The area of the Padua Amphitheater is a place where the past is submerged and hidden, but preserved by the Archaeological remains, while its geometry is governed by the ruins that surface. The ancient Roman wall binds together space and time, bearing witness to the signs of transformations and gathering around it characters and architectures that have marked the history of Padua, such as the Eremitani Convent, the Palace and the Scrovegni Chapel. The study of documents, remnants of the past and its traces constituted a design cue aimed at rediscovering connections and giving life to new dialogues that, confronting the ancient, offer a new reading of space, enhancing its historical identity. The reconstruction of a "fragment" of the Amphitheater becomes both a tool to showcase the archaeological palimpsest, but also a mechanism for dialogue with the ancient Roman wall. The intervention involves integrating the elliptical space within the Eremitani museum itinerary, through the creation of a new entrance to the Scrovegni Chapel, and an overlook to the archaeological area in the northern sector. The project aims to "systematize" an entire area dotted with historical emergencies that allow for a narrative of the city's past. Thus, it envisions the connection of two poles: the Roman Amphitheater and the Arena Tower. This connection takes the form of a pedestrian axis that, crossing the early 20th-century public park, connects the archaeological area with the underground space of the Torrione. The latter consists of a casemate of the 16th-century walls that, over time, has seen its space forgotten. Its rediscovery and accessibility are made possible by a staircase, accompanied by a wall with a jagged course. The project finds fulfillment in subtle balances: the hidden history is brought to light both through the display of archaeological remains and through the reopening of the forgotten underground spaces of the Torrione, as narrative pieces that allow the mosaic of the complex historical transformations of the area to be recomposed.

L’area dell’Anfiteatro di Padova è un luogo dove il passato è sommerso e nascosto, ma conservato dai resti presenti nel sottosuolo, mentre la sua geometria è governata dai ruderi che affiorano in superficie. L’antico muro romano lega tra loro lo spazio e il tempo, testimoniando i segni delle trasformazioni e raccogliendo intorno a sé personaggi e architetture che hanno segnato la storia di Padova, quali il Convento degli Eremitani, il Palazzo e la Cappella degli Scrovegni. Lo studio dei documenti, dei resti del passato e dei suoi tracciati ha costituito uno spunto progettuale volto a riscoprire connessioni e dare vita a nuovi dialoghi che, confrontandosi con l’antico, offrono una nuova lettura dello spazio, esaltandone l’identità storica. La ricostruzione di un “frammento” dell’Anfiteatro diventa sia uno strumento per mettere in mostra il palinsesto archeologico, ma anche un meccanismo di dialogo con l’antico muro romano. L’intervento prevede di integrare lo spazio ellittico all’interno del percorso museale degli Eremitani, tramite la realizzazione di un nuovo ingresso alla Cappella degli Scrovegni, e di un affaccio sull’area archeologica del settore Nord. Il progetto ha l’obiettivo di mettere “a sistema” un’intera zona costellata da emergenze storiche che permettono di narrare il passato della città. Si prevede dunque il collegamento di due poli: l’Anfiteatro romano e il Torrione dell’Arena. Questa connessione si concretizza in un asse pedonale che, attraversando il parco pubblico dei primi anni del Novecento, congiunge l’area archeologica con lo spazio ipogeo del Torrione. Quest’ultimo consiste in una casamatta delle mura cinquecentesche che, nel tempo, ha visto dimenticato il suo spazio. La sua riscoperta e la sua accessibilità sono rese possibili da una scalinata, accompagnata da un muro dall’andamento frastagliato. Il progetto trova realizzazione in sottili equilibri: la storia celata viene portata alla luce sia tramite l’esposizione dei resti archeologici che mediante la riapertura degli spazi ipogei dimenticati del Torrione, quali tasselli narrativi che permettono di ricomporre il mosaico delle complesse trasformazioni storiche dell’area.

Aree archeologiche e progetto di architettura. Padova: l'Anfiteatro romano e il Torrione dell'Arena.

Sarzi Sartori, Tiziano;MASINI, MATTEO
2022/2023

Abstract

The area of the Padua Amphitheater is a place where the past is submerged and hidden, but preserved by the Archaeological remains, while its geometry is governed by the ruins that surface. The ancient Roman wall binds together space and time, bearing witness to the signs of transformations and gathering around it characters and architectures that have marked the history of Padua, such as the Eremitani Convent, the Palace and the Scrovegni Chapel. The study of documents, remnants of the past and its traces constituted a design cue aimed at rediscovering connections and giving life to new dialogues that, confronting the ancient, offer a new reading of space, enhancing its historical identity. The reconstruction of a "fragment" of the Amphitheater becomes both a tool to showcase the archaeological palimpsest, but also a mechanism for dialogue with the ancient Roman wall. The intervention involves integrating the elliptical space within the Eremitani museum itinerary, through the creation of a new entrance to the Scrovegni Chapel, and an overlook to the archaeological area in the northern sector. The project aims to "systematize" an entire area dotted with historical emergencies that allow for a narrative of the city's past. Thus, it envisions the connection of two poles: the Roman Amphitheater and the Arena Tower. This connection takes the form of a pedestrian axis that, crossing the early 20th-century public park, connects the archaeological area with the underground space of the Torrione. The latter consists of a casemate of the 16th-century walls that, over time, has seen its space forgotten. Its rediscovery and accessibility are made possible by a staircase, accompanied by a wall with a jagged course. The project finds fulfillment in subtle balances: the hidden history is brought to light both through the display of archaeological remains and through the reopening of the forgotten underground spaces of the Torrione, as narrative pieces that allow the mosaic of the complex historical transformations of the area to be recomposed.
GIAMBRUNO, MARIA CRISTINA
PALMA, DANIELE
PETRINI, LORENZA
PITTAU, FRANCESCO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
19-dic-2023
2022/2023
L’area dell’Anfiteatro di Padova è un luogo dove il passato è sommerso e nascosto, ma conservato dai resti presenti nel sottosuolo, mentre la sua geometria è governata dai ruderi che affiorano in superficie. L’antico muro romano lega tra loro lo spazio e il tempo, testimoniando i segni delle trasformazioni e raccogliendo intorno a sé personaggi e architetture che hanno segnato la storia di Padova, quali il Convento degli Eremitani, il Palazzo e la Cappella degli Scrovegni. Lo studio dei documenti, dei resti del passato e dei suoi tracciati ha costituito uno spunto progettuale volto a riscoprire connessioni e dare vita a nuovi dialoghi che, confrontandosi con l’antico, offrono una nuova lettura dello spazio, esaltandone l’identità storica. La ricostruzione di un “frammento” dell’Anfiteatro diventa sia uno strumento per mettere in mostra il palinsesto archeologico, ma anche un meccanismo di dialogo con l’antico muro romano. L’intervento prevede di integrare lo spazio ellittico all’interno del percorso museale degli Eremitani, tramite la realizzazione di un nuovo ingresso alla Cappella degli Scrovegni, e di un affaccio sull’area archeologica del settore Nord. Il progetto ha l’obiettivo di mettere “a sistema” un’intera zona costellata da emergenze storiche che permettono di narrare il passato della città. Si prevede dunque il collegamento di due poli: l’Anfiteatro romano e il Torrione dell’Arena. Questa connessione si concretizza in un asse pedonale che, attraversando il parco pubblico dei primi anni del Novecento, congiunge l’area archeologica con lo spazio ipogeo del Torrione. Quest’ultimo consiste in una casamatta delle mura cinquecentesche che, nel tempo, ha visto dimenticato il suo spazio. La sua riscoperta e la sua accessibilità sono rese possibili da una scalinata, accompagnata da un muro dall’andamento frastagliato. Il progetto trova realizzazione in sottili equilibri: la storia celata viene portata alla luce sia tramite l’esposizione dei resti archeologici che mediante la riapertura degli spazi ipogei dimenticati del Torrione, quali tasselli narrativi che permettono di ricomporre il mosaico delle complesse trasformazioni storiche dell’area.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/214593