Laboratorio senza confini L'artigianato come forma di riuso del Palazzo di Cristallo

The thesis project is located in the Lambrate district, which is rich in history and played a crucial role in Italy’s industrial past, and which today is awaiting the redefinition of a new identity, especially following the dismantling of the industrial factories that characterised its morphology in the last century. Lambrate has a complex territoriality, yet retains a strong laboratory and social dimension, reinforced by its sense of separateness from the rest of the city. This dimension calls for a redevelopment of the area, initiated in the 1990s, which, however, has only seen the emergence of strong residential development, to the detriment of Lambrate’s wealth of associations, projects and initiatives. Laboratorio senza confini is located in the area east of the ring road, intervening on the Palazzo di Cristallo, the oldest disused warehouse of the former Innocenti factory, and the surrounding Lambretta Park. Through the design of a new integration between house, atelier and layout, the project defines a new way of inhabiting public space, mending the fracture between the residential district and the former industrial area, which runs along the Lambro river and the eastern bypass. The result is a craftsman’s park, which, with the aim of preserving the memory of an industrial archaeology declared to be of cultural interest and recovering its productive memory, responds to the needs of an area that has long been awaiting a redefinition of its urban layout, offering spaces for new social and cultural occasions and opportunities for a possible identity rebirth.

Il progetto di tesi si inserisce nel quartiere di Lambrate, ricco di storia e con un ruolo cruciale nel passato industriale italiano, e che oggi è in attesa della ridefinizione di una nuova identità, a seguito soprattutto dello smantellamento degli stabilimenti industriali che ne hanno caratterizzato la morfologia del secolo scorso. Lambrate presenta una territorialità complessa, conservando però una forte dimensione di laboratorio e socialità, rafforzata dal senso di separatezza dal resto della città. Questa dimensione reclama una riqualificazione dell’area, avviata negli anni Novanta, che però ha visto solo l’affermarsi di un forte sviluppo residenziale, a discapito della ricchezza di associazioni, progetti e iniziative di Lambrate. Laboratorio senza confini si colloca in particolare nell’area a est della tangenziale, intervenendo sul Palazzo di Cristallo, il più antico capannone dismesso dell’ex Stabilimento Innocenti, e il Parco della Lambretta circostante. Attraverso il disegno di una nuova integrazione tra casa, atelier e allestimento, il progetto definisce un nuovo modo di abitare lo spazio pubblico, andando a ricucire la frattura tra quartiere residenziale e l’ex area industriale, che corre lungo il fiume Lambro e la tangenziale est. Nasce così un parco dell’artigianato, che, con l’obiettivo di conservare la memoria di un’archeologia industriale dichiarata di interesse culturale e recuperarne la memoria produttiva, risponde alle esigenze di un territorio che da tempo è in attesa di una ridefinizione dell’assetto urbano, offrendo gli spazi per nuove occasioni sociali e culturali e le opportunità per una possibile rinascita identitaria.