The East African institute of architectural practice : architecture pedagogy between design and execution

The constant search for empty canvases around the world to perform architecture and conquer silent control is one of the key goals of the global power. This silent cult has paved the way for millennial colonization. Evidently, the role of architecture in showing the progress of a country has become a crucial point in today’s world and hence the realization of architectural ideas have become significant, irrespective of the resources one possesses. The empty canvases referred here are the developing and underdeveloped parts of the globe. Their dependency on foreign power in the field of architecture has numerous repercussions that leads to identify the title of the research “The Gap [ ]” in the thematic research seminar “global architect” of my masters in architecture and design course at Politecnico di Milano. The research focuses on the Sub- Saharan context of Africa, which is under the global limelight for its infinite land cover and highest rate of urbanization. These African countries, though having enough manpower, ideators, visionaries, and international support systems, have been holding back at the execution of their goals in architecture. Thus the gap identified in the paper is clearly between the ideators and the implementers, i.e. in architectural language the gap between design and execution. The research is focussed on the quest for the creators and the bridgers of the gap. The research concludes to one of the potential solutions to address the question of gap which then translates to a design proposal. The design proposal stands as a physical testimony for an innovative pedagogy focussed on practice including indigineous and global involvement.

La costante ricerca di tele vuote in tutto il mondo per realizzare l’architettura e ottenere il controllo silenzioso è uno degli obiettivi chiave del potere globale. Questo culto silenzioso ha aperto la strada alla colonizzazione millenaria. Evidentemente, il ruolo dell’architettura nel mostrare il progresso di un paese è diventato un punto cruciale nel mondo di oggi e quindi la realizzazione delle idee architettoniche è diventata significativa, indipendentemente dalle risorse che si possiedono. Le tele vuote a cui si fa riferimento qui rappresentano le parti in via di sviluppo e sottosviluppate del globo. La loro dipendenza dal potere straniero nel campo dell’architettura ha numerose ricadute che portano a identificare il titolo della ricerca “The Gap [ ]” nel seminario di ricerca tematico “architetto globale” del mio corso di laurea magistrale in architettura e design al Politecnico di Milano. La ricerca si concentra sul contesto sub-sahariano dell’Africa, che è sotto i riflettori globali per la sua infinita copertura territoriale e il più alto tasso di urbanizzazione. Questi paesi africani, pur disponendo di manodopera, ideatori, visionari e sistemi di supporto internazionali sufficienti, si sono trattenuti nel raggiungere i loro obiettivi in architettura. Pertanto il divario individuato nel documento è chiaramente tra ideatori e realizzatori, Per esempio nel linguaggio architettonico il divario tra progettazione ed esecuzione. La ricerca è focalizzata sulla ricerca dei creatori e dei colmi del divario. La ricerca si conclude con una delle potenziali soluzioni per affrontare la questione del gap che si traduce poi in una proposta progettuale. La proposta progettuale costituisce una testimonianza fisica di una pedagogia innovativa focalizzata sulla pratica che include il coinvolgimento indigeno e globale.