The Alpine hills near Lake Idro, belonging to the Giudicarie chain, now appear immersed in a quiet tranquility between wooded slopes and impervious rocky peaks that are reflected in the waters of the lake. Yet, in this territory it is easy to come across impressive military structures, witnesses of a bellicose past and fortunately overcome. At the end of the world wars, these complexes were affected by rapid processes of demilitarization and decommissioning. In some cases, during the post-war economic boom, attempts were made to accommodate new functions that would fly the mountain economy. Today, the destiny that unites them, accomplice also the constant phenomenon of depopulation that affects the Alpine valleys, is the complete abandonment. Thus comes into play the nature that works unceasingly, putting in place an interesting process of renaturalization of architectures, which is unexpectedly projected in a condition not prefigured, but effective: that of abandonment. The structures are transformed into landscape devices that give an identity to the shapeless forest that surrounds them, putting into tension the semantic and spatial qualities. The thesis deals with the case study of Forte di Valledrane, in the municipality of Treviso Bresciano. The research objective was to motivate an action of reactivation of the structure starting from its nature of hybridization with the surrounding forest. The resulting project calls for a transformation of the fort into a large garden surrounded by nature. The new open spaces, obtained by subtraction in the great filling of the ground on which the structure leans, constitute expansions to the interior space of the fort in relation to the surrounding landscape. New internal paths, gates and ramps allow a complete usability of the space. The garden courts are designed to host different activities, from simple contemplation to cultural and social events. The aim is to enhance the territorial heritage by giving it a fair opportunity for future use starting from its current condition.

Le alture alpine nei pressi del lago d’Idro, appartenenti alla catena delle Giudicarie, appaiono oggi immerse in una silenziosa tranquillità tra declivi boscosi e impervie cime rocciose che si specchiano nelle acque del lago. Eppure, in questo territorio è facile imbattersi in imponenti strutture militari, testimoni di un passato bellicoso e per fortuna superato. Al termine dei conflitti mondiali, questi complessi sono stati interessati da rapidi processi di demilitarizzazione e dismissione. In alcuni casi, durante il boom economico del dopoguerra, si è tentato il riuso per ospitare nuove funzioni volano per l’economia della montagna. Oggi, il destino che li accomuna, complice anche il costante fenomeno di spopolamento che interessa le valli alpine, è il completo abbandono. Entra così in gioco la natura che incessantemente lavora, mettendo in atto un interessante processo di inselvatichimento delle architetture, che si scoprono inaspettatamente proiettate in una condizione non prefigurata, ma efficace: quella dell’abbandono. Le strutture si trasformano in dispositivi del paesaggio che conferiscono un’identità alla selva informe che li circonda, mettendone in tensione le qualità semantiche e spaziali. La tesi affronta il caso studio del Forte di Valledrane, nel comune di Treviso Bresciano. L’obiettivo di ricerca è stato motivare un’azione di riattivazione della struttura proprio a partire dal suo carattere di ibridazione con la selva circostante. Il progetto scaturito auspica una trasformazione del forte in un grande giardino immerso nella natura. I nuovi spazi aperti, ricavati per sottrazione nel grande riempimento di terreno su cui si addossa la struttura, costituiscono delle espansioni allo spazio interno del forte in relazione con il paesaggio circostante. Nuovi percorsi interni, varchi e rampe di risalita permettono di nuovo una completa fruibilità dello spazio. Le corti-giardino sono pensate per ospitare diverse attività, dalla semplice contemplazione a eventi culturali e sociali. L’obiettivo è di valorizzare il patrimonio territoriale dando ad esso una giusta opportunità per un futuro utilizzo a partire dalla sua condizione attuale.

Trasformazione senza recupero: i giardini del forte di Valledrane

Rubessi, Eleonora;Togni, Matteo
2022/2023

Abstract

The Alpine hills near Lake Idro, belonging to the Giudicarie chain, now appear immersed in a quiet tranquility between wooded slopes and impervious rocky peaks that are reflected in the waters of the lake. Yet, in this territory it is easy to come across impressive military structures, witnesses of a bellicose past and fortunately overcome. At the end of the world wars, these complexes were affected by rapid processes of demilitarization and decommissioning. In some cases, during the post-war economic boom, attempts were made to accommodate new functions that would fly the mountain economy. Today, the destiny that unites them, accomplice also the constant phenomenon of depopulation that affects the Alpine valleys, is the complete abandonment. Thus comes into play the nature that works unceasingly, putting in place an interesting process of renaturalization of architectures, which is unexpectedly projected in a condition not prefigured, but effective: that of abandonment. The structures are transformed into landscape devices that give an identity to the shapeless forest that surrounds them, putting into tension the semantic and spatial qualities. The thesis deals with the case study of Forte di Valledrane, in the municipality of Treviso Bresciano. The research objective was to motivate an action of reactivation of the structure starting from its nature of hybridization with the surrounding forest. The resulting project calls for a transformation of the fort into a large garden surrounded by nature. The new open spaces, obtained by subtraction in the great filling of the ground on which the structure leans, constitute expansions to the interior space of the fort in relation to the surrounding landscape. New internal paths, gates and ramps allow a complete usability of the space. The garden courts are designed to host different activities, from simple contemplation to cultural and social events. The aim is to enhance the territorial heritage by giving it a fair opportunity for future use starting from its current condition.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
18-lug-2023
2022/2023
Le alture alpine nei pressi del lago d’Idro, appartenenti alla catena delle Giudicarie, appaiono oggi immerse in una silenziosa tranquillità tra declivi boscosi e impervie cime rocciose che si specchiano nelle acque del lago. Eppure, in questo territorio è facile imbattersi in imponenti strutture militari, testimoni di un passato bellicoso e per fortuna superato. Al termine dei conflitti mondiali, questi complessi sono stati interessati da rapidi processi di demilitarizzazione e dismissione. In alcuni casi, durante il boom economico del dopoguerra, si è tentato il riuso per ospitare nuove funzioni volano per l’economia della montagna. Oggi, il destino che li accomuna, complice anche il costante fenomeno di spopolamento che interessa le valli alpine, è il completo abbandono. Entra così in gioco la natura che incessantemente lavora, mettendo in atto un interessante processo di inselvatichimento delle architetture, che si scoprono inaspettatamente proiettate in una condizione non prefigurata, ma efficace: quella dell’abbandono. Le strutture si trasformano in dispositivi del paesaggio che conferiscono un’identità alla selva informe che li circonda, mettendone in tensione le qualità semantiche e spaziali. La tesi affronta il caso studio del Forte di Valledrane, nel comune di Treviso Bresciano. L’obiettivo di ricerca è stato motivare un’azione di riattivazione della struttura proprio a partire dal suo carattere di ibridazione con la selva circostante. Il progetto scaturito auspica una trasformazione del forte in un grande giardino immerso nella natura. I nuovi spazi aperti, ricavati per sottrazione nel grande riempimento di terreno su cui si addossa la struttura, costituiscono delle espansioni allo spazio interno del forte in relazione con il paesaggio circostante. Nuovi percorsi interni, varchi e rampe di risalita permettono di nuovo una completa fruibilità dello spazio. Le corti-giardino sono pensate per ospitare diverse attività, dalla semplice contemplazione a eventi culturali e sociali. L’obiettivo è di valorizzare il patrimonio territoriale dando ad esso una giusta opportunità per un futuro utilizzo a partire dalla sua condizione attuale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/208652