Il titolo del presente progetto di tesi è: ‘labora et ora: costruzioni profane nel monastero di Chiaravalle’; la voluta inversione dell’ordine del motto dei monaci Benedettini, dai quali derivano i Cistercensi, vuole mettere in risalto una caratteristica fondante ma poco nota del monastero. Tale progetto, a coronamento del percorso di studi del sottoscritto, scaturisce dal fervido interesse, maturato nell’arco dell’esperienza accademica, per la tematica del restauro, del recupero e della conservazione degli edifici storici, i quali per un Paese come l’Italia rappresentano la spina dorsale del patrimonio artistico e architettonico nazionale. Il complesso monastico cistercense dell’Abbazia di Chiaravalle rappresenta ciò che di più caro hanno i milanesi. Il prezioso contributo, che i monaci cistercensi hanno apportato nei secoli all’evoluzione economica, sociale e culturale della Bassa Lombarda, obbliga chi si occupa di Chiaravalle ad operare con saggezza, onestà intellettuale e scientifica. Nel capitolo 2 si argomenta sui risultati dello studio approfondito, svolto in merito alla nascita ed alle vicissitudini storiche dell’Ordine, di cui si notano i riflessi nelle costruzioni giunte ai giorni nostri. Nel capitolo 3 si presentano le peculiarità e le valenze di ognuno dei principali edifici del monastero, in modo da fornire un quadro complessivo del contesto nel quale il progetto di consolidamento si va ad inserire; esso infatti è caratterizzato dalla consapevolezza del retaggio storico e architettonico dell’abbazia, che hanno influito sull'essenza del cascinale. In seguito si entrerà nel cuore tecnico-scientifico della tesi, con la presentazione dello stato di fatto del fabbricato in questione (capitolo 4), dei dissesti strutturali e dei conseguenti quadri fessurativi, che lo affliggono (capitolo 5); essi giustificano e rendono legittime le strategie di intervento, che il sottoscritto ha elaborato, per risolvere o quantomeno contrastare tali dissesti. Una volta risolti i problemi strutturali del cascinale, è possibile passare alla sua nuova configurazione allo stato di progetto: un centro congressi, con sala conferenze e sala ristorante da 50 posti ed una piccola foresteria per i conferenzieri, dotato di due giardini e di un accesso autonomo dal resto del monastero (capitolo 6). Infine nel capitolo delle conclusioni, si confrontano gli obiettivi iniziali ed i risultati ottenuti, i vantaggi e gli svantaggi del loro raggiungimento, le ipotesi scartate e gli ambiti dove è ancora possibile un ulteriore approfondimento. Per l’esaustività della trattazione, ad ogni capitolo è associato un dettagliato dossier fotografico (appendice A) e ricchi elaborati grafici (appendice B). Preme far presente che tale progetto ha l’umile ambizione di essere utile e di avere una prospettiva d’uso. E’ scaturito dalla reale esigenza manifestata dalla committenza, ossia dagli stessi monaci, di sfruttare più proficuamente questa parte del monastero e di avere a disposizione uno spazio per convegni e conferenze, di cui il territorio di Milano ha grande bisogno, soprattutto in vista della prossima esposizione universale del 2015.
Labora et ora : costruzioni profane nel monastero di Chiaravalle
CALVARUSO, FRANCESCO
2010/2011
Abstract
Il titolo del presente progetto di tesi è: ‘labora et ora: costruzioni profane nel monastero di Chiaravalle’; la voluta inversione dell’ordine del motto dei monaci Benedettini, dai quali derivano i Cistercensi, vuole mettere in risalto una caratteristica fondante ma poco nota del monastero. Tale progetto, a coronamento del percorso di studi del sottoscritto, scaturisce dal fervido interesse, maturato nell’arco dell’esperienza accademica, per la tematica del restauro, del recupero e della conservazione degli edifici storici, i quali per un Paese come l’Italia rappresentano la spina dorsale del patrimonio artistico e architettonico nazionale. Il complesso monastico cistercense dell’Abbazia di Chiaravalle rappresenta ciò che di più caro hanno i milanesi. Il prezioso contributo, che i monaci cistercensi hanno apportato nei secoli all’evoluzione economica, sociale e culturale della Bassa Lombarda, obbliga chi si occupa di Chiaravalle ad operare con saggezza, onestà intellettuale e scientifica. Nel capitolo 2 si argomenta sui risultati dello studio approfondito, svolto in merito alla nascita ed alle vicissitudini storiche dell’Ordine, di cui si notano i riflessi nelle costruzioni giunte ai giorni nostri. Nel capitolo 3 si presentano le peculiarità e le valenze di ognuno dei principali edifici del monastero, in modo da fornire un quadro complessivo del contesto nel quale il progetto di consolidamento si va ad inserire; esso infatti è caratterizzato dalla consapevolezza del retaggio storico e architettonico dell’abbazia, che hanno influito sull'essenza del cascinale. In seguito si entrerà nel cuore tecnico-scientifico della tesi, con la presentazione dello stato di fatto del fabbricato in questione (capitolo 4), dei dissesti strutturali e dei conseguenti quadri fessurativi, che lo affliggono (capitolo 5); essi giustificano e rendono legittime le strategie di intervento, che il sottoscritto ha elaborato, per risolvere o quantomeno contrastare tali dissesti. Una volta risolti i problemi strutturali del cascinale, è possibile passare alla sua nuova configurazione allo stato di progetto: un centro congressi, con sala conferenze e sala ristorante da 50 posti ed una piccola foresteria per i conferenzieri, dotato di due giardini e di un accesso autonomo dal resto del monastero (capitolo 6). Infine nel capitolo delle conclusioni, si confrontano gli obiettivi iniziali ed i risultati ottenuti, i vantaggi e gli svantaggi del loro raggiungimento, le ipotesi scartate e gli ambiti dove è ancora possibile un ulteriore approfondimento. Per l’esaustività della trattazione, ad ogni capitolo è associato un dettagliato dossier fotografico (appendice A) e ricchi elaborati grafici (appendice B). Preme far presente che tale progetto ha l’umile ambizione di essere utile e di avere una prospettiva d’uso. E’ scaturito dalla reale esigenza manifestata dalla committenza, ossia dagli stessi monaci, di sfruttare più proficuamente questa parte del monastero e di avere a disposizione uno spazio per convegni e conferenze, di cui il territorio di Milano ha grande bisogno, soprattutto in vista della prossima esposizione universale del 2015.File | Dimensione | Formato | |
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