Why does the Museo Egizio in Turin house an entire ancient Egyptian temple? How did it come to be there? The answer lies in a complex web of historical and ethical issues, of which both the cultural institutions and the general public are becoming progressively more aware. The temple cannot be moved back, but we can and must address the issue of its displacement: This thesis focuses on the contribution that architecture can offer to address this and other ethical controversies. We must initiate from the beginning. This thesis starts with a multidimensional journey through Egyptology, knitting together historical narratives, cultural analyses, and the widespread phenomenon of Egyptomania that swept across Europe in the wake of Napoleon’s expedition. Unfolding the layers of fascination and critique, the narrative explores the 19th-century European lens on Egyptomania, investigating its impact on diverse realms such as architecture and cinema. In this complex web, the focus shifts to the Museo Egizio of Torino, a tangible outcome and testament to Egyptomania’s impact. Within its walls, the museum becomes a small-scale replica of the larger narrative, housing artifacts of diverse types and genres. This chapter unpacks the complexities of collection, curation, exhibition, and research initiatives, heavily underscoring the symbiotic relationship between the museum and the diverse community. The narrative then shifts to the temple of Ellesiya. Its historical trajectory unfolds from extraction to reconstruction and insertion within the museum, launching an exploration of architectural elements in both the original and displaced contexts. The rupture caused by the temple’s displacement and its status as an exhibit is laid bare and clear, inciting a deeper contemplation of the spatial and ethical implications of this detachment. The conclusion draws together the elements of this complex interlacing, declaring that the temple, transcending its role as a mere architectural artifact or object, represents a sacred space with profound implications and significance. In the final analysis, the thesis argues that architecture, as a spatial and ethical instrument, possesses the power to bridge the disconnection between internal and external spaces resulting from the temple’s displacement, all while fostering a connection that invites the active participation and enjoyment of the monument by the community and its people. Ultimately, this thesis project enshrines the temple, not merely as a building of the past, but as a living immaterial object and a testament to the timeless dialogue between the tangible and the intangible, the historical and the contemporary.

Perché al Museo Egizio di Torino c’è un intero tempio antico Egizio? Come e perché è finito lì? La risposta va cercata in un complesso intreccio di questioni storiche ed etiche, di cui sia le istituzioni culturali che il grande pubblico stanno diventando progressivamente più consapevoli. Il tempio non può essere riportato indietro, ma possiamo e dobbiamo affrontare la questione della sua ricollocazione: Questa tesi si concentra sul contributo che l’architettura può offrire per affrontare questa e altre controversie etiche. Occorre partire dall’inizio. Questa tesi inizia con un viaggio multidimensionale attraverso l’Egittologia, intrecciando narrazioni storiche, analisi culturali e il diffuso fenomeno dell’Egittomania che colpì l’Europa sulla scia della spedizione di Napoleone. Tra fascino e critica, la narrazione esplora la lente Europea del XIX secolo sull’Egittomania, indagando il suo impatto su diversi ambiti come l’architettura e il cinema. In questa complessa rete, l’attenzione si sposta sul Museo Egizio di Torino, risultato tangibile e testimonianza dell’impatto dell’Egittomania. All’interno delle sue mura, il museo diventa una replica in piccola scala della narrazione più ampia, ospitando manufatti di diversi tipi e generi. Questo capitolo analizza le complessità della curatela delle collezioni, delle mostre e delle iniziative di ricerca, sottolineando fortemente la relazione simbiotica tra il museo e le diverse comunità. La narrazione si sposta poi al tempio di Ellesiya. La sua traiettoria storica si svolge dall’estrazione alla ricostruzione e all’inserimento all’interno del museo, e comprende un’esplorazione degli elementi architettonici sia nei contesti originali che in quelli spostati. La rottura causata dalla ricollocazione del tempio e il suo attuale status di oggetto espositivo vengono esposti e discussi in modo chiaro, allo scopo di stimolare una riflessione più profonda delle implicazioni spaziali ed etiche di questo distacco. La conclusione riunisce gli elementi di questo complesso intreccio, dichiarando che il tempio, trascendendo il suo ruolo di mero manufatto o oggetto architettonico, rappresenta uno spazio sacro con profonde implicazioni e significati. In ultima analisi, la tesi sostiene che l’architettura, come strumento spaziale ed etico, possieda il potere di colmare la disconnessione tra spazi interni ed esterni derivante dallo spostamento del tempio, favorendo una connessione che invita alla partecipazione attiva e al godimento del monumento da parte delle comunità. In definitiva, questo progetto di tesi consacra il tempio, non semplicemente come un edificio del passato, ma come un oggetto immateriale vivente e testimonianza del dialogo senza tempo tra il tangibile e l’intangibile, lo storico e il contemporaneo.

Enshrined: from building to (im)material object

Kanso, Jad
2022/2023

Abstract

Why does the Museo Egizio in Turin house an entire ancient Egyptian temple? How did it come to be there? The answer lies in a complex web of historical and ethical issues, of which both the cultural institutions and the general public are becoming progressively more aware. The temple cannot be moved back, but we can and must address the issue of its displacement: This thesis focuses on the contribution that architecture can offer to address this and other ethical controversies. We must initiate from the beginning. This thesis starts with a multidimensional journey through Egyptology, knitting together historical narratives, cultural analyses, and the widespread phenomenon of Egyptomania that swept across Europe in the wake of Napoleon’s expedition. Unfolding the layers of fascination and critique, the narrative explores the 19th-century European lens on Egyptomania, investigating its impact on diverse realms such as architecture and cinema. In this complex web, the focus shifts to the Museo Egizio of Torino, a tangible outcome and testament to Egyptomania’s impact. Within its walls, the museum becomes a small-scale replica of the larger narrative, housing artifacts of diverse types and genres. This chapter unpacks the complexities of collection, curation, exhibition, and research initiatives, heavily underscoring the symbiotic relationship between the museum and the diverse community. The narrative then shifts to the temple of Ellesiya. Its historical trajectory unfolds from extraction to reconstruction and insertion within the museum, launching an exploration of architectural elements in both the original and displaced contexts. The rupture caused by the temple’s displacement and its status as an exhibit is laid bare and clear, inciting a deeper contemplation of the spatial and ethical implications of this detachment. The conclusion draws together the elements of this complex interlacing, declaring that the temple, transcending its role as a mere architectural artifact or object, represents a sacred space with profound implications and significance. In the final analysis, the thesis argues that architecture, as a spatial and ethical instrument, possesses the power to bridge the disconnection between internal and external spaces resulting from the temple’s displacement, all while fostering a connection that invites the active participation and enjoyment of the monument by the community and its people. Ultimately, this thesis project enshrines the temple, not merely as a building of the past, but as a living immaterial object and a testament to the timeless dialogue between the tangible and the intangible, the historical and the contemporary.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
19-dic-2023
2022/2023
Perché al Museo Egizio di Torino c’è un intero tempio antico Egizio? Come e perché è finito lì? La risposta va cercata in un complesso intreccio di questioni storiche ed etiche, di cui sia le istituzioni culturali che il grande pubblico stanno diventando progressivamente più consapevoli. Il tempio non può essere riportato indietro, ma possiamo e dobbiamo affrontare la questione della sua ricollocazione: Questa tesi si concentra sul contributo che l’architettura può offrire per affrontare questa e altre controversie etiche. Occorre partire dall’inizio. Questa tesi inizia con un viaggio multidimensionale attraverso l’Egittologia, intrecciando narrazioni storiche, analisi culturali e il diffuso fenomeno dell’Egittomania che colpì l’Europa sulla scia della spedizione di Napoleone. Tra fascino e critica, la narrazione esplora la lente Europea del XIX secolo sull’Egittomania, indagando il suo impatto su diversi ambiti come l’architettura e il cinema. In questa complessa rete, l’attenzione si sposta sul Museo Egizio di Torino, risultato tangibile e testimonianza dell’impatto dell’Egittomania. All’interno delle sue mura, il museo diventa una replica in piccola scala della narrazione più ampia, ospitando manufatti di diversi tipi e generi. Questo capitolo analizza le complessità della curatela delle collezioni, delle mostre e delle iniziative di ricerca, sottolineando fortemente la relazione simbiotica tra il museo e le diverse comunità. La narrazione si sposta poi al tempio di Ellesiya. La sua traiettoria storica si svolge dall’estrazione alla ricostruzione e all’inserimento all’interno del museo, e comprende un’esplorazione degli elementi architettonici sia nei contesti originali che in quelli spostati. La rottura causata dalla ricollocazione del tempio e il suo attuale status di oggetto espositivo vengono esposti e discussi in modo chiaro, allo scopo di stimolare una riflessione più profonda delle implicazioni spaziali ed etiche di questo distacco. La conclusione riunisce gli elementi di questo complesso intreccio, dichiarando che il tempio, trascendendo il suo ruolo di mero manufatto o oggetto architettonico, rappresenta uno spazio sacro con profonde implicazioni e significati. In ultima analisi, la tesi sostiene che l’architettura, come strumento spaziale ed etico, possieda il potere di colmare la disconnessione tra spazi interni ed esterni derivante dallo spostamento del tempio, favorendo una connessione che invita alla partecipazione attiva e al godimento del monumento da parte delle comunità. In definitiva, questo progetto di tesi consacra il tempio, non semplicemente come un edificio del passato, ma come un oggetto immateriale vivente e testimonianza del dialogo senza tempo tra il tangibile e l’intangibile, lo storico e il contemporaneo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/215810