The project at Viale Gorizia 5 7 and 9 is confronted with a lot of modernist layout from the late 1950s. The footprint and massing of the three architectural structures, respectively by Francesco Nava, Giancarlo Malchiodi and Enrico Ratti, is orthogonally oriented with respect to the neighboring nineteenth-century building curtain clearly manifesting the identity and design intentions of the urban complex. Morphologically, the planivolumetric layout is well recognizable and attests to the city's landscape and memory as a declination of Milan's mid-twentieth-century modernist production. Moreover, the architectural complex grafting itself close to the perimeter of the Naviglio, between the denser and more compact city and the green bank along the public walkway of the Darsena, is interspersed with some more open spaces, in terms of light and visibility, towards the neighboring landscape. The aim of the project is to preserve the urban value of the pre-existing facility by updating it in terms of use and accessibility to the area. But while from the outset the intuition and design intention seems correct in breaking free from the surrounding building grid; in the usability and walkability of the spaces, partly because of the more introverted functional residential nature, partly because of the state of neglect in which it has been for years now, this area does not yet come up to date with the Darsena and is not updated with respect to the plots of the urban system that, for the most part, Studio Guazzoni conceived in 2015. In this regard, there is a desire to give continuity to the ring walkway along the Naviglio, making the roof of Marco Zanuso's building, the current home of the Marinai d'Italia, accessible and practicable, and rethinking a direct relationship with the public spaces planned on the Darsena bank. The new hybrid receptive structure is addressed exclusively to a user base of students and workers, and on the one hand, it is realized through a redevelopment of Francesco Nava's architectural artifact, preserving its facade composition (of linguistic derivation from Luigi Caccia Dominioni) and hybrid typological nature; on the other, fulfilling needs of a functional nature, Giancarlo Malchiodi's building is demolished and a new building is constructed to protect the figure of the three parallelepipeds, emblematic of a Milanese modernist parenthesis of which the city is rich in precious fragments.

Il progetto presso viale Gorizia 5 7 e 9 si confronta con un lotto di impianto modernista di fine anni 50. L’impronta e la volumetria dei tre manufatti architettonici, rispettivamente di Francesco Nava, Giancarlo Malchiodi ed Enrico Ratti, si rivolge ortogonalmente rispetto alla cortina edilizia limitrofa ottocentesca manifestando chiaramente l’identità e le intenzioni progettuali del complesso urbano. Morfologicamente l’assetto planivolumetrico è ben riconoscibile e si attesta nel paesaggio e nella memoria della città come una declinazione della produzione modernista Milanese di metà novecento. Inoltre il complesso architettonico innestandosi a ridosso del perimetro del Naviglio, tra la città più densa e compatta e la sponda verde lungo il camminamento pubblico della Darsena, è inframmezzato da alcuni varchi più aperti, in termini di luce e visibilità, verso il paesaggio limitrofo. L’obiettivo del progetto è quello di preservare il valore urbano dell’impianto preesistente attualizzandolo in termini di uso e accessibilità all’area. Ma se da principio l’intuizione e l’intenzione progettuale sembra corretta nello svincolarsi dalla maglia edilizia circostante; nella fruibilità e nella percorribilità degli spazi, in parte per la natura funzionale residenziale più introversa, in parte per lo stato di abbandono in cui si trova ormai da anni, quest’area non si ancora alla Darsena e non è aggiornata rispetto alle trame del sistema urbano che, in gran parte, lo studio Guazzoni ha concepito nel 2015. A tal proposito, si vuole dare continuità al camminamento ad anello lungo il Naviglio, rendendo accessibile e praticabile la copertura del fabbricato di Marco Zanuso, attuale sede dei Marinai d’Italia, e ripensando ad un rapporto diretto con gli spazi pubblici previsti sulla sponda della Darsena. La nuova struttura ricettiva ibrida viene rivolta esclusivamente ad un utenza di studenti e lavoratori, e da un lato, viene realizzata tramite un intervento di riqualifica del manufatto architettonico di Francesco Nava, conservandone la composizione di facciata (di deriva linguistica di Luigi Caccia Dominioni) e la natura tipologica ibrida; dall’altro, assolvendo alle necessità di natura funzionale, viene demolito l’edificio di Giancarlo Malchiodi e costruito un nuovo fabbricato che tuteli la figura dei tre parallelepipedi, emblematica di una parentesi modernista Milanese di cui la città è ricca di preziosi frammenti.

Viale Gorizia 5 7 9 : progetto per una struttura ricettiva ibrida, tra il riassetto dell'impianto urbano e la riqualificazione dell'esistente

SALA, FRANCESCO;Santoro, Luigi;Saccani, Samuele
2021/2022

Abstract

The project at Viale Gorizia 5 7 and 9 is confronted with a lot of modernist layout from the late 1950s. The footprint and massing of the three architectural structures, respectively by Francesco Nava, Giancarlo Malchiodi and Enrico Ratti, is orthogonally oriented with respect to the neighboring nineteenth-century building curtain clearly manifesting the identity and design intentions of the urban complex. Morphologically, the planivolumetric layout is well recognizable and attests to the city's landscape and memory as a declination of Milan's mid-twentieth-century modernist production. Moreover, the architectural complex grafting itself close to the perimeter of the Naviglio, between the denser and more compact city and the green bank along the public walkway of the Darsena, is interspersed with some more open spaces, in terms of light and visibility, towards the neighboring landscape. The aim of the project is to preserve the urban value of the pre-existing facility by updating it in terms of use and accessibility to the area. But while from the outset the intuition and design intention seems correct in breaking free from the surrounding building grid; in the usability and walkability of the spaces, partly because of the more introverted functional residential nature, partly because of the state of neglect in which it has been for years now, this area does not yet come up to date with the Darsena and is not updated with respect to the plots of the urban system that, for the most part, Studio Guazzoni conceived in 2015. In this regard, there is a desire to give continuity to the ring walkway along the Naviglio, making the roof of Marco Zanuso's building, the current home of the Marinai d'Italia, accessible and practicable, and rethinking a direct relationship with the public spaces planned on the Darsena bank. The new hybrid receptive structure is addressed exclusively to a user base of students and workers, and on the one hand, it is realized through a redevelopment of Francesco Nava's architectural artifact, preserving its facade composition (of linguistic derivation from Luigi Caccia Dominioni) and hybrid typological nature; on the other, fulfilling needs of a functional nature, Giancarlo Malchiodi's building is demolished and a new building is constructed to protect the figure of the three parallelepipeds, emblematic of a Milanese modernist parenthesis of which the city is rich in precious fragments.
PIERINI, ORSINA SIMONA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
4-mag-2023
2021/2022
Il progetto presso viale Gorizia 5 7 e 9 si confronta con un lotto di impianto modernista di fine anni 50. L’impronta e la volumetria dei tre manufatti architettonici, rispettivamente di Francesco Nava, Giancarlo Malchiodi ed Enrico Ratti, si rivolge ortogonalmente rispetto alla cortina edilizia limitrofa ottocentesca manifestando chiaramente l’identità e le intenzioni progettuali del complesso urbano. Morfologicamente l’assetto planivolumetrico è ben riconoscibile e si attesta nel paesaggio e nella memoria della città come una declinazione della produzione modernista Milanese di metà novecento. Inoltre il complesso architettonico innestandosi a ridosso del perimetro del Naviglio, tra la città più densa e compatta e la sponda verde lungo il camminamento pubblico della Darsena, è inframmezzato da alcuni varchi più aperti, in termini di luce e visibilità, verso il paesaggio limitrofo. L’obiettivo del progetto è quello di preservare il valore urbano dell’impianto preesistente attualizzandolo in termini di uso e accessibilità all’area. Ma se da principio l’intuizione e l’intenzione progettuale sembra corretta nello svincolarsi dalla maglia edilizia circostante; nella fruibilità e nella percorribilità degli spazi, in parte per la natura funzionale residenziale più introversa, in parte per lo stato di abbandono in cui si trova ormai da anni, quest’area non si ancora alla Darsena e non è aggiornata rispetto alle trame del sistema urbano che, in gran parte, lo studio Guazzoni ha concepito nel 2015. A tal proposito, si vuole dare continuità al camminamento ad anello lungo il Naviglio, rendendo accessibile e praticabile la copertura del fabbricato di Marco Zanuso, attuale sede dei Marinai d’Italia, e ripensando ad un rapporto diretto con gli spazi pubblici previsti sulla sponda della Darsena. La nuova struttura ricettiva ibrida viene rivolta esclusivamente ad un utenza di studenti e lavoratori, e da un lato, viene realizzata tramite un intervento di riqualifica del manufatto architettonico di Francesco Nava, conservandone la composizione di facciata (di deriva linguistica di Luigi Caccia Dominioni) e la natura tipologica ibrida; dall’altro, assolvendo alle necessità di natura funzionale, viene demolito l’edificio di Giancarlo Malchiodi e costruito un nuovo fabbricato che tuteli la figura dei tre parallelepipedi, emblematica di una parentesi modernista Milanese di cui la città è ricca di preziosi frammenti.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/211410