In urban space, waiting is a frequent and, for many people, daily and regularly recurring condition. It is experienced in waiting rooms, at transport stops, on the street in general, in queues outside museums, institutions, clubs. In a social context that values time in relation to how much more productive it is, waiting as an unproductive daily action often becomes intolerable: a digress and suspension from the tight schedule of daily practices, which on the one hand can generate stress and anxiety and on the other is perceived as emptiness, loss of time, boredom. The analysis undertaken in this thesis addresses the theme of waiting by placing the user at the centre, highlighting both the psychological aspects related to the experience of waiting and those linked to the enjoyment of correlated spatiality: hence the waiting spaces that the user undergoes physically, in particular the short-term waiting spaces in city streets. Taking the context of the city of Milan as an emblematic benchmark, the research proposes to highlight the overall inadequacy of surface transport stops, examples of small non-places lacking in quality that populate the urban fabric. In the transience that characterises the contemporary reality of the use of urban space, it is important to maintain the city as welcoming and habitable for its user-citizens as possible. Daily use spaces such as tram and bus stops can be one of the many starting point for new meanings of urban spatial redevelopment. We want to emphasise how the quality of space directly influences the well-being of the user who relates with that space. Based of the privileged attention given to the quality of waiting spaces, the concept elaborated is intended to provide an improvement of the space for short-term waiting for surface vehicles that, from rigid, static, standard, passive and intrusive, can become more flexible, dynamic, identity-enhancing, activating "stops" that can give value to the time and space spent waiting. The micro-areas that will be involved are, in particular, the bus stops near the universities in Milan, identifying those with dimensions and surfaces suitable for a potential expansion of the areas destined for them. In particular, the stop considered as a case study for the concept proposal, is the one relating to the Bovisa campus of the Politecnico, located at the junction facing the railway station. For this targeted intervention, some outline solutions have been elaborated, orientating an intention to give value to the waiting area, animating it with qualities of ease, usability, flexibility, improved identity.

Nello spazio urbano l’attesa è una condizione frequente e, per molte persone, quotidiana e ricorrente. Viene vissuta nelle sale d’aspetto, alle fermate dei mezzi di trasporto, per strada in generale, nelle code fuori da musei, istituzioni, locali. In un contesto sociale che attribuisce valore al tempo in relazione a quanto più è produttivo, l’attesa come azione quotidiana improduttivo diventa spesso intollerabile: una parentesi e sospensione dai ritmi serrati del programma delle pratiche quotidiane, che da una parte può generare stress e ansia e dall’altra è vissuta come vuoto, perdita di tempo, noia. L’analisi sviluppata nella tesi ripercorre il tema dell’attesa ponendo l’utente al centro, mettendo in luce sia gli aspetti psicologici relativi all’esperienza dell’attesa che quelli legati alla fruizione della spazialità correlata: dunque gli spazi di attesa che l’utente esperisce fisicamente, in particolare gli spazi di attesa breve nei percorsi cittadini. Prendendo come riferimento emblematico il contesto della città di Milano, la ricerca si propone di evidenziare l'inadeguatezza complessiva delle fermate dei mezzi di trasporto di superficie, esempi di piccoli nonluoghi senza qualità che popolano il tessuto urbano. Nella transitorietà che caratterizza la realtà contemporanea della fruizione dello spazio urbano è importante mantenere la città accogliente e abitabile per gli utenti-cittadini. Gli spazi di uso quotidiano come le fermate di tram e bus possono essere uno dei numerosi punti da cui partire per nuovi significati di riqualificazione della spazialità urbana . Si vuole sottolineare come la qualità dello spazio influenzi direttamente il benessere dell’utente che si relaziona con quello spazio. Sulla scorta dell’attenzione privilegiata alla qualità degli spazi di attesa, il concept elaborato è inteso a proporre un miglioramento dello spazio per l’attesa breve dei mezzi di superficie che, da rigido, statico, standard, passivo e intruso, possa diventare più flessibile, dinamico, identitario, attivatore di “fermate” che possano dare valore al tempo e allo spazio dell’attesa. Le micro-aree di intervento prese in considerazione sono in particolare le fermate nei pressi delle università di Milano, individuando quelle che presentano dimensioni e superfici adatte ad un potenziale ampliamento delle superfici a loro destinate. In particolare, la fermata-caso studio per la quale si elabora la proposta di concept è quella relativa alla sede Bovisa del Politecnico, in corrispondenza dello snodo a fronte della stazione ferroviaria. Per questo intervento puntuale sono state elaborate alcune soluzioni di massima, orientative di un’intenzione di dare valore all’attesa, animandola con qualità di agio, fruibilità, flessibilità, identità migliorata.

Attese animate: la fermata come spazio flessibile e dinamico

Barbaglia, Serena
2022/2023

Abstract

In urban space, waiting is a frequent and, for many people, daily and regularly recurring condition. It is experienced in waiting rooms, at transport stops, on the street in general, in queues outside museums, institutions, clubs. In a social context that values time in relation to how much more productive it is, waiting as an unproductive daily action often becomes intolerable: a digress and suspension from the tight schedule of daily practices, which on the one hand can generate stress and anxiety and on the other is perceived as emptiness, loss of time, boredom. The analysis undertaken in this thesis addresses the theme of waiting by placing the user at the centre, highlighting both the psychological aspects related to the experience of waiting and those linked to the enjoyment of correlated spatiality: hence the waiting spaces that the user undergoes physically, in particular the short-term waiting spaces in city streets. Taking the context of the city of Milan as an emblematic benchmark, the research proposes to highlight the overall inadequacy of surface transport stops, examples of small non-places lacking in quality that populate the urban fabric. In the transience that characterises the contemporary reality of the use of urban space, it is important to maintain the city as welcoming and habitable for its user-citizens as possible. Daily use spaces such as tram and bus stops can be one of the many starting point for new meanings of urban spatial redevelopment. We want to emphasise how the quality of space directly influences the well-being of the user who relates with that space. Based of the privileged attention given to the quality of waiting spaces, the concept elaborated is intended to provide an improvement of the space for short-term waiting for surface vehicles that, from rigid, static, standard, passive and intrusive, can become more flexible, dynamic, identity-enhancing, activating "stops" that can give value to the time and space spent waiting. The micro-areas that will be involved are, in particular, the bus stops near the universities in Milan, identifying those with dimensions and surfaces suitable for a potential expansion of the areas destined for them. In particular, the stop considered as a case study for the concept proposal, is the one relating to the Bovisa campus of the Politecnico, located at the junction facing the railway station. For this targeted intervention, some outline solutions have been elaborated, orientating an intention to give value to the waiting area, animating it with qualities of ease, usability, flexibility, improved identity.
ARC III - Scuola del Design
18-lug-2023
2022/2023
Nello spazio urbano l’attesa è una condizione frequente e, per molte persone, quotidiana e ricorrente. Viene vissuta nelle sale d’aspetto, alle fermate dei mezzi di trasporto, per strada in generale, nelle code fuori da musei, istituzioni, locali. In un contesto sociale che attribuisce valore al tempo in relazione a quanto più è produttivo, l’attesa come azione quotidiana improduttivo diventa spesso intollerabile: una parentesi e sospensione dai ritmi serrati del programma delle pratiche quotidiane, che da una parte può generare stress e ansia e dall’altra è vissuta come vuoto, perdita di tempo, noia. L’analisi sviluppata nella tesi ripercorre il tema dell’attesa ponendo l’utente al centro, mettendo in luce sia gli aspetti psicologici relativi all’esperienza dell’attesa che quelli legati alla fruizione della spazialità correlata: dunque gli spazi di attesa che l’utente esperisce fisicamente, in particolare gli spazi di attesa breve nei percorsi cittadini. Prendendo come riferimento emblematico il contesto della città di Milano, la ricerca si propone di evidenziare l'inadeguatezza complessiva delle fermate dei mezzi di trasporto di superficie, esempi di piccoli nonluoghi senza qualità che popolano il tessuto urbano. Nella transitorietà che caratterizza la realtà contemporanea della fruizione dello spazio urbano è importante mantenere la città accogliente e abitabile per gli utenti-cittadini. Gli spazi di uso quotidiano come le fermate di tram e bus possono essere uno dei numerosi punti da cui partire per nuovi significati di riqualificazione della spazialità urbana . Si vuole sottolineare come la qualità dello spazio influenzi direttamente il benessere dell’utente che si relaziona con quello spazio. Sulla scorta dell’attenzione privilegiata alla qualità degli spazi di attesa, il concept elaborato è inteso a proporre un miglioramento dello spazio per l’attesa breve dei mezzi di superficie che, da rigido, statico, standard, passivo e intruso, possa diventare più flessibile, dinamico, identitario, attivatore di “fermate” che possano dare valore al tempo e allo spazio dell’attesa. Le micro-aree di intervento prese in considerazione sono in particolare le fermate nei pressi delle università di Milano, individuando quelle che presentano dimensioni e superfici adatte ad un potenziale ampliamento delle superfici a loro destinate. In particolare, la fermata-caso studio per la quale si elabora la proposta di concept è quella relativa alla sede Bovisa del Politecnico, in corrispondenza dello snodo a fronte della stazione ferroviaria. Per questo intervento puntuale sono state elaborate alcune soluzioni di massima, orientative di un’intenzione di dare valore all’attesa, animandola con qualità di agio, fruibilità, flessibilità, identità migliorata.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/208833