Obiettivo della tesi è dimostrare se, come, dove e quando i sistemi domotici siano in grado di migliorare la qualità abitativa e le applicazioni realizzabili negli scenari domestici odierni. Certamente uno sguardo all’indietro può illuminare il ruolo non trascurabile che da sempre hanno giocato le tecnologie sull’architettura del proprio tempo (si pensi all’introduzione di luce, gas e acqua nelle case o delle telecomunicazioni in seguito), senza tralasciare l’influenza specifica degli eventi sociali, economici e culturali, che ha interessato l’immaginario collettivo e lo stesso abitare; l’innovazione, comunque, non è stata funzionale solo alla definizione del comfort, ma anche alla realizzazione di un’economia dei consumi, che si è poi ulteriormente accresciuta nelle logiche delle reti infrastrutturali, atte a servire le molteplici utenze domestiche. Guardando al presente, però, non deve essere fatto l’errore di scambiare la domotica per un’area definitiva della progettazione residenziale, l’ultimo atto di una “storia della casa” che non può mai ritenersi conclusa; semmai, essa è semplicemente emersa con forza nella fase evolutiva dell’abitare a noi più vicina, e si è legata ai progressi della tecnologia dell’informazione, che ha modificato il quotidiano delle consuetudini sociali, come pure lo stile di vita del singolo individuo. La familiarità nell’uso dei prodotti informatici e delle moderne telecomunicazioni, acquisita dagli italiani negli ultimi anni, rispecchia un mercato consumer sempre più fecondo - giacché assecondato dal crollo del costo delle tecnologie stesse - che ha accresciuto l’ottimismo degli operatori del settore della domotica, per quanto essa stenti ancora a decollare, a causa di una informazione inadeguata; ciò nonostante s’intravedono le premesse di una crescita, incentivata dalle strategie della sostenibilità (funzionali al taglio dei consumi e all’adozione di fonti energetiche alternative), nonché da una domanda gradualmente più consapevole ed esigente. Il vero valore aggiunto della domotica non sta, però, solo nella possibilità di ottimizzare i consumi domestici, ma nel creare - attraverso la sofisticazione delle applicazioni abitative tradizionali - nuove interazioni uomo-ambiente, che aprono le porte a una serie di significativi servizi, per la singola abitazione o per il condominio, per l’utenza consueta come per quella ampliata, che, in una società che tende a invecchiare, è quanto di più attuale ci possa essere; un sistema domotico, infatti, non garantisce solo benessere e sicurezza, ma migliora la qualità della vita (compresa l’autonomia), nel realizzare servizi di utilità sociale per anziani e persone affette da temporanea o permanente disabilità (teleassistenza, telesoccorso). Ecco perché oggi, in questo contesto, la domotica è una scelta decisamente possibile, se non addirittura opportuna.
La domotica possibile : caratteristiche, esperienze e stato dell'arte dell'ultima fase evolutiva dell'abitare
MEROLLA, DANIELA
2008/2009
Abstract
Obiettivo della tesi è dimostrare se, come, dove e quando i sistemi domotici siano in grado di migliorare la qualità abitativa e le applicazioni realizzabili negli scenari domestici odierni. Certamente uno sguardo all’indietro può illuminare il ruolo non trascurabile che da sempre hanno giocato le tecnologie sull’architettura del proprio tempo (si pensi all’introduzione di luce, gas e acqua nelle case o delle telecomunicazioni in seguito), senza tralasciare l’influenza specifica degli eventi sociali, economici e culturali, che ha interessato l’immaginario collettivo e lo stesso abitare; l’innovazione, comunque, non è stata funzionale solo alla definizione del comfort, ma anche alla realizzazione di un’economia dei consumi, che si è poi ulteriormente accresciuta nelle logiche delle reti infrastrutturali, atte a servire le molteplici utenze domestiche. Guardando al presente, però, non deve essere fatto l’errore di scambiare la domotica per un’area definitiva della progettazione residenziale, l’ultimo atto di una “storia della casa” che non può mai ritenersi conclusa; semmai, essa è semplicemente emersa con forza nella fase evolutiva dell’abitare a noi più vicina, e si è legata ai progressi della tecnologia dell’informazione, che ha modificato il quotidiano delle consuetudini sociali, come pure lo stile di vita del singolo individuo. La familiarità nell’uso dei prodotti informatici e delle moderne telecomunicazioni, acquisita dagli italiani negli ultimi anni, rispecchia un mercato consumer sempre più fecondo - giacché assecondato dal crollo del costo delle tecnologie stesse - che ha accresciuto l’ottimismo degli operatori del settore della domotica, per quanto essa stenti ancora a decollare, a causa di una informazione inadeguata; ciò nonostante s’intravedono le premesse di una crescita, incentivata dalle strategie della sostenibilità (funzionali al taglio dei consumi e all’adozione di fonti energetiche alternative), nonché da una domanda gradualmente più consapevole ed esigente. Il vero valore aggiunto della domotica non sta, però, solo nella possibilità di ottimizzare i consumi domestici, ma nel creare - attraverso la sofisticazione delle applicazioni abitative tradizionali - nuove interazioni uomo-ambiente, che aprono le porte a una serie di significativi servizi, per la singola abitazione o per il condominio, per l’utenza consueta come per quella ampliata, che, in una società che tende a invecchiare, è quanto di più attuale ci possa essere; un sistema domotico, infatti, non garantisce solo benessere e sicurezza, ma migliora la qualità della vita (compresa l’autonomia), nel realizzare servizi di utilità sociale per anziani e persone affette da temporanea o permanente disabilità (teleassistenza, telesoccorso). Ecco perché oggi, in questo contesto, la domotica è una scelta decisamente possibile, se non addirittura opportuna.File | Dimensione | Formato | |
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