The Youth and Sports Palace is an urban ensemble consisting of two sports halls, a youth center and commercial spaces in the heart of Kosovo's capital, Pristina. Designed in 1974, the buildings represent the only constructed components of a master plan that was more significant in both complexity and size: a mega-structure intended to become the image of the city through the centrality of its location, the enormity of its scale and the uniqueness of its architecture. The unfolding of the financial crisis and the growing political tensions of the time, however, acted as impediments to the progress of the construction site, which was finally halted in 1982, creating significant urban voids in the core of the city fabric. Despite this fragmentary nature, the built complex has come to be an essential icon of Pristina's modernist architectural heritage. Originally named after two partisan war heroes of Serbian and Albanian ethnicity, the project is a tangible testimony of the internal political approach of the former socialist Yugoslavia, namely the dissemination of the idea of brotherhood and unity by using sport as a tool. However, its symbolic image gradually began to fade during the ethnic tensions of the 1980s and 1990s with the consequent ban on Albanians entering the complex, a process that was further worsened by the 1999 war, resulting in the creation of an ideological layer detrimental to the perception of the building. The postwar change of political status and economic system of Kosovo, resulted in a difficult maintenance of the building, which thus found itself in an ambiguous state of ownership. In addition to the lack of care, the conditions were further compromised in 2000 when the large sports hall was severely damaged by a fire in the basement. More than twenty years later, the hall has not been restored, and the complex is partially functional, with many functional changes and parasitic structures installed within the buildings. Due to the size of the ensemble, demolition is a rather onerous and financially demanding operation; in its current state, therefore, the complex finds itself in limbo: too expensive to maintain or to demolish, and too important for the public to be privatized. This state of uncertainty could be resolved by revitalizating the Youth and Sports Palace through its completion in the terms of a recontextualization in the new urban landscape of Pristina. The original project stands, in this sense, as an unquestionably relevant trace guiding a new design capable of restoring this urban block to its functionality by integrating it with the elements that have been realized. With this objective, the articulation of a solution develops based on three different interconnected levels: 1. continuity in composition and architectural language, 2. infrastructure and mobility, and 3. integration of new functions. Regarding the need for pertinence with the existing, the project is constructed in an intertextual manner based on an in-depth study of the composition and proportions of the plan and elevations of the original project. This results in new additions that reinterpret the character lines of the existing buildings in a contemporary key, emphasizing the continuity between the new and the old, while also preserving the visual corridors towards the existing halls so that the buildings can still be perceived from different angles. As part of the integration with the surrounding urban context, the proposal aims at the construction of the pair of bridges planned in the original idea but never realized, connecting the higher residential neighborhoods and the railway station to the west with the main city avenue to the east. With slight variations, these elements, in fact, still respond to the problems of the current connective tissue by creating facilitated paths for pedestrians and a mitigation of city traffic. Through its completion, therefore, the project would take full advantage of the infrastructural aspect it originally intended. A further essential factor that constitutes a step in the revitalization of the complex and its activation and attractiveness is its functional integration. The various open-air sports and Olympic swimming pools that were never completed had reduced the conception of the compound as a youth and sports center, and hence they are being re-proposed in the functional programme along with other recreational-sports activities, which would allow different categories of citizens potentially using this new center to be channeled into it. In conclusion, the Pristina Youth and Sports Palace through its completion project poses itself as a re-signification of a place that had been neglected due to political, economic and social issues. Underlying this act of reclamation is the goal of creating a place that presents the traits of an international Pristina and with which its new generations can identify.

Il Palazzo della Gioventù e dello Sport è un insieme urbano composto da due palazzetti dello sport, un centro giovanile e spazi commerciali nel cuore della capitale del Kosovo, Pristina. Progettati nel 1974, gli edifici rappresentano le sole componenti edificate di un piano generale più significativo sia in complessità che grandezza: una megastruttura che intendeva diventare l'immagine della città grazie alla centralità della sua posizione, all’enormità della scala e per l’unicità della sua architettura. Il sopraggiungimento della crisi finanziaria e le crescenti tensioni politiche dell'epoca si posero tuttavia come degli ostacoli alla progressione del cantiere, che venne definitivamente fermato nel 1982, creando vuoti urbani notevoli nel cuore del tessuto della città. Nonostante la suddetta frammentarietà, il complesso realizzato è riuscito a diventare un'icona essenziale del patrimonio architettonico modernista di Pristina.Originariamente intitolato a due eroi di guerra partigiani di etnia serba e albanese, il progetto rappresenta una testimonianza tangibile dell’approccio politico interno dell'ex Jugoslavia socialista ovvero la diffusione dell'idea di fratellanza e unità utilizzando lo sport come strumento. La sua immagine simbolica inizia però a sbiadire gradualmente durante le tensioni etniche degli anni '80 e '90 con il derivante divieto di accesso per albanesi al complesso, processo che si aggrava ulteriormente con la guerra del 1999 comportando il crearsi di uno strato ideologico dannoso alla percezione dell’edificio. Il cambio di status politico dopo la guerra e il nuovo sistema economico del Kosovo ha reso difficile la manutenzione dell'edificio, che si è quindi trovato in uno stato di proprietà ambiguo. In aggiunta alla mancanza di manutenzione, le condizioni sono state ulteriormente compromesse nel 2000 quando il grande palazzetto dello sport è stato gravemente colpito da un incendio sviluppatosi nel piano interrato. A distanza di oltre vent'anni, l’edificio danneggiato è rimasto non restaurato e il complesso è solo parzialmente funzionante, con molte strutture parassitarie sorte al suo interno. A causa delle dimensioni dell'insieme, la demolizione è un’operazione alquanto gravosa e impegnative anche dal punto di vista finanziario; ad oggi, nel suo stato attuale il complesso si trova in un limbo: troppo costoso da mantenere o da demolire, e troppo importante per il pubblico per essere privatizzato. Questo stato di incertezza potrebbe essere risolto con una rivitalizzazione del Palazzo della Gioventù e dello Sport attraverso il suo completamento nei termini dettati da una ricontestualizzazione nel nuovo paesaggio urbano di Pristina. Il progetto originale si pone, in questo senso, come traccia indiscutibilmente rilevante alla guida di un nuovo disegno che restituisca a questo blocco urbano la sua funzionalità integrandosi con gli elementi realizzati. Con tale obiettivo, l’articolazione di una soluzione si sviluppa su tre diversi livelli interconnessi: 1. continuità nella composizione e nel linguaggio architettonico, 2. infrastrutture e mobilità e 3. integrazione di nuove funzioni. Per quanto riguarda la necessità di pertinenza con l’esistente, il progetto è costruito con un approccio intertestuale fondato sullo studio approfondito della composizione e delle proporzioni in pianta e in alzato degli elementi architettonici del progetto originale. Ne risultano nuove addizioni che reinterpretano in chiave attuale le linee di carattere dell’esistente, sottolineando la continuità tra il vecchio e il nuovo, al contempo preservando i corridoi visivi direzionati alle strutture preesistenti affinché possano essere ancora percepite da diverse angolazioni. Nell’integrazione con il contesto urbano circostante, la proposta si prefigge la realizzazione della coppia di ponti previsti nell’idea originale ma mai realizzati a collegamento dei quartieri residenziali più alti e la stazione ferroviaria a ovest con il viale principale della città a est. Con leggere variazioni questi elementi, infatti rispondono tutt’ora alle problematiche del tessuto connettivo attuale creando dei percorsi facilitati per i pedoni e una mitigazione del traffico cittadino. Attraverso il suo completamento quindi, il progetto sfrutterebbe appieno l'aspetto infrastrutturale che si prefiggeva in origine. Un altro fattore essenziale che costituisce un passaggio per la rivitalizzazione del complesso e per la sua attivazione e attrattività è la sua integrazione funzionale. I vari sport all'aperto e le piscine olimpioniche ma realizzati avevano ridotto la concezione del complesso come polo giovanile e sportivo, e dato ciò vengono riproposti nel programma funzionale insieme ad altre attività ricreativo-sportive che permettano di convogliare in questo nuovo polo diverse categorie di cittadini potenzialmente fruitori. In conclusione, il Palazzo della Gioventù e dello Sport di Pristina attraverso il suo progetto di completamento si pone come una re-significazione di un luogo che a causa di questioni politiche, economiche e sociali era stato tralasciato. Alla base di questo atto di rivendicazione sta l’obiettivo della creazione di un luogo che presenti i tratti di una Pristina internazionale e in cui le sue nuove generazioni possano riconoscersi.

Intertextual composition of an urban ensemble : completing the Palace of youth and sports in the new context of Pristina

Bajrami, Florent
2022/2023

Abstract

The Youth and Sports Palace is an urban ensemble consisting of two sports halls, a youth center and commercial spaces in the heart of Kosovo's capital, Pristina. Designed in 1974, the buildings represent the only constructed components of a master plan that was more significant in both complexity and size: a mega-structure intended to become the image of the city through the centrality of its location, the enormity of its scale and the uniqueness of its architecture. The unfolding of the financial crisis and the growing political tensions of the time, however, acted as impediments to the progress of the construction site, which was finally halted in 1982, creating significant urban voids in the core of the city fabric. Despite this fragmentary nature, the built complex has come to be an essential icon of Pristina's modernist architectural heritage. Originally named after two partisan war heroes of Serbian and Albanian ethnicity, the project is a tangible testimony of the internal political approach of the former socialist Yugoslavia, namely the dissemination of the idea of brotherhood and unity by using sport as a tool. However, its symbolic image gradually began to fade during the ethnic tensions of the 1980s and 1990s with the consequent ban on Albanians entering the complex, a process that was further worsened by the 1999 war, resulting in the creation of an ideological layer detrimental to the perception of the building. The postwar change of political status and economic system of Kosovo, resulted in a difficult maintenance of the building, which thus found itself in an ambiguous state of ownership. In addition to the lack of care, the conditions were further compromised in 2000 when the large sports hall was severely damaged by a fire in the basement. More than twenty years later, the hall has not been restored, and the complex is partially functional, with many functional changes and parasitic structures installed within the buildings. Due to the size of the ensemble, demolition is a rather onerous and financially demanding operation; in its current state, therefore, the complex finds itself in limbo: too expensive to maintain or to demolish, and too important for the public to be privatized. This state of uncertainty could be resolved by revitalizating the Youth and Sports Palace through its completion in the terms of a recontextualization in the new urban landscape of Pristina. The original project stands, in this sense, as an unquestionably relevant trace guiding a new design capable of restoring this urban block to its functionality by integrating it with the elements that have been realized. With this objective, the articulation of a solution develops based on three different interconnected levels: 1. continuity in composition and architectural language, 2. infrastructure and mobility, and 3. integration of new functions. Regarding the need for pertinence with the existing, the project is constructed in an intertextual manner based on an in-depth study of the composition and proportions of the plan and elevations of the original project. This results in new additions that reinterpret the character lines of the existing buildings in a contemporary key, emphasizing the continuity between the new and the old, while also preserving the visual corridors towards the existing halls so that the buildings can still be perceived from different angles. As part of the integration with the surrounding urban context, the proposal aims at the construction of the pair of bridges planned in the original idea but never realized, connecting the higher residential neighborhoods and the railway station to the west with the main city avenue to the east. With slight variations, these elements, in fact, still respond to the problems of the current connective tissue by creating facilitated paths for pedestrians and a mitigation of city traffic. Through its completion, therefore, the project would take full advantage of the infrastructural aspect it originally intended. A further essential factor that constitutes a step in the revitalization of the complex and its activation and attractiveness is its functional integration. The various open-air sports and Olympic swimming pools that were never completed had reduced the conception of the compound as a youth and sports center, and hence they are being re-proposed in the functional programme along with other recreational-sports activities, which would allow different categories of citizens potentially using this new center to be channeled into it. In conclusion, the Pristina Youth and Sports Palace through its completion project poses itself as a re-signification of a place that had been neglected due to political, economic and social issues. Underlying this act of reclamation is the goal of creating a place that presents the traits of an international Pristina and with which its new generations can identify.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
18-lug-2023
2022/2023
Il Palazzo della Gioventù e dello Sport è un insieme urbano composto da due palazzetti dello sport, un centro giovanile e spazi commerciali nel cuore della capitale del Kosovo, Pristina. Progettati nel 1974, gli edifici rappresentano le sole componenti edificate di un piano generale più significativo sia in complessità che grandezza: una megastruttura che intendeva diventare l'immagine della città grazie alla centralità della sua posizione, all’enormità della scala e per l’unicità della sua architettura. Il sopraggiungimento della crisi finanziaria e le crescenti tensioni politiche dell'epoca si posero tuttavia come degli ostacoli alla progressione del cantiere, che venne definitivamente fermato nel 1982, creando vuoti urbani notevoli nel cuore del tessuto della città. Nonostante la suddetta frammentarietà, il complesso realizzato è riuscito a diventare un'icona essenziale del patrimonio architettonico modernista di Pristina.Originariamente intitolato a due eroi di guerra partigiani di etnia serba e albanese, il progetto rappresenta una testimonianza tangibile dell’approccio politico interno dell'ex Jugoslavia socialista ovvero la diffusione dell'idea di fratellanza e unità utilizzando lo sport come strumento. La sua immagine simbolica inizia però a sbiadire gradualmente durante le tensioni etniche degli anni '80 e '90 con il derivante divieto di accesso per albanesi al complesso, processo che si aggrava ulteriormente con la guerra del 1999 comportando il crearsi di uno strato ideologico dannoso alla percezione dell’edificio. Il cambio di status politico dopo la guerra e il nuovo sistema economico del Kosovo ha reso difficile la manutenzione dell'edificio, che si è quindi trovato in uno stato di proprietà ambiguo. In aggiunta alla mancanza di manutenzione, le condizioni sono state ulteriormente compromesse nel 2000 quando il grande palazzetto dello sport è stato gravemente colpito da un incendio sviluppatosi nel piano interrato. A distanza di oltre vent'anni, l’edificio danneggiato è rimasto non restaurato e il complesso è solo parzialmente funzionante, con molte strutture parassitarie sorte al suo interno. A causa delle dimensioni dell'insieme, la demolizione è un’operazione alquanto gravosa e impegnative anche dal punto di vista finanziario; ad oggi, nel suo stato attuale il complesso si trova in un limbo: troppo costoso da mantenere o da demolire, e troppo importante per il pubblico per essere privatizzato. Questo stato di incertezza potrebbe essere risolto con una rivitalizzazione del Palazzo della Gioventù e dello Sport attraverso il suo completamento nei termini dettati da una ricontestualizzazione nel nuovo paesaggio urbano di Pristina. Il progetto originale si pone, in questo senso, come traccia indiscutibilmente rilevante alla guida di un nuovo disegno che restituisca a questo blocco urbano la sua funzionalità integrandosi con gli elementi realizzati. Con tale obiettivo, l’articolazione di una soluzione si sviluppa su tre diversi livelli interconnessi: 1. continuità nella composizione e nel linguaggio architettonico, 2. infrastrutture e mobilità e 3. integrazione di nuove funzioni. Per quanto riguarda la necessità di pertinenza con l’esistente, il progetto è costruito con un approccio intertestuale fondato sullo studio approfondito della composizione e delle proporzioni in pianta e in alzato degli elementi architettonici del progetto originale. Ne risultano nuove addizioni che reinterpretano in chiave attuale le linee di carattere dell’esistente, sottolineando la continuità tra il vecchio e il nuovo, al contempo preservando i corridoi visivi direzionati alle strutture preesistenti affinché possano essere ancora percepite da diverse angolazioni. Nell’integrazione con il contesto urbano circostante, la proposta si prefigge la realizzazione della coppia di ponti previsti nell’idea originale ma mai realizzati a collegamento dei quartieri residenziali più alti e la stazione ferroviaria a ovest con il viale principale della città a est. Con leggere variazioni questi elementi, infatti rispondono tutt’ora alle problematiche del tessuto connettivo attuale creando dei percorsi facilitati per i pedoni e una mitigazione del traffico cittadino. Attraverso il suo completamento quindi, il progetto sfrutterebbe appieno l'aspetto infrastrutturale che si prefiggeva in origine. Un altro fattore essenziale che costituisce un passaggio per la rivitalizzazione del complesso e per la sua attivazione e attrattività è la sua integrazione funzionale. I vari sport all'aperto e le piscine olimpioniche ma realizzati avevano ridotto la concezione del complesso come polo giovanile e sportivo, e dato ciò vengono riproposti nel programma funzionale insieme ad altre attività ricreativo-sportive che permettano di convogliare in questo nuovo polo diverse categorie di cittadini potenzialmente fruitori. In conclusione, il Palazzo della Gioventù e dello Sport di Pristina attraverso il suo progetto di completamento si pone come una re-significazione di un luogo che a causa di questioni politiche, economiche e sociali era stato tralasciato. Alla base di questo atto di rivendicazione sta l’obiettivo della creazione di un luogo che presenti i tratti di una Pristina internazionale e in cui le sue nuove generazioni possano riconoscersi.
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