La forma del potere : tra arte e propaganda: casi di ibridazione nei regimi totalitari

Transversality and contamination, these were the points at the basis of this thesis work that touched on heterogeneous themes inherent not to a single artistic discipline but to the concept of art in its totality. The temporal framework on which we focused was that of the twentieth century, and in particular the years leading up to and accompanying World War II. Starting from these assumptions, the following research work will develop in the period immediately preceding the beginning of the second conflict and then delve into one of the worst pages of our history. It will analyze the concept of transfer, circulation and crisis of models within all the artistic disciplines marked by the ideals of the three totalitarian regimes presented there, moving on several parallel fields, different but all implicated and aimed at a common purpose, to spread in all nations the artistic visions proper to each regime. Going into the merits of the topic analyzed and the specific structure of the paper, the entire work revolves around two complementary concepts: art and propaganda. The clarifying title is intended to indicate the goals and themes of the work from the very beginning. "The Form of Power. Between art and propaganda, cases of hybridization in totalitarian regimes. "Fascist, Nazi or Stalinist power, whether constituted always and in any case by exaggerated ideals, is something abstract and immaterial, a concept to which this work will try to give a form by making it tangible and concrete. Starting with a historical excursus, which will frame the period under analysis focusing on the organization of the propaganda system in each of the three nations, it will come to what is the central theme of the research, namely the concept of art as an expression of the culture of an era, a tool of persuasion and an index of power. The purpose of this paper is to explicate how artistic expression is seen by the powerful as both a possibility and a threat, and for this reason it will illustrate the attempts they made to bend it to their will. The aim of the three dictatorships was to eliminate or otherwise relegate to lesser importance the art forms of the modern period in favor of a return to classicism. Numerous were therefore, in all artistic fields, instances of hybridization and revival of models as well as the systematic elimination of others. In an attempt to best explicate these ideals, the structure of the paper follows a linear outline in which a detailed analysis of all the artistic forms on which the regimes' influence placed attention follows one another. Each of these is seen in a dual light, focusing first on its development in the early period of the regime and then seeing the same during the war years. Thus we see a progressive change in each of the disciplines treated: from an initial concept of expressive freedom (immediately before the three dictators seized power), to an iron control given by the strict legislations established by the regimes arriving at a final change that made them no longer artistic expressions but mere means of propaganda. The individual analysis of each artistic field will then culminate in a concluding reflection that will focus on verifying the starting assumptions and how these cultures were influenced by the past, took its forms and movements and then in turn sadly marked the future.

Trasversalità e contaminazione, questi sono stati i punti alla base di tale lavoro di tesi che ha toccato temi eterogenei inerenti non una disciplina artistica singola bensì il concetto di arte nella sua totalità. L’ambito temporale sul quale ci si è soffermati è quello del ventesimo secolo, ed in particolare degli anni che precedettero e accompagnarono il secondo conflitto mondiale. Partendo da questi presupposti il seguente lavoro di ricerca si svilupperà nel periodo immediatamente precedente l’inizio del secondo conflitto per poi addentrarsi in una di quelle che furono le pagine peggiori della nostra storia. Analizzerà il concetto di transfer, circolazione e crisi di modelli all’interno di tutte le discipline artistiche segnate dagli ideali dei tre regimi totalitari ivi presentati, muovendosi su più campi paralleli, differenti ma tutti implicati e volti ad uno scopo comune, diffondere in tutte le nazioni le visioni artistiche proprie di ogni regime. Entrando del merito della tematica analizzata e della struttura specifica dell’elaborato, l’intero lavoro ruota attorno a due concetti complementari: arte e propaganda. Il titolo chiarificatore vuole indicare già dal principio gli obiettivi ed i temi del lavoro. “La forma del potere. Tra arte e propaganda, casi di ibridazione nei regimi totalitari”, il potere fascista, nazista o staliniano che sia, costituito sempre e comunque da ideali esasperati è un qualcosa di astratto e immateriale, un concetto a cui questo lavoro proverà a dare una forma rendendolo tangibile e concreto. Partendo da un excursus storico, che andrà ad inquadrare il periodo sotto analisi concentrandosi sull’organizzazione del sistema propagandistico in ognuna delle tre nazioni, si giungerà a quello che è il tema centrale della ricerca ossia il concetto di arte come espressione della cultura di un’epoca, strumento di persuasione e indice di potere. Il presente documento ha l’intento di esplicare quanto l’espressione artistica sia vista dai potenti come possibilità e minaccia e per questo motivo illustrerà i tentativi che essi fecero per piegarla al loro volere. Lo scopo delle tre dittature fu quello di eliminare o comunque relegare ad un’importanza inferiore le forma d’arte del periodo moderno a favore di un ritorno alla classicità. Numerosi furono quindi, in tutti i campi artistici, i casi di ibridazione e ripresa di modelli così come la sistematica eliminazione di altri. Per cercare di esplicare al meglio questi ideali la struttura dell’elaborato segue un tracciato lineare che vede susseguirsi un’analisi dettagliata di tutte le forme artistiche su cui l’influenza dei regimi pose attenzione. Si passa così dalla letteratura alla radio e alla stampa, al cinema e al palcoscenico, per arrivare alla musica e alle arti visive culminando infine nelle discipline dell’architettura e dell’urbanistica, cuore di ogni sistema dittatoriale poiché elementi in grado di materializzare un ideale rendendolo eterno ed inevitabile allo sguardo. Ognuna di queste viene vista sotto una duplice luce, concentrandosi prima sul suo sviluppo nel periodo iniziale del regime per poi vedere lo stesso durante gli anni della guerra. Si assiste così ad un progressivo cambiamento in ognuna delle discipline trattate: si passa da un concetto iniziale di libertà espressiva (immediatamente prima della presa di potere dei tre dittatori), per giungere poi ad un ferreo controllo dato dalle rigide legislazioni instaurate dai regimi arrivando ad un mutamento finale che le rese non più espressioni artistiche ma semplici mezzi di propaganda. L’analisi individuale di ogni campo artistico culminerà poi con una riflessione conclusiva che si concentrerà sulla verifica dei presupposti di partenza e su come queste culture siano state influenzate dal passato, ne abbiano preso forme e movenze per poi a loro volta tristemente segnare il futuro.