Nel 2008 il varo di un piano straordinario per le carceri come risposta strutturale al sovraffollamento penitenziario ha rimesso in moto, in maniera ancora episodica e disorganica, la discussione sull’edilizia penitenziaria. Nel quadro delle difficoltà presenti la strada della densificazione dei siti carcerari esistenti sembra essere quella privilegiata. Il piano del Dipartimento dell’ Amministrazione Penitenziaria prevede la realizzazione entro il dicembre 2012 di 46 nuovi padiglioni all’interno dei perimetri carcerari in funzione. Si tratta di una strategia che persegue obiettivi di carattere contenitivo, evidentemente dettata da condizioni di emergenza, che si espone però al rischio di una sottrazione di spazi ad altre attività, di un peggioramento delle condizioni di detenzione, di un aggravamento di criticità sotto diversi aspetti, a partire dal sottodimensionamento di impianti e servizi. A nord del quartiere di Ponte Lambro, isolato tra il fiume Lambro, l’aereoporto di Linate e la tangenziale est, sorge lo scheletro di un imponente edificio immerso nel verde. E’ quanto resta dell’ Hotel Mundial. La struttura, il più grande albergo predisposto in occasione dei Mondiali di Italia’90, non fu mai completata e giace in stato di abbandono da ormai vent’anni. Scartata l’ipotesi della demolizione - troppo onerosa - negli anni si sono susseguite numerose proposte senza seguito: un polo sanitario, una caserma, uno studentato, etc. Il progetto, nel quadro dei progetti di ridefinizione funzionale già intrapresi dalla città per il quadrante sud orientale e alla luce dell’alta compatibilità tipologica del manufatto esistente, prevede il completamento e la riconversione della struttura a nuova casa circondariale. Il nuovo istituto potrebbe rispondere in modo significativo all’alta domanda di “posti letto” della città di Milano, porre rimedio allo stato di cronico sovraffollamento del carcere storico di San Vittore - del quale si esclude la dismissione - e costituire l’occasione per una revisione dei modelli detentivi tradizionali. La tesi propone che il carcere, in quanto servizio urbano della massima urgenza e troppo a lungo estromesso dalla riflessione architettonica ed urbana, vi sia re-immesso nel quadro di un ineludibile confronto da parte della disciplina con quel patrimonio edilizio dismesso e diffuso“dentro” la città, facendo proprie alcune tematiche centrali della riflessione sulla città europea contemporanea e la sua pianificazione sostenibile: la trasformazione, il riuso dell’esistente ed il rapporto con quelle porzioni residuali di paesaggio di cui lo sviluppo urbano ed infrastrutturale si è circondato nel corso del tempo.

A new penitentiary. Proposed re-use of former hotel Mundial in Ponte Lambro, Milan

TESIO, GUIDO
2010/2011

Abstract

Nel 2008 il varo di un piano straordinario per le carceri come risposta strutturale al sovraffollamento penitenziario ha rimesso in moto, in maniera ancora episodica e disorganica, la discussione sull’edilizia penitenziaria. Nel quadro delle difficoltà presenti la strada della densificazione dei siti carcerari esistenti sembra essere quella privilegiata. Il piano del Dipartimento dell’ Amministrazione Penitenziaria prevede la realizzazione entro il dicembre 2012 di 46 nuovi padiglioni all’interno dei perimetri carcerari in funzione. Si tratta di una strategia che persegue obiettivi di carattere contenitivo, evidentemente dettata da condizioni di emergenza, che si espone però al rischio di una sottrazione di spazi ad altre attività, di un peggioramento delle condizioni di detenzione, di un aggravamento di criticità sotto diversi aspetti, a partire dal sottodimensionamento di impianti e servizi. A nord del quartiere di Ponte Lambro, isolato tra il fiume Lambro, l’aereoporto di Linate e la tangenziale est, sorge lo scheletro di un imponente edificio immerso nel verde. E’ quanto resta dell’ Hotel Mundial. La struttura, il più grande albergo predisposto in occasione dei Mondiali di Italia’90, non fu mai completata e giace in stato di abbandono da ormai vent’anni. Scartata l’ipotesi della demolizione - troppo onerosa - negli anni si sono susseguite numerose proposte senza seguito: un polo sanitario, una caserma, uno studentato, etc. Il progetto, nel quadro dei progetti di ridefinizione funzionale già intrapresi dalla città per il quadrante sud orientale e alla luce dell’alta compatibilità tipologica del manufatto esistente, prevede il completamento e la riconversione della struttura a nuova casa circondariale. Il nuovo istituto potrebbe rispondere in modo significativo all’alta domanda di “posti letto” della città di Milano, porre rimedio allo stato di cronico sovraffollamento del carcere storico di San Vittore - del quale si esclude la dismissione - e costituire l’occasione per una revisione dei modelli detentivi tradizionali. La tesi propone che il carcere, in quanto servizio urbano della massima urgenza e troppo a lungo estromesso dalla riflessione architettonica ed urbana, vi sia re-immesso nel quadro di un ineludibile confronto da parte della disciplina con quel patrimonio edilizio dismesso e diffuso“dentro” la città, facendo proprie alcune tematiche centrali della riflessione sulla città europea contemporanea e la sua pianificazione sostenibile: la trasformazione, il riuso dell’esistente ed il rapporto con quelle porzioni residuali di paesaggio di cui lo sviluppo urbano ed infrastrutturale si è circondato nel corso del tempo.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
20-lug-2011
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/21801