Nice to meet you. L'editoria periodica indipendente per il dialogo interculturale

In today's multicultural world, every day we meet people who speak other languages, profess other religions and have other worldviews. It is a cultural otherness that cannot be ignored. Kapuscinski argues that whenever man encounters another person, he has three options: to wage war against him, to isolate himself or to establish a dialogue. The last option, according to Zingale, makes otherness a possibility. Dialogue, for Jullien, is the crossing of that territory that keeps two positions in relation. For this to happen, argues Sam Richards, it requires an exercise in empathy. To spread the culture of intercultural dialogue, the idea is to design an independent magazine that innovatively deals with this topic, bringing it closer to the reader and away from narratives that only link it to those who are considered different or foreign. After a preliminary analysis of how some similar magazines deal with the concept of dialogue, the first issue of NICE TO MEET YOU was realised. The project aims to create a space for intercultural dialogues, getting to know new people and cultures and opening up to different world views with empathy and kindness. Within its pages, the reader finds stories from various geographical areas and discovers the cultural diversity that characterises human beings. The concept of dialogue is also reflected in the graphic choices, both in the layout of the texts, the overlapping of different communication codes (text, photo and illustration), and the use of a typeface with symbolic shapes. To make the project more effective, a system of artefacts was added to the magazine: in-person events, a card game and a website. The project is considered to have achieved its initial objective: it succeeds in creating an environment of respectful sharing and involving even those who are not close to the subject. We are equally aware that one of its limitations is to be the fruit of individual work. Looking ahead to the next issues, however, the editorial team plans to expand and introduce a “cultural editor” to compensate for some cultural bias.

Nel mondo multiculturale di oggi, quotidianamente si incontrano persone che parlano altre lingue, professano altre religioni, hanno altre visioni del mondo. È un’alterità culturale che non si può ignorare. Kapuscinski sostiene che ogni volta che l’uomo incontra l’altro ha tre possibilità: fargli la guerra, isolarsi o stabilire un dialogo. L’ultima opzione, secondo Zingale, fa dell'alterità una possibilità. Il dialogo, per Jullien, è l’attraversamento di quel territorio che mantiene in relazione due posizioni. Perché avvenga, sostiene Sam Richards, occorre un esercizio di empatia. Per diffondere la cultura del dialogo interculturale, si vuole progettare una rivista indipendente che tratti in modo innovativo questo tema, avvicinandolo al lettore e allontanandolo dalle narrazioni che lo collegano solo a chi è considerato diverso o straniero. Dopo un’analisi preliminare di come alcune riviste analoghe trattano il concetto di dialogo, è stato realizzato il primo numero di NICE TO MEET YOU. Il progetto vuole creare uno spazio per intrattenere dialoghi interculturali, conoscere nuove persone e culture e aprirsi a punti di vista del mondo diversi con empatia e gentilezza. Tra le sue pagine il lettore trova storie provenienti da varie aree geografiche e scopre la diversità culturale che caratterizza gli esseri umani. Il concetto di dialogo si riflette anche nelle scelte grafiche, sia nell’impaginazione dei testi, sia con la sovrapposizione di codici comunicativi diversi (testo, foto e illustrazione), sia con l’uso di un carattere tipografico dalle forme simboliche. Per rendere il progetto più efficace si è affiancato alla rivista un sistema di artefatti: degli eventi in presenza, un gioco di carte e un sito. Si ritiene che il progetto abbia raggiunto l’obiettivo di partenza: riesce a creare un ambiente di condivisione rispettosa e a coinvolgere anche coloro che non sono vicini al tema. Si è altrettanto consapevoli che uno dei suoi limiti sia di essere il frutto di un lavoro individuale. In vista dei prossimi numeri la redazione però prevede di ampliarsi e di introdurre la figura del "cultural editor" per compensare alcuni bias culturali.