Graphic activity – intended as writing, drawing and carving – is too relevant to not imply the study of where it’s practiced and wether a place is proper or not. Nowadays, a sit always used to be, huge urban areas are involved into artistical expression. The techniques and tools are various and act on different levels: political, industrial, commercial, social and merely aesthetical ones. The boundaries of action are crashing more and more, covering not only unlimited supports, but also different disciplines from graphic design to video technologies. Meanwhile consumerist iper-information pollution is expanding on always more large areas covering relevant portions of the urban landscape, affecting its meaning and aesthetical value. On the other side urban decay contributes to the growth of the invadent and destabilizing noise of the contemporary metropolis. In these cases urban art can be the answer against the overbearing “Bad” which is stealing “Beauty”.The wide territorial diffusion of this art turns the urban environment into a huge diffused museum, which needs a proper management aimed to turn it into cultural heritage. “Urban Canvas” is the project of this diffused museum, and comes from the will to promote the knowledge of urban art. This art, mostly an unsaid acceptance of illegality, must be considered at first “spontaneous art”. It’s expression by heart, made by the hands of artists using the most innovative and different techniques, mixing them with an experimental taste and creative ability, stamping them all on the only canvas of our time: the urban surface.

L’attività grafica, dello “scrivere, disegnare, incidere” è per sua natura troppo importante perché non ci si sia preoccupati in passato, o non ci si preoccupi oggi, di dove si svolge e di stabilire quali siano per essa i luoghi impropri e quelli propri. Oggi, come da sempre nella storia, le grandi superfici urbane sono più che mai usate come supporto per l’espressione artistica e grafica. Le tecniche e gli strumenti adoperati sono molteplici e agiscono a diversi livelli: politici, industriali, commerciali, sociali, segnaletici o puramente estetici. I limiti dell’azione vanno frantumandosi sempre di più fino a comprendere, non solo supporti illimitati per l’azione urbana, ma anche diverse discipline che si espandono nei campi del design grafico, del prodotto e delle tecnologie video. Contemporaneamente, l’inquinamento visivo dell’iperinformazione consumistica si espande su superfici sempre più estese inglobando vere e proprie porzioni di paesaggio urbano, mutandolo di senso e d’estetica. Insieme ad esso, anche le situazioni di degrado urbano contribuiscono ad accrescere il “rumore” invadente e destabilizzante della metropoli contemporanea. In questo caos, gli interventi d’arte urbana possono porsi come risposta al prepotente saccheggio del “Bello” da parte di quel “Brutto” che ci opprime. La loro diffusione territoriale è tale da renderli protagonisti di un grande museo diffuso, che richiede però, una gestione e una valorizzazione tali da farlo riconoscere come patrimonio culturale, dunque da promuovere e tutelare. Il progetto di museo diffuso “Urban Canvas”, nasce da tutte queste convinzioni e dalla volontà di promuovere l’attività e la conoscenza dell’arte urbana. Quest’arte, che è per lo più illegale, a volte legale, altre volte è un taciturno consenso all’illegalità, è da considerarsi prima di tutto “arte spontanea”. Viene dal cuore e dalle mani di abili artisti che sfruttano le tecniche più innovative e svariate mixandole tra loro con carattere sperimentale e abilità creativa, a volte persino artigiana - quando fanno propri linguaggi più tradizionali, imprimendole tutte sulle uniche vere tele che caratterizzano il nostro tempo: le superfici urbane.

Urban canvas. Museo diffuso d'arte spontanea

MEDOLAGO, ERIKA
2010/2011

Abstract

Graphic activity – intended as writing, drawing and carving – is too relevant to not imply the study of where it’s practiced and wether a place is proper or not. Nowadays, a sit always used to be, huge urban areas are involved into artistical expression. The techniques and tools are various and act on different levels: political, industrial, commercial, social and merely aesthetical ones. The boundaries of action are crashing more and more, covering not only unlimited supports, but also different disciplines from graphic design to video technologies. Meanwhile consumerist iper-information pollution is expanding on always more large areas covering relevant portions of the urban landscape, affecting its meaning and aesthetical value. On the other side urban decay contributes to the growth of the invadent and destabilizing noise of the contemporary metropolis. In these cases urban art can be the answer against the overbearing “Bad” which is stealing “Beauty”.The wide territorial diffusion of this art turns the urban environment into a huge diffused museum, which needs a proper management aimed to turn it into cultural heritage. “Urban Canvas” is the project of this diffused museum, and comes from the will to promote the knowledge of urban art. This art, mostly an unsaid acceptance of illegality, must be considered at first “spontaneous art”. It’s expression by heart, made by the hands of artists using the most innovative and different techniques, mixing them with an experimental taste and creative ability, stamping them all on the only canvas of our time: the urban surface.
ARC III - Scuola del Design
20-lug-2011
2010/2011
L’attività grafica, dello “scrivere, disegnare, incidere” è per sua natura troppo importante perché non ci si sia preoccupati in passato, o non ci si preoccupi oggi, di dove si svolge e di stabilire quali siano per essa i luoghi impropri e quelli propri. Oggi, come da sempre nella storia, le grandi superfici urbane sono più che mai usate come supporto per l’espressione artistica e grafica. Le tecniche e gli strumenti adoperati sono molteplici e agiscono a diversi livelli: politici, industriali, commerciali, sociali, segnaletici o puramente estetici. I limiti dell’azione vanno frantumandosi sempre di più fino a comprendere, non solo supporti illimitati per l’azione urbana, ma anche diverse discipline che si espandono nei campi del design grafico, del prodotto e delle tecnologie video. Contemporaneamente, l’inquinamento visivo dell’iperinformazione consumistica si espande su superfici sempre più estese inglobando vere e proprie porzioni di paesaggio urbano, mutandolo di senso e d’estetica. Insieme ad esso, anche le situazioni di degrado urbano contribuiscono ad accrescere il “rumore” invadente e destabilizzante della metropoli contemporanea. In questo caos, gli interventi d’arte urbana possono porsi come risposta al prepotente saccheggio del “Bello” da parte di quel “Brutto” che ci opprime. La loro diffusione territoriale è tale da renderli protagonisti di un grande museo diffuso, che richiede però, una gestione e una valorizzazione tali da farlo riconoscere come patrimonio culturale, dunque da promuovere e tutelare. Il progetto di museo diffuso “Urban Canvas”, nasce da tutte queste convinzioni e dalla volontà di promuovere l’attività e la conoscenza dell’arte urbana. Quest’arte, che è per lo più illegale, a volte legale, altre volte è un taciturno consenso all’illegalità, è da considerarsi prima di tutto “arte spontanea”. Viene dal cuore e dalle mani di abili artisti che sfruttano le tecniche più innovative e svariate mixandole tra loro con carattere sperimentale e abilità creativa, a volte persino artigiana - quando fanno propri linguaggi più tradizionali, imprimendole tutte sulle uniche vere tele che caratterizzano il nostro tempo: le superfici urbane.
Tesi di laurea Magistrale
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