The study deals with the reuse of a disused travertine quarry in the Guidonia Montecelio-Tivoli area, a zone of great historical, geological, and cultural interest. Roman travertine is a river origin limestone, used since Roman times for the construction of monuments, buildings, and works of art. Its extraction has left numerous lacerations on the territory, which in the urban context become real barriers, while in the geological one, steep and sharp walls, squared and very white craters, generate an alienating lunar landscape. All this represents a challenge and an opportunity for environmental, landscape, and urban recovery. The Travertine deposit coexists with water, both surface and underground, which triggers karst and thermal phenomena. The “Albule” waters, known since Roman times for their healing properties, are fed by a deep aquifer. During the extraction period, their rise is prevented by drainage pumps which, at the end of cultivation, are turned off, flooding vast portions of quarries. This generates a harsh, silent landscape, in some ways disturbing, where nature, fearless, does not give up and slowly takes back its own spaces. In the end, the current regulatory context presents weaknesses and paradoxes that penalize the sector’s companies but above all does not allow the development of a future perspective aimed at the use of these abandoned spaces. The project intends to transform the travertine quarry into an attractive hub consisting of a thermal plant and a theater. The first exploits the “Albule” waters to offer accommodation, wellness, and health services, while the second fits into the cultural tradition of the place, hosting shows and artistic events. The project respects the morphology and materiality of the quarry, using the extraction process as a method and travertine as a constructive element. The goal is to give the quarry a new life, capable of generating economic, social, and environmental value for the territory and the community.

Lo studio si occupa del riutilizzo di una cava di travertino dismessa nel comprensorio di Guidonia Montecelio-Tivoli, zona di grande interesse storico, geologico e culturale. Il travertino romano è una pietra calcarea di origine fluviale, utilizzata fin dall’epoca romana per la costruzione di monumenti, edifici e opere d’arte. La sua estrazione ha lasciato sul territorio numerose lacerazioni, che nel contesto urbano divengono delle vere e proprie barriere, mentre in quello geologico, pareti ripide e taglienti, crateri squadrati e bianchissimi, generano un paesaggio lunare alienante. Tutto ciò rappresenta una sfida e un’opportunità per il recupero ambientale, paesaggistico e urbano. Il deposito di Travertino convive con l’acqua, superficiale e sotterranea, che innesca fenomeni carsici e termali. Le acque Albule, note fin dall’epoca romana per le loro proprietà curative, sono alimentate da una falda acquifera profonda. Durante il periodo di estrazione la loro risalita viene impedita da pompe di drenaggio che, al termine della coltivazione vengono spente, lasciando allagare vaste porzioni di cave. Viene generato così un paesaggio aspro, silenzioso, per certi versi inquietante, dove la natura, impavida, non si arrende e lentamente si riprende i propri spazi. Infine, il contesto normativo vigente presenta debolezze e paradossi che penalizzano le aziende del settore ma soprattutto non permettono lo sviluppo di una prospettiva futura volta alla fruizione di questi spazi abbandonati. Il progetto proposto intende trasformare la cava di travertino in un polo attrattivo formato da un impianto termale ed un teatro. Il primo sfrutta le acque Albule per offrire servizi di soggiorno, benessere e salute, mentre il secondo si inserisce nella tradizione culturale del luogo, ospitando spettacoli e manifestazioni artistiche. Il progetto rispetta la morfologia e la materialità della cava, utilizzando il processo estrattivo come metodo e il travertino come elemento costruttivo. L’obiettivo è di restituire alla cava una nuova vita, in grado di generare valore economico, sociale e ambientale per il territorio e per la comunità.

ABITARE LO SCAVO. Strategia di riutilizzo per una cava dismessa nel comprensorio di Guidonia Montecelio-Tivoli.

Pizzutelli, Edoardo;ZAMBONINI, FEDERICO
2022/2023

Abstract

The study deals with the reuse of a disused travertine quarry in the Guidonia Montecelio-Tivoli area, a zone of great historical, geological, and cultural interest. Roman travertine is a river origin limestone, used since Roman times for the construction of monuments, buildings, and works of art. Its extraction has left numerous lacerations on the territory, which in the urban context become real barriers, while in the geological one, steep and sharp walls, squared and very white craters, generate an alienating lunar landscape. All this represents a challenge and an opportunity for environmental, landscape, and urban recovery. The Travertine deposit coexists with water, both surface and underground, which triggers karst and thermal phenomena. The “Albule” waters, known since Roman times for their healing properties, are fed by a deep aquifer. During the extraction period, their rise is prevented by drainage pumps which, at the end of cultivation, are turned off, flooding vast portions of quarries. This generates a harsh, silent landscape, in some ways disturbing, where nature, fearless, does not give up and slowly takes back its own spaces. In the end, the current regulatory context presents weaknesses and paradoxes that penalize the sector’s companies but above all does not allow the development of a future perspective aimed at the use of these abandoned spaces. The project intends to transform the travertine quarry into an attractive hub consisting of a thermal plant and a theater. The first exploits the “Albule” waters to offer accommodation, wellness, and health services, while the second fits into the cultural tradition of the place, hosting shows and artistic events. The project respects the morphology and materiality of the quarry, using the extraction process as a method and travertine as a constructive element. The goal is to give the quarry a new life, capable of generating economic, social, and environmental value for the territory and the community.
DI LISA , ANDREA
FREDIANI , MANUEL
RICCOBELLO , LEONARDO
TRAPUZZANO, ALBERTO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
19-dic-2023
2022/2023
Lo studio si occupa del riutilizzo di una cava di travertino dismessa nel comprensorio di Guidonia Montecelio-Tivoli, zona di grande interesse storico, geologico e culturale. Il travertino romano è una pietra calcarea di origine fluviale, utilizzata fin dall’epoca romana per la costruzione di monumenti, edifici e opere d’arte. La sua estrazione ha lasciato sul territorio numerose lacerazioni, che nel contesto urbano divengono delle vere e proprie barriere, mentre in quello geologico, pareti ripide e taglienti, crateri squadrati e bianchissimi, generano un paesaggio lunare alienante. Tutto ciò rappresenta una sfida e un’opportunità per il recupero ambientale, paesaggistico e urbano. Il deposito di Travertino convive con l’acqua, superficiale e sotterranea, che innesca fenomeni carsici e termali. Le acque Albule, note fin dall’epoca romana per le loro proprietà curative, sono alimentate da una falda acquifera profonda. Durante il periodo di estrazione la loro risalita viene impedita da pompe di drenaggio che, al termine della coltivazione vengono spente, lasciando allagare vaste porzioni di cave. Viene generato così un paesaggio aspro, silenzioso, per certi versi inquietante, dove la natura, impavida, non si arrende e lentamente si riprende i propri spazi. Infine, il contesto normativo vigente presenta debolezze e paradossi che penalizzano le aziende del settore ma soprattutto non permettono lo sviluppo di una prospettiva futura volta alla fruizione di questi spazi abbandonati. Il progetto proposto intende trasformare la cava di travertino in un polo attrattivo formato da un impianto termale ed un teatro. Il primo sfrutta le acque Albule per offrire servizi di soggiorno, benessere e salute, mentre il secondo si inserisce nella tradizione culturale del luogo, ospitando spettacoli e manifestazioni artistiche. Il progetto rispetta la morfologia e la materialità della cava, utilizzando il processo estrattivo come metodo e il travertino come elemento costruttivo. L’obiettivo è di restituire alla cava una nuova vita, in grado di generare valore economico, sociale e ambientale per il territorio e per la comunità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/215533