Uproot: addressing the domestic wellness of displaced people through biophilia and memory

This thesis research focuses on the wellness of displaced people through the reinforcement of personal identity in the domestic built environment. It probes on the topics of environmental psychology, anthropology, modern migration, adaptability, the meaning of home, place attachment, and our connection to nature through biophilia. In recent years there has been an increase in migration for varying reasons, and there is always a conflict of identity between the place we left and the one we choose to host us. There are emotional, intangible aspects that tie us to place, and it is important to value them because they are layers of who we are and how we create a sense of belonging in new places. In the process of investigating place identity and the challenges of achieving wellness when we are uprooted, both nature and memory emerge and are strongly affiliated with our sense of place. More specifically, environmental facets tied to our senses such as local vegetation, sunlight, color, and climatic details help us access and recall these memories of home. In addition, there are substantial parallels between people and plants in relation to displacement and migration. As a result, biophilia within the home becomes a meaningful component that can potentially contribute to domestic wellness. The design application generated from the research examines a physical dichotomy between our memories of home and the current domestic dwelling through light and color. Inspired by nature and place identity, the design unfolds through the biophilic analogy of the prickly pear’s migration from Central America and the Caribbean to the Mediterranean, especially southern Italy. It merges meaning and technology by exploring the concept of a lighting system which detaches and can temporarily be displaced to different areas of a home, facilitating a state of wellness through interaction with colored light that is extracted from memory.

Questa ricerca di tesi si concentra sul benessere delle persone che si trasferiscono all’estero attraverso il rafforzamento dell’identità nell’ambiente domestico. Si approfondiscono i temi della psicologia ambientale, l’antropologia, la migrazione moderna, l’adattabilità, il significato di casa, l’attaccamento al luogo e del nostro legame con la natura attraverso la biofilia. Negli ultimi anni si è assistito a un aumento delle migrazioni per vari motivi, e c’è sempre un conflitto di identità tra il luogo che abbiamo lasciato e quello che abbiamo scelto per ospitarci. Ci sono aspetti emotivi e intangibili che ci legano al luogo ed è importante valorizzarli perché sono strati di chi siamo e di come creiamo un senso di appartenenza in nuovi luoghi. Nel processo di indagine sull’identità del luogo e sulle sfide per raggiungere il benessere quando siamo sradicati, emergono i temi della natura e la memoria, che sono fortemente legate al nostro senso del luogo. In particolare, le sfaccettature ambientali legate ai nostri sensi, come la vegetazione locale, la luce del sole, i colori e i dettagli climatici, ci aiutano ad accedere e a richiamare i ricordi di casa. Inoltre, esistono paralleli sostanziali tra le persone e le piante in relazione allo spostamento e alla migrazione. Di conseguenza, la biofilia all’interno della casa diventa una componente significativo che può potenzialmente contribuire al benessere domestico. L’applicazione progettuale generata dalla ricerca esamina una dicotomia fisica tra i nostri ricordi di casa e l’attuale abitazione domestica attraverso la luce e il colore. Ispirato alla natura e all’identità del luogo, il progetto si sviluppa attraverso l’analogia biofilica della migrazione del fico d’India dall’America centrale e dai Caraibi al Mediterraneo, in particolare all’Italia meridionale. Lega senso e tecnologia tramite il concetto di un sistema di illuminazione che si stacca e può essere temporaneamente spostato in diverse aree della casa, facilitando uno stato di benessere attraverso l’interazione con la luce colorata che viene estratta dalla memoria.