The mobility hub concept has become increasingly popular everywhere in Europe, especially in the Nordic countries. However, similar concepts need integrated policy measures to prompt a fundamental shift from individual car use to multimodal transport, especially in Italy where the use of cars is still fundamental. For supporting a modal shift toward alternative (to the car) mobility options, cities became a relevant test-bed in addressing policy measures devoted to improving the role of multimodal mobility supplies. This research investigates how Multimodal hubs can support the change of mobility practices in Milan in favor of more sustainable transport modes, looking at the European experiences as an opportunity for the city of Milan to take inspiration and identify strategies aimed at the creation and implementation of Mobility hubs in the urban and suburban context. Based on this, the research first analyses the different features of the metro and railway stations in Milan for a preliminary categorization of them based on their transport supply. Then applies the Node place model (Bertolini, 1999) for highlighting the difference performances of the stations based on the transport supply (node dimension) as well as on the quality and density of people and activities around them (place dimension). The classification allows to selection of two stations as case studies: Porto di Mare and Lambrate stations. Both characterized by unbalanced situations in terms of place and node dimensions, have been investigated to define strategies for transforming them into multimodal hubs. These strategies are scalable and can be applied to all stations in the city of Milan, representing a general framework for addressing policy measures devoted to developing mobility hubs and transforming the existing low-performance stations.

Il concetto di mobility hub è diventato sempre più popolare in tutta Europa, specialmente nei paesi nordici, dove l'integrazione modale tra trasporto pubblico e mobilità condivisa è diffusa e alla portata di tutti. La diffusione di mobility hub fonda-mentali per garantire la intermodalità, sembra tuttavia essere insufficiente per favorire un passaggio importante come quello dall'uso individuale dell'automobile al trasporto multimodale, soprattutto in Italia dove pare essere ancor più difficile poichè l’uso dell'’automobile è visto ancora come una necessità. Per sostenere un cambio modale dall’auto privata verso altri modi di trasporto, la “rivoluzione” deve avvenire a partire dalle città in cui vive la maggior parte della popolazione globale. Esse sono degli effettivi banchi di prova per avviare politiche dedicate ad ampliare il ruolo della mobilità multimodale nella quotidianità. Questa ricerca indaga come e quali siano le condizioni per implementare i progetti di hub multimodali capaci di sostenere un cambiamento delle abitudini di mobilità quotidiana, nonché il miglioramento a favore di modi di trasporto sostenibili nella città di Milano. Per questo la ricerca, dapprima attinge alle esperienze europee come opportunità per le città italiane di trarre ispirazione e individuare strategie volte alla creazione e all'attuazione di hub di mobilità nel contesto urbano e suburbano per poi, analizzare le caratteristiche delle stazioni metropolitane e ferroviarie di Milano, al fine di proporne una categorizzazione preliminare descrittiva della fornitura e della qualità di trasporto pubblico presente. Grazie alla sperimentazione del modello Node Place (Bertolini, 1999), la tesi restituisce le differenze di prestazioni delle stazioni in base all’offerta di trasporto (dimensione nodo) e in base alla qualità e densità di persone e attività intorno alle stazioni (dimensione luogo). La classificazione ha permesso di selezionare due stazioni su cui avviare un’analisi più di dettaglio: Porto di Mare e Lambrate. Entrambe sono caratterizzate da situazioni di squilibrio sia per la dimensione “node” che per la dimensione “place”. L’indagine condotta su entrambe è stata finalizzata a definire strategie utili alla loro trasformazione in effettivi hub multimodali. Le strategie individuate in Porto di Mare e Lambrate hanno l’ambizione di fornire indicazioni trasferibili in altri nodi puntando ad essere scalabili e di facile applicazione in tutte le stazioni di Milano, sia nel contesto urbano che suburbano, rappresentando un quadro generale per meglio definire ampliare le politiche dedicate allo sviluppo di hub di mobilità e alla trasformazione delle stazioni già esistenti.

The role of mobility hubs for a sustainable and fair urban mobility. the case of Milano

Villetti, Giulia Costanza
2022/2023

Abstract

The mobility hub concept has become increasingly popular everywhere in Europe, especially in the Nordic countries. However, similar concepts need integrated policy measures to prompt a fundamental shift from individual car use to multimodal transport, especially in Italy where the use of cars is still fundamental. For supporting a modal shift toward alternative (to the car) mobility options, cities became a relevant test-bed in addressing policy measures devoted to improving the role of multimodal mobility supplies. This research investigates how Multimodal hubs can support the change of mobility practices in Milan in favor of more sustainable transport modes, looking at the European experiences as an opportunity for the city of Milan to take inspiration and identify strategies aimed at the creation and implementation of Mobility hubs in the urban and suburban context. Based on this, the research first analyses the different features of the metro and railway stations in Milan for a preliminary categorization of them based on their transport supply. Then applies the Node place model (Bertolini, 1999) for highlighting the difference performances of the stations based on the transport supply (node dimension) as well as on the quality and density of people and activities around them (place dimension). The classification allows to selection of two stations as case studies: Porto di Mare and Lambrate stations. Both characterized by unbalanced situations in terms of place and node dimensions, have been investigated to define strategies for transforming them into multimodal hubs. These strategies are scalable and can be applied to all stations in the city of Milan, representing a general framework for addressing policy measures devoted to developing mobility hubs and transforming the existing low-performance stations.
LANZA, Giovanni
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
19-dic-2023
2022/2023
Il concetto di mobility hub è diventato sempre più popolare in tutta Europa, specialmente nei paesi nordici, dove l'integrazione modale tra trasporto pubblico e mobilità condivisa è diffusa e alla portata di tutti. La diffusione di mobility hub fonda-mentali per garantire la intermodalità, sembra tuttavia essere insufficiente per favorire un passaggio importante come quello dall'uso individuale dell'automobile al trasporto multimodale, soprattutto in Italia dove pare essere ancor più difficile poichè l’uso dell'’automobile è visto ancora come una necessità. Per sostenere un cambio modale dall’auto privata verso altri modi di trasporto, la “rivoluzione” deve avvenire a partire dalle città in cui vive la maggior parte della popolazione globale. Esse sono degli effettivi banchi di prova per avviare politiche dedicate ad ampliare il ruolo della mobilità multimodale nella quotidianità. Questa ricerca indaga come e quali siano le condizioni per implementare i progetti di hub multimodali capaci di sostenere un cambiamento delle abitudini di mobilità quotidiana, nonché il miglioramento a favore di modi di trasporto sostenibili nella città di Milano. Per questo la ricerca, dapprima attinge alle esperienze europee come opportunità per le città italiane di trarre ispirazione e individuare strategie volte alla creazione e all'attuazione di hub di mobilità nel contesto urbano e suburbano per poi, analizzare le caratteristiche delle stazioni metropolitane e ferroviarie di Milano, al fine di proporne una categorizzazione preliminare descrittiva della fornitura e della qualità di trasporto pubblico presente. Grazie alla sperimentazione del modello Node Place (Bertolini, 1999), la tesi restituisce le differenze di prestazioni delle stazioni in base all’offerta di trasporto (dimensione nodo) e in base alla qualità e densità di persone e attività intorno alle stazioni (dimensione luogo). La classificazione ha permesso di selezionare due stazioni su cui avviare un’analisi più di dettaglio: Porto di Mare e Lambrate. Entrambe sono caratterizzate da situazioni di squilibrio sia per la dimensione “node” che per la dimensione “place”. L’indagine condotta su entrambe è stata finalizzata a definire strategie utili alla loro trasformazione in effettivi hub multimodali. Le strategie individuate in Porto di Mare e Lambrate hanno l’ambizione di fornire indicazioni trasferibili in altri nodi puntando ad essere scalabili e di facile applicazione in tutte le stazioni di Milano, sia nel contesto urbano che suburbano, rappresentando un quadro generale per meglio definire ampliare le politiche dedicate allo sviluppo di hub di mobilità e alla trasformazione delle stazioni già esistenti.
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