Entering any building, we receive a first impression, the atmosphere speaks to our emotional perception; these are spontaneous, instinctive sensations, not attributable to logical and linear reasoning. Healthcare facilities, places designed for the care and well-being of people, on the other hand, often evoke negative emotions: how many times, even just at the thought of having to go to the hospital, have we felt anxiety or anguish? Since the 1970s, hospitals and care facilities have been judged as a source of stress for users: disturbing noises, disorientation, depersonalization of hospital rooms. From this came the idea of ​​creating more welcoming and familiar spaces that evoke positive sensations. According to the “Healing Architecture” theory, design can positively impact the healing process of patients; space can reactivate memory, facilitate orientation, reduce feelings of frustration and fear. A national study, instead, highlighted how motor rehabilitation centers for amyotrophic lateral sclerosis (ALS) are the least developed in terms of infrastructure, as well as the least present in the Italian territory. Based on this data, the idea of ​​developing guidelines for the design of a system of distributed rehabilitation centers for ALS patients was born, taking into account the impact and importance of design in the care process. The idea is to create a space with characteristics more similar to domestic ones rather than those of a real hospital: a home away from home, a space dedicated to promoting health among community members, with the possibility of enjoying more intimate spaces for self-care. The identified guidelines are proposed as a basis from which to start for the realization of each center: the use of flat roofs is proposed, creating lightweight and modular structures that can be repeated and aggregated according to needs. An in-depth look is presented at a center in Milan, in the Isola district.

Entrando in un qualsiasi edificio, ne riceviamo una prima impressione, l’atmosfera parla alla nostra percezione emotiva; si tratta di sensazioni spontanee, istintive, non riconducibili ad un ragionamento logico e lineare. Le strutture sanitarie, luoghi pensati per la cura e il benessere delle persone, invece, spesso suscitano emozioni negative: quante volte, anche solo al pensiero di dover andare in ospedale, abbiamo percepito ansia o angoscia? A partire dagli anni ’70, gli ospedali e i luoghi di cura vengono giudicati come una fonte di stress per gli utenti: rumori disturbanti, disorientamento, spersonalizzazione delle camere di degenza. Da ciò è nata l’idea di creare spazi più accoglienti e familiari, che rimandino a sensazioni positive. Secondo la teoria “Healing Architecture“, il design può incidere positivamente sul processo di guarigione dei pazienti, lo spazio può riattivare la memoria, facilitare l’orientamento, ridurre il senso di frustrazione e paura. Una ricerca in ambito nazionale, invece, ha evidenziato come i centri per la riabilitazione motoria per la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) siano i meno sviluppati dal punto di vista delle infrastrutture, nonchè quelli meno presenti sul territorio italiano. Sulla base di questi dati è nata l’idea di sviluppare delle linee guida per la progettazione di un sistema di centri diffusi di riabilitazione per i soggetti affetti da SLA, tenendo conto dell’incidenza e dell’importanza del design nel percorso di cura. L’idea è quella di realizzare uno spazio dalle caratteristiche più simili a quelle domestiche piuttosto che a quelle di un vero e proprio ospedale: una casa lontano da casa, uno spazio dedicato alla promozione della salute tra i membri della comunità, con la possibilità di godere anche di spazi più intimi in cui prendersi cura di sè. Le linee guida identificate si propongono come una base da cui partire per la realizzazione di ogni centro: viene proposto l’impiego di tetti piani, realizzando strutture leggere e modulari, che possano ripetersi e aggregarsi tra loro a seconda delle necessità. Nell’approfondimento viene presentato un centro a Milano, nel quartiere di Isola.

Attached : Centri di riabilitazione per la SLA

Raccampo, Ilaria
2022/2023

Abstract

Entering any building, we receive a first impression, the atmosphere speaks to our emotional perception; these are spontaneous, instinctive sensations, not attributable to logical and linear reasoning. Healthcare facilities, places designed for the care and well-being of people, on the other hand, often evoke negative emotions: how many times, even just at the thought of having to go to the hospital, have we felt anxiety or anguish? Since the 1970s, hospitals and care facilities have been judged as a source of stress for users: disturbing noises, disorientation, depersonalization of hospital rooms. From this came the idea of ​​creating more welcoming and familiar spaces that evoke positive sensations. According to the “Healing Architecture” theory, design can positively impact the healing process of patients; space can reactivate memory, facilitate orientation, reduce feelings of frustration and fear. A national study, instead, highlighted how motor rehabilitation centers for amyotrophic lateral sclerosis (ALS) are the least developed in terms of infrastructure, as well as the least present in the Italian territory. Based on this data, the idea of ​​developing guidelines for the design of a system of distributed rehabilitation centers for ALS patients was born, taking into account the impact and importance of design in the care process. The idea is to create a space with characteristics more similar to domestic ones rather than those of a real hospital: a home away from home, a space dedicated to promoting health among community members, with the possibility of enjoying more intimate spaces for self-care. The identified guidelines are proposed as a basis from which to start for the realization of each center: the use of flat roofs is proposed, creating lightweight and modular structures that can be repeated and aggregated according to needs. An in-depth look is presented at a center in Milan, in the Isola district.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
9-apr-2024
2022/2023
Entrando in un qualsiasi edificio, ne riceviamo una prima impressione, l’atmosfera parla alla nostra percezione emotiva; si tratta di sensazioni spontanee, istintive, non riconducibili ad un ragionamento logico e lineare. Le strutture sanitarie, luoghi pensati per la cura e il benessere delle persone, invece, spesso suscitano emozioni negative: quante volte, anche solo al pensiero di dover andare in ospedale, abbiamo percepito ansia o angoscia? A partire dagli anni ’70, gli ospedali e i luoghi di cura vengono giudicati come una fonte di stress per gli utenti: rumori disturbanti, disorientamento, spersonalizzazione delle camere di degenza. Da ciò è nata l’idea di creare spazi più accoglienti e familiari, che rimandino a sensazioni positive. Secondo la teoria “Healing Architecture“, il design può incidere positivamente sul processo di guarigione dei pazienti, lo spazio può riattivare la memoria, facilitare l’orientamento, ridurre il senso di frustrazione e paura. Una ricerca in ambito nazionale, invece, ha evidenziato come i centri per la riabilitazione motoria per la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) siano i meno sviluppati dal punto di vista delle infrastrutture, nonchè quelli meno presenti sul territorio italiano. Sulla base di questi dati è nata l’idea di sviluppare delle linee guida per la progettazione di un sistema di centri diffusi di riabilitazione per i soggetti affetti da SLA, tenendo conto dell’incidenza e dell’importanza del design nel percorso di cura. L’idea è quella di realizzare uno spazio dalle caratteristiche più simili a quelle domestiche piuttosto che a quelle di un vero e proprio ospedale: una casa lontano da casa, uno spazio dedicato alla promozione della salute tra i membri della comunità, con la possibilità di godere anche di spazi più intimi in cui prendersi cura di sè. Le linee guida identificate si propongono come una base da cui partire per la realizzazione di ogni centro: viene proposto l’impiego di tetti piani, realizzando strutture leggere e modulari, che possano ripetersi e aggregarsi tra loro a seconda delle necessità. Nell’approfondimento viene presentato un centro a Milano, nel quartiere di Isola.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/218328