"They were banqueting in a villa, called "La Spelonca" between the sea of Amincla and the mountains of Fondi, inside a natural cave. Rocks suddenly fell at the mouth of the cave and struck some servants. [...] Sejanus, pointing legs, arms and face, arched over Caesar, shielded him from the falling stones.". With these words, Tacitus narrates the episode that took place in 26 AD at the villa of Sperlonga. This is one of the very few written records of an archaeological site with exceptional characteristics, probably one of the very first examples of a maritime villa along the Tyrrhenian coast of Italy, which today presents itself as a palimpsest as fascinating as it is difficult to decipher. Its ruins ascend from sea to mountain, defying and pandering to the site's peculiar orographic situation and binding inextricably to it: the view of pleasant landscapes and the mythical aura of the places narrated by Homer still strongly manifest themselves today, despite the passage of time and the strong seaside activity along the coast. Moving from these premises, the thesis project is configured as a structured reflection on various levels, apt to improve the fruition and conservation of the site, as well as to facilitate its accessibility, while reconnecting it with other fragments of antiquity found in the surroundings. Within a general rethinking and expansion of the visitor route, some punctual interventions on the archaeological area are thus proposed, but also an expansion of the existing museum to integrate new services and adapt existing ones to contemporary needs. The visit to the site hence becomes an integrated itinerary accessible to all, chronologically tracing the stages of the Spelunca villa from the imperial era to the contemporary one.

“Banchettavano in una villa, chiamata «La Spelonca» tra il mare di Amincla e i monti di Fondi, dentro una grotta naturale. Massi caduti d'improvviso all'imboccatura della grotta travolsero alcuni servi. […] Seiano, puntando gambe, braccia e volto, inarcato sopra Cesare, gli fece scudo ai sassi che cadevano” . Con queste parole Tacito narra l’episodio avvenuto nel 26 d.C. presso la villa di Sperlonga. Si tratta di una delle pochissime testimonianze scritte di un sito archeologico dalle caratteristiche eccezionali, probabilmente uno dei primissimi esempi di villa marittima lungo la costa tirrenica dell’Italia, che si presenta oggi come un palinsesto tanto affascinante quanto difficile da decifrare. I suoi ruderi ascendono da mare a monte, sfidando e assecondando la peculiare situazione orografica del sito e legandovisi indissolubilmente: la vista di paesaggi ameni, l’aurea mitica dei luoghi cantati da Omero si manifestano ancora oggi in maniera forte, nonostante lo scorrere del tempo e la forte attività balneare lungo la costa. Movendosi da queste premesse, il progetto di tesi si configura come una riflessione strutturata su vari livelli, atta a migliorare la fruizione e conservazione del sito, nonché facilitarne l’accessibilità, riconnettendolo al contempo con altri frammenti di antichità ritrovati in zona. All’interno di un generale ripensamento e ampliamento del percorso di visita, si propongono dunque alcuni interventi puntuali sull’area archeologica ma anche un’espansione del museo esistente per integrare nuovi servizi e adattare quelli già presenti alle esigenze contemporanee. La visita al sito diventa così un percorso integrato e accessibile a tutti, che ripercorre cronologicamente le tappe della villa della Spelunca dall’epoca imperiale fino a quella contemporanea.

Amoenitas Speluncae : integrated project for the archaeological site of Sperlonga and its Museum

Kerschbaumer, Anna
2022/2023

Abstract

"They were banqueting in a villa, called "La Spelonca" between the sea of Amincla and the mountains of Fondi, inside a natural cave. Rocks suddenly fell at the mouth of the cave and struck some servants. [...] Sejanus, pointing legs, arms and face, arched over Caesar, shielded him from the falling stones.". With these words, Tacitus narrates the episode that took place in 26 AD at the villa of Sperlonga. This is one of the very few written records of an archaeological site with exceptional characteristics, probably one of the very first examples of a maritime villa along the Tyrrhenian coast of Italy, which today presents itself as a palimpsest as fascinating as it is difficult to decipher. Its ruins ascend from sea to mountain, defying and pandering to the site's peculiar orographic situation and binding inextricably to it: the view of pleasant landscapes and the mythical aura of the places narrated by Homer still strongly manifest themselves today, despite the passage of time and the strong seaside activity along the coast. Moving from these premises, the thesis project is configured as a structured reflection on various levels, apt to improve the fruition and conservation of the site, as well as to facilitate its accessibility, while reconnecting it with other fragments of antiquity found in the surroundings. Within a general rethinking and expansion of the visitor route, some punctual interventions on the archaeological area are thus proposed, but also an expansion of the existing museum to integrate new services and adapt existing ones to contemporary needs. The visit to the site hence becomes an integrated itinerary accessible to all, chronologically tracing the stages of the Spelunca villa from the imperial era to the contemporary one.
BRUNETTI, GIAN LUCA
Ruggini, Cristiana
Slavazzi, Fabrizio
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
9-apr-2024
2022/2023
“Banchettavano in una villa, chiamata «La Spelonca» tra il mare di Amincla e i monti di Fondi, dentro una grotta naturale. Massi caduti d'improvviso all'imboccatura della grotta travolsero alcuni servi. […] Seiano, puntando gambe, braccia e volto, inarcato sopra Cesare, gli fece scudo ai sassi che cadevano” . Con queste parole Tacito narra l’episodio avvenuto nel 26 d.C. presso la villa di Sperlonga. Si tratta di una delle pochissime testimonianze scritte di un sito archeologico dalle caratteristiche eccezionali, probabilmente uno dei primissimi esempi di villa marittima lungo la costa tirrenica dell’Italia, che si presenta oggi come un palinsesto tanto affascinante quanto difficile da decifrare. I suoi ruderi ascendono da mare a monte, sfidando e assecondando la peculiare situazione orografica del sito e legandovisi indissolubilmente: la vista di paesaggi ameni, l’aurea mitica dei luoghi cantati da Omero si manifestano ancora oggi in maniera forte, nonostante lo scorrere del tempo e la forte attività balneare lungo la costa. Movendosi da queste premesse, il progetto di tesi si configura come una riflessione strutturata su vari livelli, atta a migliorare la fruizione e conservazione del sito, nonché facilitarne l’accessibilità, riconnettendolo al contempo con altri frammenti di antichità ritrovati in zona. All’interno di un generale ripensamento e ampliamento del percorso di visita, si propongono dunque alcuni interventi puntuali sull’area archeologica ma anche un’espansione del museo esistente per integrare nuovi servizi e adattare quelli già presenti alle esigenze contemporanee. La visita al sito diventa così un percorso integrato e accessibile a tutti, che ripercorre cronologicamente le tappe della villa della Spelunca dall’epoca imperiale fino a quella contemporanea.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/218078