The impact of innovation and sustainability on supply backshoring of Italian companies: a transaction costs approach

This dissertation attempts to investigate the supply backshoring phenomenon, i.e. the relocation in the home country of the supply of materials and components previously offshored in a foreign country, adopting a transaction costs perspective. Through an analysis on 367 Italian manufacturing firms, this research aims to shed light on how propensity to innovation and propensity to sustainability affect the probability of firms to rely on domestic rather than foreign suppliers. Supply backshoring has not received extensive attention from academics and, innovation and sustainability are two fundamental aspects for the future prosperity of companies. The results of the dissertation show that the innovativeness of a firm, expressed through the value of R&D expenditures, the value of intellectual property rights and the number of patents published, triggers an increase in the firms’ asset specificity and of the likelihood of opportunistic behaviours. These two factors, raising transaction costs, encourage firms to backshore their supply activities. On the contrary, innovation related to the development of Industry 4.0 technologies drives a reduction in the searching, monitoring and information costs and in the asset specificity. Consequently, companies are induced to keep relying on international suppliers rather than undertake supply backshoring. Finally, the results of the research highlight that sustainability standards, adopted by firms to exhibit their propensity and attention to the environment, lead to a reduction of the information asymmetry and uncertainty within the supply chain and to an improvement of the reputation of the firms. Hence, the benefits of the certification mechanism drive a reduction of transaction costs that does not stimulate firms to carry out supply backshoring.

Questa tesi di ricerca si pone l’obiettivo di indagare la rilocalizzazione nel paese d'origine della fornitura di materiali e semilavorati precedentemente delocalizzata in un paese straniero, fenomeno meglio conosciuto come backshoring di fornitura, analizzando l’argomento tramite la teoria dei costi di transazione. Il backshoring di fornitura non ha ricevuto una grande attenzione da parte degli accademici e, inoltre, innovazione e sostenibilità sono due aspetti fondamentali per la futura prosperità delle aziende. Tramite un’analisi su 367 aziende manifatturiere italiane, questa ricerca mira a far luce su come la propensione all'innovazione e la propensione alla sostenibilità influiscano sulla probabilità delle imprese di fare affidamento su fornitori nazionali piuttosto che stranieri. I risultati della tesi mostrano che l'innovatività di un'impresa, espressa attraverso il valore delle spese di ricerca e sviluppo, il valore dei diritti di proprietà intellettuale e il numero di brevetti pubblicati, innesca un aumento della specificità delle risorse delle imprese e della probabilità di comportamenti opportunistici da parte dei fornitori. Questi due fattori, aumentando i costi di transazione, inducono le imprese a rilocalizzare le attività di fornitura nel paese d’origine. Viceversa, l'innovazione legata allo sviluppo delle tecnologie dell’Industria 4.0 porta alla riduzione dei costi di ricerca e monitoraggio e alla specificità delle risorse. Di conseguenza le imprese sono indotte a continuare a fare affidamento su fornitori internazionali piuttosto che intraprendere la via del backshoring di fornitura. Infine, i risultati evidenziano che gli standard di sostenibilità, adottati dalle imprese per dimostrare la loro devozione all’ambiente, portano ad una riduzione dell'asimmetria informativa e dell'incertezza all'interno della catena di approvvigionamento e ad un miglioramento della reputazione. Pertanto, le certificazioni, apportando benefici alle aziende in termini di riduzione dei costi di transazione, non stimolano le imprese ad effettuare backshoring di fornitura.