Un compito trasversale accomuna tutte le forme di visualizzazione e di rappresentazione: quello di trasferire conoscenza, rendendo esplicite le intenzioni che animano il progettista e le azioni che esso sta compiendo. Il designer che progetta una visualizzazione si cimenta in un processo meaning-making, cioè un processo di natura cognitiva che favorisce la creazione di significato nella mente di chi osserverà il suo lavoro. Ciò forza lo spostamento paradigmatico della focalizzazione da un design di oggetti, verso un design di pensiero (design of thinking) o di inferenze: il contenuto di una visualizzazione non è da ricercare nell’artefatto stesso, ma si sposta e si incarna nel pensiero del destinatario, il quale ne diventa co-autore. Una visualizzazione è come una messinscena teatrale: senza un pubblico, non esiste in quanto spettacolo vero e proprio. In questa tesi, si propone un nuovo approccio alla visualizzazione dei fenomeni, ovvero quell’insieme eterogeneo di storie, eventi, relazioni, luoghi, processi di evoluzione e personaggi-attori che creano quel persistent context che ci aiuta a comprendere dati e informazioni. Tale approccio, votato all’argomentazione e di natura narrativa, è sintesi di due tendenze individuate nello stato dell’arte della disciplina: l’approccio formale — derivato dalla modalità di pensiero logico-scientifico — e quello espressivo — che scaturisce dalla modalità di pensiero narrativo. Dell’uno e dell’altro approccio si assorbono pregi e peculiarità: del primo si conservano la qualità descrittiva ed esplicativa e la ricerca di una formalizzazione di linguaggio; con il secondo si rivendica una forma di racconto anche per la disciplina della visualizzazione, equiparandola a tutte le ‘scienze’ e le modalità di accesso alla realtà. Palcoscenico del livello narrativo è il mondo che ruota, si crea e si trasforma intorno ai fenomeni da visualizzare. La proposta di questa trattazione è quella di considerare il modello del panorama, come un modello ideale di riproduzione di questo mondo, nel quale l’occhio dell’osservatore possa vagare in libertà e decidere dove guardare. Nella parte finale, tre progetti testano l’efficacia di un tale panorama narrativo.
Il panorama narrativo
GRAFFIETI, MICHELE
2010/2011
Abstract
Un compito trasversale accomuna tutte le forme di visualizzazione e di rappresentazione: quello di trasferire conoscenza, rendendo esplicite le intenzioni che animano il progettista e le azioni che esso sta compiendo. Il designer che progetta una visualizzazione si cimenta in un processo meaning-making, cioè un processo di natura cognitiva che favorisce la creazione di significato nella mente di chi osserverà il suo lavoro. Ciò forza lo spostamento paradigmatico della focalizzazione da un design di oggetti, verso un design di pensiero (design of thinking) o di inferenze: il contenuto di una visualizzazione non è da ricercare nell’artefatto stesso, ma si sposta e si incarna nel pensiero del destinatario, il quale ne diventa co-autore. Una visualizzazione è come una messinscena teatrale: senza un pubblico, non esiste in quanto spettacolo vero e proprio. In questa tesi, si propone un nuovo approccio alla visualizzazione dei fenomeni, ovvero quell’insieme eterogeneo di storie, eventi, relazioni, luoghi, processi di evoluzione e personaggi-attori che creano quel persistent context che ci aiuta a comprendere dati e informazioni. Tale approccio, votato all’argomentazione e di natura narrativa, è sintesi di due tendenze individuate nello stato dell’arte della disciplina: l’approccio formale — derivato dalla modalità di pensiero logico-scientifico — e quello espressivo — che scaturisce dalla modalità di pensiero narrativo. Dell’uno e dell’altro approccio si assorbono pregi e peculiarità: del primo si conservano la qualità descrittiva ed esplicativa e la ricerca di una formalizzazione di linguaggio; con il secondo si rivendica una forma di racconto anche per la disciplina della visualizzazione, equiparandola a tutte le ‘scienze’ e le modalità di accesso alla realtà. Palcoscenico del livello narrativo è il mondo che ruota, si crea e si trasforma intorno ai fenomeni da visualizzare. La proposta di questa trattazione è quella di considerare il modello del panorama, come un modello ideale di riproduzione di questo mondo, nel quale l’occhio dell’osservatore possa vagare in libertà e decidere dove guardare. Nella parte finale, tre progetti testano l’efficacia di un tale panorama narrativo.File | Dimensione | Formato | |
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