo della progettazione architettonica nella sua accezione più vasta, trascurando un’analisi approfondita dell’inserimento urbanistico ed evitando di lanciarci in progetti di maggior respiro, per concentrarci sullo studio di un sistema costruttivo che, malgrado le modeste dimensioni e la semplicità stereometrica degli esiti esposti, risulta meno banale di quanto sembri. Ben lungi dal ritenere incondizionatamente valida l’equazione che assimila la “container house” allo stato dell’arte dell’abitazione contemporanea, crediamo quantomeno di aver gettato fondamenta abbastanza solide da reggere auspicabili, più raffinati ed esaustivi studi futuri.

Container housing

IORIO, ELISA;GABOS, MATTEO
2010/2011

Abstract

Facing with the primary need of shelter, in a society featured by an increasing social gap, designers have the responsibility to merge the energy efficiency issue with the immediate affordability of the building. The cost saving strategy, carried out by economizing on materials, has produced , as the only result, a wide spread of little efficient and badly designed buildings which are unveiling, with the time passing, high maintenance costs and poor performances. It is very likely to exist different ways to pursue the idea of an efficient building capable to be cheap as well, but we chose to focus on a particular trend, trying to find out its possible potentials and weaknesses: the container housing. Bombarded by media with dozens of suggestive pictures showing how versatile this technology is supposed to be, we aim to go deeper into the matter in order to demonstrate if and how shipping containers’ usage might be serviceable for the building industry. Maintaining a scientific approach in the regards of the project, we developed a building system allowing a hypothetical architect to make his own design starting from a catalog of tested technical details. The main objectives of our research have concentrated on the modular trait of such a technology, expected to get some advantages on site activities through speeding the assembly process and improving the overall safety of works. The idea of saving on structures expenditure has not been leading our project, despite of any possible achieved result in that direction. In the main project we tried to comply the most demanding requirements in comfort, finishes and energy efficiency, without any compromise. Only in the final stage we dealt with a project solution (made by shipping containers as well) primarily aimed at saving as much money as possible, through metal sheet's cuts limitation, whose direct consequence was the lower usage of structural reinforcement. This second design proposal was developed in order to compare the economical and technical peculiarities featuring differently conceived container housing solutions. Another comparison has been made between the first, more refined , container house and a normal modern one, provided with standard steel frame. We don’t expect our research to exhaust the wide and complicated issue of building with shipping containers; however we are confident that all the produced material could be useful to anyone who, starting from nothing, might be interested in deepening this subject.
COLOMBO, MATTEO
BRASCA, MATTEO
ING VI - Scuola di Ingegneria Edile-Architettura
21-lug-2011
2010/2011
Dinnanzi all’imperante necessità di far fronte all’esigenza primaria dell’abitare, in una società caratterizzata da un graduale acuirsi del divario sociale, è necessario far collimare l’istanza efficientista, che vorrebbe sdoganate sul mercato di massa le migliori tecnologie costruttive, con l’immediata sostenibilità finanziaria, ad oggi il principale ostacolo alla diffusione di un’architettura realmente prestazionale. L’idea generale di economizzare sui materiali, a discapito dell’ampio consenso che riscontra nella prassi, non porta evidentemente a una soluzione plausibile del problema, producendo al contrario una vasta offerta di immobili che, se a breve termine incontrano il favore del pubblico con un prezzo accessibile, col passare del tempo rivelano tutta la propria inadeguatezza in termini di costi di gestione e sostenibilità ambientale. E’probabile che esista più d’una via percorribile per giungere alla formulazione di una valida alternativa ai poli contrapposti dell’abitazione high-tech, high-cost da un lato e low-tech, low-performance dall’altro, prima tra tutte la ricerca sui materiali; nondimeno ci è sembrato più in linea con le nostre competenze, oltre che più affine alla crescente attenzione nei confronti del recycling, concentrarci su una strada più volte battuta, ora con fini meramente espressivi, ora con istanze simili a quelle che ci ispirano: il recupero di container navali in architettura. Bombardati, attraverso le pagine patinate delle riviste di settore, da un numero considerevole di suggestive applicazioni architettoniche (reali o simulate) del container ISO, icona della globalizzazione mercantile, abbiamo voluto mettere alla prova (per quanto sia possibile farlo su carta), senza alcuna forma di affezione nei confronti del progetto ed evitando di interessarci alla dimensione simbolica ed espressiva del manufatto, l’effettiva convenienza riscontrabile nell’impiego di container all’interno di un progetto residenziale. Da subito va sottolineato come il nostro approccio abbia puntato su un ipotetico (proprio perché tutto da dimostrare) vantaggio derivante dalla semplificazione del processo di assemblaggio, resa possibile dalla concezione modulare del container, per sua natura impilabile a combinabile in diverse unità nelle tre direzioni. Del tutto secondario, almeno nelle premesse, l’aspetto inerente un possibile risparmio economico sul capitolo strutture. Nel progettare la distribuzione interna ci siamo guardati dal soggiacere meramente alla logica costruttiva del container, che avrebbe voluto ridotta al minimo l’ablazione delle lamiere, garantendo in ogni caso una metratura dei locali che fosse in linea con gli standard vigenti. La ferma intenzione di non scendere a compromessi sul piano dell’abitabilità è stata proiettata di riflesso nella scelta dei materiali, della dotazione impiantistica e delle finiture, tesa a eguagliare i livelli di confort e ricercatezza estetica che ritroviamo nei migliori esempi di edilizia residenziale contemporanea. Solo in un secondo momento si è proceduto al confronto con una soluzione improntata precipuamente al contenimento dei costi, con quello che ne consegue in materia di qualità degli spazi. Proponendo una sorta di catalogo, articolato in soluzioni che si caratterizzano per metratura, capitolato e destinazione geografica differenti, abbiamo inteso mettere un ipotetico progettista nella condizione di poter godere di pressoché totale libertà d’azione per quanto concerne l’aggregazione delle unità presentate o addirittura la composizione ex novo, attingendo ad un campionario di dettagli costruttivi verificati. Abbiamo altresì voluto, o meglio dovuto, rinunciare a praticare noi stessi il campo della progettazione architettonica nella sua accezione più vasta, trascurando un’analisi approfondita dell’inserimento urbanistico ed evitando di lanciarci in progetti di maggior respiro, per concentrarci sullo studio di un sistema costruttivo che, malgrado le modeste dimensioni e la semplicità stereometrica degli esiti esposti, risulta meno banale di quanto sembri. Ben lungi dal ritenere incondizionatamente valida l’equazione che assimila la “container house” allo stato dell’arte dell’abitazione contemporanea, crediamo quantomeno di aver gettato fondamenta abbastanza solide da reggere auspicabili, più raffinati ed esaustivi studi futuri.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/20795