Da estrazione a riciclo : la plastica come risorsa per la conversione e il recupero dell’ex miniera di bentonite nell’isola di Ponza

Ponza is the largest of the islands of the Pontine archipelago located in the Tyrrhenian Sea off the coast of Lazio, about 18 miles south of Monte Circeo. The numerous types of rocks that form the islands, streaked with the colors of geology, demonstrate their origins from volcanic eruptions. One of these minerals is bentonite. Given its versatility, since 1937 it was extracted and refined in bags in the S.A.M.I.P. mine. to be transported to the mainland. The mine had up to 150 employees, but due to the environmental devastation, still evident today, it was finally closed in 1976. The area is an example of industrial archaeology. There are two distinct landscapes. The previously anthropized extraction area has become a protected naturalistic area, characterized by white bentonite dunes, which form a lunar landscape. The refining and final processing mine, however, is currently decommissioned and completely abandoned. The project aims to enhance pre-existing structures through a recovery and regeneration action of the territorial and historical heritage, offering it a new life. The project location becomes an opportunity to develop an innovative approach suitable for combating plastic pollution, an increasingly urgent issue at a global level due to the overabundance of plastic waste in the seas, waterways, landfills and streets . The objective of the thesis is to propose a truly sustainable solution that can contribute to significantly reducing the presence of plastic in the seas. The strategy proposes to move from linear production to circular production through the reuse of recyclable plastics from the sea and on land for the on-site production of filaments for 3D printing and various objects. This will be possible through the design of hybrid architectures that integrate productive and social functions, thus promoting interaction between community and environment. This process not only helps to reduce the environmental impact of plastic, but also aims to raise awareness among a wide public of the serious problems linked to pollution, encouraging a change in consumption habits. The ambition is to reinvent the way we think about plastic and our relationship with nature, transforming an environmental challenge into an opportunity for sustainable development and innovation.

Ponza è la maggiore tra le isole dell’arcipelago pontino sorta nel mar Tirreno al largo delle coste laziali, a circa 18 miglia a sud da Monte Circeo. Le numerose tipologie di rocce che formano le isole, striate dai colori della geologia dimostrano la loro origine da eruzioni vulcaniche. Uno di questi minerali è la bentonite. Data la propria versatilità dal 1937 venne estratta e raffinata a sacchi nella Miniera S.A.M.I.P. per essere trasportata sulla terraferma. La miniera arrivò ad avere fino a 150 dipendenti, ma a causa delle devastazioni ambientali, ancora oggi evidenti, fu definitivamente chiusa nel 1976. L’area è un esempio di archeologia industriale. Sono presenti due paesaggi distinti. La zona estrattiva precedentemente antropizzata è diventata una zona naturalistica protetta, caratterizzata dalle dune bianche di bentonite, le quali formano un paesaggio lunare. La miniera di raffinazione e lavorazione finale, invece, è attualmente dismessa e in totale abbandono. Il progetto mira a valorizzare le preesistenze tramite un’azione di recupero e rigenerazione del patrimonio territoriale e storico, offrendo ad esso una nuova vita. Il luogo di progetto diventa un’opportunità per sviluppare un approccio innovativo adatto a combattere l’inquinamento da plastica, tema sempre più urgente a livello globale a causa della sovrabbondanza dei rifiuti plastici nei mari, nei corsi d’acqua, nelle discariche e nelle strade. L’obiettivo della tesi è quello di proporre una soluzione veramente sostenibile che possa contribuire a ridurre in modo significativo la presenza di plastica nei mari. La strategia propone di passare da una produzione lineare ad una produzione circolare tramite il riuso delle plastiche riciclabili dal mare e dalla terraferma per la produzione in loco di filamenti per la stampa 3D e di oggetti di varia natura. Questo sarà possibile attraverso la progettazione di architetture ibride che integrano funzioni produttive e sociali, promuovendo così l’interazione tra comunità e ambiente. Tale processo non solo aiuta a diminuire l’impatto ambientale della plastica, ma mira anche a sensibilizzare un ampio pubblico sui gravi problemi legati all’inquinamento, incoraggiando un cambiamento nelle abitudini di consumo. L’ambizione è di reinventare il modo in cui pensiamo alla plastica e al nostro rapporto con la natura, trasformando una sfida ambientale in un’opportunità di sviluppo sostenibile e di innovazione.