“The traveller rediscovers his past that he no longer knew he had: the strangeness of what you are no longer or no longer possess awaits you in the foreign and unpossessed places.” In a world owerwhelmed by the digital, architecture could provide a physical, material, tactile experience, deeply interwoven in the intangible memories of its users and also be rich in future possibilities. This thesis aims to explore this material dimension of architecture by valorisation of a specific territory through a holistic strategy in the form of three punctuated architectural projects. The site of the design interventions are in the small village in Val di Scalve at the foot of the Queen of the Orobie, Presolana. Since October 2021, a major project to upgrade the ski facilities has been proposed in the Colere area, and this thesis takes the opportunity to work on three mountain huts located at different altitudes and connected by cable cars. Through a global strategy that goes from the scale of the slope down to the individual artefacts, the thesis attempts to prefigure a transformation that is attentive to materials, artefacts and contextual conditions, addressing an emerging theme that is central to skiing: climate change that shortens snowy winters and lengthens snowless seasons. Together with a great deal of attention devoted to the summer season, the relationship with the existing material, made up of artefacts, stone and wood that change as the altitude rises, suggested a Franciscan search for the simplicity of the material capable of carefully declining the overall strategy. The investigation of a sensitive approach to the material also necessitated a design development method that relied on numerous study models and hand-drawing, also for the final drawings, as a tool for physical, operational, continuous and in-depth design reflection. Together with a theoretical apparatus enriched by a number of interviews and numerous on-the-spot visits, the strategy embodied in the three projects becomes an opportunity to practise an architectural experimentation of a return to a material simplicity, a tool to prefigure a new future for a piece of Italian Alpine territory .

“Il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.” In un mondo sommerso dal digitale, l’architettura può essere in grado di far vivere un’esperienza fisica, materica, tattile, profondamente intrecciata nella memoria di coloro che vivono i luoghi e allo stesso tempo ricca di possibilità future. La tesi vuole approfondire questa dimensione materica dell’architettura prendendosi cura di un territorio specifico, attraverso una strategia generale e tre progetti di architettura puntuali. I luoghi sono in un piccolo paese della Val di Scalve ai piedi della Regina delle Orobie, la Presolana. Dall’ottobre 2021 nel comprensorio di Colere sta avvenendo un importante progetto di riqualificazione degli impianti sciistici ed il lavoro di tesi coglie l’occasione per lavorare su tre rifugi posti a diverse quote e connessi dagli impianti a fune. Attraverso una strategia generale che dalla scala del versante giunge fino ai singoli manufatti, la tesi tenta di prefigurare una trasformazione attenta ai materiali, ai manufatti e alle condizioni contestuali, non scordando una tematica emergente che in ambito sciistico è centrale: il cambiamento climatico che accorcia gli inverni innevati e allunga le stagioni senza neve. Insieme ad una grande attenzione dedicata anche alla stagione estiva, la relazione con la materia esistente, fatta di manufatti, pietre e legno che cambiano al salire di quota, ha suggerito una ricerca francescana della semplicità del materiale in grado di declinare con cura la strategia generale. L’indagine di un approccio sensibile alla materia ha inoltre resa necessaria una modalità di sviluppo progettuale che si è affidata a numerosi modelli di studio ed al disegno a mano, anche per quanto riguarda gli elaborati finali, come strumento di fisica, operativa, continua e approfondita riflessione progettuale. Insieme ad un apparato teorico arricchito da alcune interviste e numerosi sopralluoghi, la strategia che si declina nei tre progetti diventa l’occasione per praticare una sperimentazione architettonica di ritorno ad una ricerca francescana della semplicità del materiale, strumento per prefigurare un futuro nuovo per un brano di territorio alpino italiano.

Luoghi e materie: strategie e progetti di architettura per tre rifugi nelle Alpi Orobie Orientali

Maestri, Letizia
2022/2023

Abstract

“The traveller rediscovers his past that he no longer knew he had: the strangeness of what you are no longer or no longer possess awaits you in the foreign and unpossessed places.” In a world owerwhelmed by the digital, architecture could provide a physical, material, tactile experience, deeply interwoven in the intangible memories of its users and also be rich in future possibilities. This thesis aims to explore this material dimension of architecture by valorisation of a specific territory through a holistic strategy in the form of three punctuated architectural projects. The site of the design interventions are in the small village in Val di Scalve at the foot of the Queen of the Orobie, Presolana. Since October 2021, a major project to upgrade the ski facilities has been proposed in the Colere area, and this thesis takes the opportunity to work on three mountain huts located at different altitudes and connected by cable cars. Through a global strategy that goes from the scale of the slope down to the individual artefacts, the thesis attempts to prefigure a transformation that is attentive to materials, artefacts and contextual conditions, addressing an emerging theme that is central to skiing: climate change that shortens snowy winters and lengthens snowless seasons. Together with a great deal of attention devoted to the summer season, the relationship with the existing material, made up of artefacts, stone and wood that change as the altitude rises, suggested a Franciscan search for the simplicity of the material capable of carefully declining the overall strategy. The investigation of a sensitive approach to the material also necessitated a design development method that relied on numerous study models and hand-drawing, also for the final drawings, as a tool for physical, operational, continuous and in-depth design reflection. Together with a theoretical apparatus enriched by a number of interviews and numerous on-the-spot visits, the strategy embodied in the three projects becomes an opportunity to practise an architectural experimentation of a return to a material simplicity, a tool to prefigure a new future for a piece of Italian Alpine territory .
BANFI, STEFANO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
18-lug-2023
2022/2023
“Il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.” In un mondo sommerso dal digitale, l’architettura può essere in grado di far vivere un’esperienza fisica, materica, tattile, profondamente intrecciata nella memoria di coloro che vivono i luoghi e allo stesso tempo ricca di possibilità future. La tesi vuole approfondire questa dimensione materica dell’architettura prendendosi cura di un territorio specifico, attraverso una strategia generale e tre progetti di architettura puntuali. I luoghi sono in un piccolo paese della Val di Scalve ai piedi della Regina delle Orobie, la Presolana. Dall’ottobre 2021 nel comprensorio di Colere sta avvenendo un importante progetto di riqualificazione degli impianti sciistici ed il lavoro di tesi coglie l’occasione per lavorare su tre rifugi posti a diverse quote e connessi dagli impianti a fune. Attraverso una strategia generale che dalla scala del versante giunge fino ai singoli manufatti, la tesi tenta di prefigurare una trasformazione attenta ai materiali, ai manufatti e alle condizioni contestuali, non scordando una tematica emergente che in ambito sciistico è centrale: il cambiamento climatico che accorcia gli inverni innevati e allunga le stagioni senza neve. Insieme ad una grande attenzione dedicata anche alla stagione estiva, la relazione con la materia esistente, fatta di manufatti, pietre e legno che cambiano al salire di quota, ha suggerito una ricerca francescana della semplicità del materiale in grado di declinare con cura la strategia generale. L’indagine di un approccio sensibile alla materia ha inoltre resa necessaria una modalità di sviluppo progettuale che si è affidata a numerosi modelli di studio ed al disegno a mano, anche per quanto riguarda gli elaborati finali, come strumento di fisica, operativa, continua e approfondita riflessione progettuale. Insieme ad un apparato teorico arricchito da alcune interviste e numerosi sopralluoghi, la strategia che si declina nei tre progetti diventa l’occasione per praticare una sperimentazione architettonica di ritorno ad una ricerca francescana della semplicità del materiale, strumento per prefigurare un futuro nuovo per un brano di territorio alpino italiano.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/209135