Considering architecture as a tangible manifestation of political and economic choices, this study aims to examine the formal consequences of the dominant socioeconomic system in contemporary cities. Furthermore, the research aims to explore alternative spatial practices and spontaneous forms of urban resistance through the analysis of a selection of case studies drawn from cinema. Contemporary urban landscapes, characterised by relentless growth and severe social disparities, serve as poignant reflections of our developmental paradigm. This trend is particularly discernible in major cities, where the influx of capital exacerbates exclusionary dynamics, pushing those unable to match the rapid pace of growth to the margins. As a result, margins are areas of alternative spatial practices that actively resist the exclusionary nature of the prevailing system, acting as hubs of community innovation. Examining these spontaneous practices raises questions about architecture's role and its relationship with the economic and political system. How can architecture shift its role from complicity in undesirable urban phenomena to actively embracing a socially responsible stance? How might it evolve from supporting oppressive dynamics to actively empowering communities? To address these crucial questions, the study narrows its focus on the redevelopment design project in Konak, a textile district in Izmir. At its core, the project seeks to empower the local community and instigate a shift towards a circular economy. The design includes a manufacturing atelier for recycling waste textiles from nearby shops and a sheltered public square, designed to encourage spontaneous social interaction and foster a profound sense of community and belonging.

Considerando l'architettura come una manifestazione tangibile delle scelte politiche ed economiche, questo studio mira a esaminare le conseguenze formali dell'attuale assetto socioeconomico nelle città contemporanee. Inoltre, la ricerca si propone di esplorare pratiche spaziali alternative e forme spontanee di resistenza urbana attraverso l'analisi di una selezione di casi studio tratti dal cinema. I paesaggi urbani contemporanei, caratterizzati da una crescita incessante e gravi disparità sociali, costituiscono riflessi eloquenti del nostro sistema di sviluppo. Questa tendenza è particolarmente evidente nelle grandi città, dove l'afflusso di capitali accentua dinamiche escludenti, relegando ai margini coloro che non riescono a tenere il passo con la rapida espansione. Di conseguenza, i margini diventano luoghi di pratiche spaziali alternative che resistono attivamente alla natura escludente della città formale, agendo come centri di innovazione comunitaria. L'esame di queste pratiche spontanee solleva inoltre interrogativi sul ruolo dell'architettura e sulla sua relazione con il sistema di sviluppo contemporaneo. Come può l'architettura evolversi verso una pratica più etica e socialmente responsabile anziché sostenere dinamiche oppressive e contribuire alla realizzazione di progetti dannosi per alcune comunità? Per rispondere a queste domande cruciali, la ricerca si concentra su un progetto di riqualificazione a Konak, un distretto tessile nel centro di Smirne. Lo scopo principale del progetto è quello di potenziare la comunità locale e promuovere una transizione verso un'economia più sostenibile. Il progetto include un atelier produttivo per il riciclo di tessuti di scarto provenienti dai negozi circostanti e una piazza pubblica coperta, progettata per incoraggiare l'interazione sociale spontanea e favorire un profondo senso di comunità e appartenenza.

Spatial appropriation and urban resistance : a manufacturing square in Izmir

Sorichetti, Flavia
2022/2023

Abstract

Considering architecture as a tangible manifestation of political and economic choices, this study aims to examine the formal consequences of the dominant socioeconomic system in contemporary cities. Furthermore, the research aims to explore alternative spatial practices and spontaneous forms of urban resistance through the analysis of a selection of case studies drawn from cinema. Contemporary urban landscapes, characterised by relentless growth and severe social disparities, serve as poignant reflections of our developmental paradigm. This trend is particularly discernible in major cities, where the influx of capital exacerbates exclusionary dynamics, pushing those unable to match the rapid pace of growth to the margins. As a result, margins are areas of alternative spatial practices that actively resist the exclusionary nature of the prevailing system, acting as hubs of community innovation. Examining these spontaneous practices raises questions about architecture's role and its relationship with the economic and political system. How can architecture shift its role from complicity in undesirable urban phenomena to actively embracing a socially responsible stance? How might it evolve from supporting oppressive dynamics to actively empowering communities? To address these crucial questions, the study narrows its focus on the redevelopment design project in Konak, a textile district in Izmir. At its core, the project seeks to empower the local community and instigate a shift towards a circular economy. The design includes a manufacturing atelier for recycling waste textiles from nearby shops and a sheltered public square, designed to encourage spontaneous social interaction and foster a profound sense of community and belonging.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
19-dic-2023
2022/2023
Considerando l'architettura come una manifestazione tangibile delle scelte politiche ed economiche, questo studio mira a esaminare le conseguenze formali dell'attuale assetto socioeconomico nelle città contemporanee. Inoltre, la ricerca si propone di esplorare pratiche spaziali alternative e forme spontanee di resistenza urbana attraverso l'analisi di una selezione di casi studio tratti dal cinema. I paesaggi urbani contemporanei, caratterizzati da una crescita incessante e gravi disparità sociali, costituiscono riflessi eloquenti del nostro sistema di sviluppo. Questa tendenza è particolarmente evidente nelle grandi città, dove l'afflusso di capitali accentua dinamiche escludenti, relegando ai margini coloro che non riescono a tenere il passo con la rapida espansione. Di conseguenza, i margini diventano luoghi di pratiche spaziali alternative che resistono attivamente alla natura escludente della città formale, agendo come centri di innovazione comunitaria. L'esame di queste pratiche spontanee solleva inoltre interrogativi sul ruolo dell'architettura e sulla sua relazione con il sistema di sviluppo contemporaneo. Come può l'architettura evolversi verso una pratica più etica e socialmente responsabile anziché sostenere dinamiche oppressive e contribuire alla realizzazione di progetti dannosi per alcune comunità? Per rispondere a queste domande cruciali, la ricerca si concentra su un progetto di riqualificazione a Konak, un distretto tessile nel centro di Smirne. Lo scopo principale del progetto è quello di potenziare la comunità locale e promuovere una transizione verso un'economia più sostenibile. Il progetto include un atelier produttivo per il riciclo di tessuti di scarto provenienti dai negozi circostanti e una piazza pubblica coperta, progettata per incoraggiare l'interazione sociale spontanea e favorire un profondo senso di comunità e appartenenza.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/215898