This thesis delves into the intricate web of personal data, technology, and data literacy in the context of prevailing technocapitalism regimes of digital platforms that monetises and exerts influence on the immaterial labour of their users. The study examines the role of algorithms and various tracking technologies that serve as gateways, facilitating the flow of personal data into the digital realm, dissecting their impact on individuals' data privacy. Given the black-box working nature of the algorithms, a considerable level of technical literacy is required for the users to take a critical stance in this datafied society. Existing data protection frameworks such as GDPR, CCPA and India’s Digital Personal data protection bill provide formal resources for accessing and acquiring the personal data collected by digital platforms. However, they provide limited or no resources for comprehending the obtained data, posing a significant challenge to achieving data literacy. Recognising this gap, the thesis emphasises the role of communication design(ers) in producing artefacts that serve as adversarial tools for addressing this challenge. Hence the objective of this thesis is twofold: 1. Provide compelling communication design solutions to enhance data literacy; 2. Provide evidence for taking a critical stance against the hegemonic practices of digital platforms. To achieve this objective, a study was conducted on the author’s personal data obtained from five major online platforms—Google, Facebook, Instagram, Amazon, and Netflix—which was analysed to examine various aspects that hinder data literacy. These platforms were selected due to their widespread impact on various aspects of an individual’s daily life from areas such as leisure and entertainment to personal and social life. Adopting the autoethnographic approach, the process of acquiring and exploring the personal data from them was documented in the form of an audiovisual artefact comprising 4 episodes. By using documentation as a way of expression, each episode delves into a specific aspect of the exploration process, thereby shedding light on the potentially questionable practises of the chosen platforms. The produced artefact serves as an adversarial tool in providing evidence that aims to invite the general public to engage in a state of dissensus and contestation over the addressed issues.

La tesi esplora l’intricata configurazione reticolare dei dati personali, la tecnologia e il tema della data literacy nel contesto dei regimi prevalenti di tecnocapitalismo attuati dalle piattaforme digitali, che monetizzano ed esercitano influenza sul lavoro immateriale dei loro utenti. Lo studio esamina il ruolo degli algoritmi e delle varie tecnologie di tracciamento che fungono da gateway facilitando il flusso di dati personali nel regno digitale e ne analizza l’impatto sulla privacy degli individui. La struttura “a scatola nera” degli algoritmi rende necessario un notevole livello di alfabetizzazione tecnica affinché gli utenti possano assumere una posizione critica nella società della datificazione. I quadri di protezione dei dati esistenti come il GDPR, il CCPA e il Digital Personal Data Protection Bill indiano forniscono risorse formali per l’accesso e l’acquisizione dei dati personali raccolti dalle piattaforme digitali. Tuttavia, le risorse fornite da questi sistemi risultano limitate o del tutto inadatte a comprendere i dati ottenuti, rendendo l’alfabetizzazione dei dati un traguardo difficile da raggiungere. Riconoscendo questa lacuna, la tesi sottolinea il ruolo del design (e dei designer) della comunicazione nel produrre artefatti che fungano da strumenti critici per affrontare questa sfida. Pertanto l'obiettivo di questa tesi è duplice: 1. Fornire soluzioni progettuali convincenti per migliorare la data literacy; 2. Produrre una documentazione che consenta di assumere una posizione critica nei confronti delle pratiche egemoniche attuate dalle piattaforme digitali. Al fine di raggiungere questo obiettivo, è stato condotto uno studio sui dati personali dell’autore raccolti da cinque tra le principali piattaforme online – Google, Facebook, Instagram, Amazon e Netflix – per esaminare i vari aspetti che ostacolano l’alfabetizzazione dei dati. Le piattaforme sono state selezionate per il loro impatto diffuso su vari aspetti della vita quotidiana di un individuo, da ambiti quali il tempo libero e l’intrattenimento alla vita personale e sociale. Adottando l'approccio autoetnografico, il processo di acquisizione ed esplorazione dei dati personali è stato documentato sotto forma di un artefatto audiovisivo composto da quattro episodi. Ogni episodio approfondisce un aspetto specifico del processo utilizzando la documentazione come mezzo espressivo, con l’obiettivo di fare luce sulle pratiche potenzialmente discutibili delle piattaforme scelte. L'artefatto prodotto si pone dunque come uno strumento critico per produrre una documentazione che possa incoraggiare il pubblico a impegnarsi in uno stato di dissenso e contestazione sulle questioni affrontate.

DeCrypt3d.mp4 : an audiovisual autoethnography to enhance Data Literacy

Arappali, Bharath
2022/2023

Abstract

This thesis delves into the intricate web of personal data, technology, and data literacy in the context of prevailing technocapitalism regimes of digital platforms that monetises and exerts influence on the immaterial labour of their users. The study examines the role of algorithms and various tracking technologies that serve as gateways, facilitating the flow of personal data into the digital realm, dissecting their impact on individuals' data privacy. Given the black-box working nature of the algorithms, a considerable level of technical literacy is required for the users to take a critical stance in this datafied society. Existing data protection frameworks such as GDPR, CCPA and India’s Digital Personal data protection bill provide formal resources for accessing and acquiring the personal data collected by digital platforms. However, they provide limited or no resources for comprehending the obtained data, posing a significant challenge to achieving data literacy. Recognising this gap, the thesis emphasises the role of communication design(ers) in producing artefacts that serve as adversarial tools for addressing this challenge. Hence the objective of this thesis is twofold: 1. Provide compelling communication design solutions to enhance data literacy; 2. Provide evidence for taking a critical stance against the hegemonic practices of digital platforms. To achieve this objective, a study was conducted on the author’s personal data obtained from five major online platforms—Google, Facebook, Instagram, Amazon, and Netflix—which was analysed to examine various aspects that hinder data literacy. These platforms were selected due to their widespread impact on various aspects of an individual’s daily life from areas such as leisure and entertainment to personal and social life. Adopting the autoethnographic approach, the process of acquiring and exploring the personal data from them was documented in the form of an audiovisual artefact comprising 4 episodes. By using documentation as a way of expression, each episode delves into a specific aspect of the exploration process, thereby shedding light on the potentially questionable practises of the chosen platforms. The produced artefact serves as an adversarial tool in providing evidence that aims to invite the general public to engage in a state of dissensus and contestation over the addressed issues.
ARC III - Scuola del Design
19-dic-2023
2022/2023
La tesi esplora l’intricata configurazione reticolare dei dati personali, la tecnologia e il tema della data literacy nel contesto dei regimi prevalenti di tecnocapitalismo attuati dalle piattaforme digitali, che monetizzano ed esercitano influenza sul lavoro immateriale dei loro utenti. Lo studio esamina il ruolo degli algoritmi e delle varie tecnologie di tracciamento che fungono da gateway facilitando il flusso di dati personali nel regno digitale e ne analizza l’impatto sulla privacy degli individui. La struttura “a scatola nera” degli algoritmi rende necessario un notevole livello di alfabetizzazione tecnica affinché gli utenti possano assumere una posizione critica nella società della datificazione. I quadri di protezione dei dati esistenti come il GDPR, il CCPA e il Digital Personal Data Protection Bill indiano forniscono risorse formali per l’accesso e l’acquisizione dei dati personali raccolti dalle piattaforme digitali. Tuttavia, le risorse fornite da questi sistemi risultano limitate o del tutto inadatte a comprendere i dati ottenuti, rendendo l’alfabetizzazione dei dati un traguardo difficile da raggiungere. Riconoscendo questa lacuna, la tesi sottolinea il ruolo del design (e dei designer) della comunicazione nel produrre artefatti che fungano da strumenti critici per affrontare questa sfida. Pertanto l'obiettivo di questa tesi è duplice: 1. Fornire soluzioni progettuali convincenti per migliorare la data literacy; 2. Produrre una documentazione che consenta di assumere una posizione critica nei confronti delle pratiche egemoniche attuate dalle piattaforme digitali. Al fine di raggiungere questo obiettivo, è stato condotto uno studio sui dati personali dell’autore raccolti da cinque tra le principali piattaforme online – Google, Facebook, Instagram, Amazon e Netflix – per esaminare i vari aspetti che ostacolano l’alfabetizzazione dei dati. Le piattaforme sono state selezionate per il loro impatto diffuso su vari aspetti della vita quotidiana di un individuo, da ambiti quali il tempo libero e l’intrattenimento alla vita personale e sociale. Adottando l'approccio autoetnografico, il processo di acquisizione ed esplorazione dei dati personali è stato documentato sotto forma di un artefatto audiovisivo composto da quattro episodi. Ogni episodio approfondisce un aspetto specifico del processo utilizzando la documentazione come mezzo espressivo, con l’obiettivo di fare luce sulle pratiche potenzialmente discutibili delle piattaforme scelte. L'artefatto prodotto si pone dunque come uno strumento critico per produrre una documentazione che possa incoraggiare il pubblico a impegnarsi in uno stato di dissenso e contestazione sulle questioni affrontate.
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