Re-colonise Ca' Roman : interior architecture as a tool for the recovery of an abandoned colonia in the venetian lagoon

In the XIX century, the Industrial Revolutions awakened in modern society the urge to face the question of infant mortality, the main cause being tuberculosis, and new medical organisations were established, with the aim to prevent fragile children from getting ill. Gradually, these organisations became a useful new tool, especially for governments, to instil stronger moral convictions in the younger generation, together with nationalist or religious ideals. In Italy, this phenomenon was quite diffused – especially gaining popularity during the Fascist dictatorship – and the presence of holiday camps (“Colonie”) throughout the country is very dense and diverse, each being different from the other, however sometimes comparable from the point of view of their architectural asset. Among the Colonie in the region of Veneto, the former Villaggio marino delle Suore Canossiane di Ca’ Roman stands out for its peculiar scenery, an isolated and tranquil natural environment (today a protected wildlife oasis), also spotting a collection of historical defensive structures, including forts built by the Serenissima Republic and concrete bunkers from World War I and II. The site, abandoned in the early 1990s, displays a stratification of fifty years of building additions, whose potential lies both in the articulation of their asset as a whole, and in the recognisability of the functions within their premises. Therefore, designing the interiors for this site becomes a useful tool to overturn the perception of an entire area, from an austere space to a human-scale dwelling environment as a whole. At the same time, a redevelopment project for the complex could be beneficial not only for the island and the Lagoon, but also as an example of the vast, too often forgotten, architectural heritage of Colonie in Italy.

Nel XIX secolo, le Rivoluzioni Industriali richiamarono nella società moderna l'esigenza di affrontare il grave problema della mortalità infantile, legata principalmente a malattie come la tubercolosi; pertanto, nuove strutture mediche vennero istituite con l'obiettivo di evitare che i bambini più fragili ne fossero vittime. Gradualmente, queste organizzazioni divennero anche un nuovo strumento utile, soprattutto alle amministrazioni, per instillare nelle giovani generazioni convinzioni morali e ideali nazionalisti o religiosi. In Italia, il fenomeno si diffuse con facilità – in particolare durante la dittatura fascista – e la presenza di colonie di vacanza in tutto il Paese è oggi densa e ampiamente variegata, caratterizzata da strutture molto diverse le une dalle altre, tuttavia talvolta paragonabili dal punto di vista architettonico. Tra le colonie del Veneto, in particolare, l'ex Villaggio marino delle Suore Canossiane di Ca' Roman si distingue per lo scenario peculiare in cui si inserisce, un ambiente naturale isolato e tranquillo (oggi oasi faunistica protetta), in cui è inoltre possibile scorgere un’ampia collezione di strutture difensive storiche, tra cui forti di epoca della Serenissima e diversi bunker in cemento armato risalenti alle due Guerre Mondiali. Il sito, abbandonato dall'inizio degli anni '90, mostra una stratificazione di circa cinquant'anni di costruzioni diversificate, il cui potenziale risiede sia nell'articolazione del complesso nell'insieme, sia nella riconoscibilità delle funzioni degli spazi. Progettare gli interni di questo sito diventa dunque uno strumento utile per stravolgere la percezione di un'intera area, da spazio austero ad ambiente abitativo complessivamente più a misura d'uomo. Allo stesso tempo, un progetto di riqualificazione di tale sito potrebbe essere utile non solo per l'isola e la Laguna, ma anche quale esempio di recupero del vasto patrimonio architettonico, troppo spesso dimenticato, delle colonie in Italia.