Museo Archivio Pagano : riuso e trasformazione dell'ex Pettinatura Rivetti di Biella come polo per la cultura

"Biella tra 'I monte e il verdeggiar de' piani - lieta guardante l'ubere convalle, - ch'armi ed aratri e a l'opera fumanti - camini ostenta"; Giosuè Carducci thus describes, in the summer of 1890, a Biella in the midst of economic development dictated by the growing wool activity, which increasingly marked its territories with the emergence of factory buildings suitable for wool processing. Anthropization thus led to the transformation of entire valleys into complex machines designed to cooperate with nature in such a way as to maximize industrial production. Returning to the present, all that is left of this great industrial heritage is a conglomerate of skeletons resting on the sides of streams, also moribund and tired, skeletons that nonetheless still offer a structure for new organisms suited to the contemporary world. This thesis therefore proposes the reuse of industrial archaeology on Biella’s soil, addressing the transformation of a large factory built in 1939 - 1941 by Arch. Giuseppe Pagano in collaboration with Eng. Giangiacomo Predaval: the Pettinature Riunite Rivetti. The building body, now different from the original design of the 1940s, has later additions aimed at increasing the storage of raw wool and the production capacity of finished yarn. The intervention addressed, posters to research and consultation of original materials, proposes the functional transformation of the building through thoughtful actions of space redesign, aimed at the Biella’s community and beyond, since, with the assumption of urban planning studies, it could touch the nearest metropolitan cities: Turin and Milan. The total project area made it possible to be able to think, through contemporary parasite architectures, of a polyfunctional center aimed at young people, professionals and families: this includes a tribute museum to Arch. Pagano, with a material archive, study rooms, co-working spaces, research and craft workshops with professional schools, a museum dedicated to the factory itself, public spaces for events and conviviality and a view point over the Valle Cervo that becomes landamark of the interventions.

“Biella tra 'I monte e il verdeggiar de' piani - lieta guardante l'ubere convalle, - ch'armi ed aratri e a l'opera fumanti - camini ostenta”; Giosuè Carducci descrive così, nell’estate del 1890, una Biella in pieno sviluppo economico dettato dalla crescente attività laniera, che segna sempre di più i suoi territori con l’emergere di corpi di fabbrica atti alla lavorazione delle lane. L’antropizzazione porta quindi alla trasformazione di intere valli in complesse macchine studiate per collaborare con la natura in modo tale da massimizzare la produzione industriale. Tornando al presente, di questo grande patrimonio industriale è rimasto solamente un conglomerato di scheletri che riposano ai lati di torrenti, anch’essi moribondi e stanchi, scheletri che però offrono ancora una struttura per nuovi organismi adatti alla contemporaneità. Questa tesi propone quindi il riuso dell’archeologia industriale sul suolo biellese, affrontando la trasformazione di un grande opificio realizzato nel 1939 - 1941 dall’Arch. Giuseppe Pagano in collaborazione con l’Ing. Giangiacomo Predaval: le Pettinature Riunite Rivetti. Il corpo di fabbrica, oggi diverso dal progetto originale degli anni Quaranta, presenta aggiunte posteriori volte ad aumentare lo stoccaggio della lana grezza e la capacità di produzione del filato finito. L’intervento affrontato, a posteriori di ricerca e consultazione di materiali originali, propone la trasformazione funzionale dell’edificio attraverso azioni ponderate di riprogettazione degli spazi, rivolti alla comunità biellese e non solo, poiché, con l’ipotesi di studi urbanistici, potrebbe toccare le città metropolitane più vicine: Torino e Milano. La superficie totale di progetto ha permesso di poter pensare, attraverso architetture parassite contemporanee, un centro polifunzionale rivolto a giovani, professionisti e famiglie: questo comprende un museo omaggio all’Arch. Pagano, con annesso un archivio materiale, aule studio, spazi di lavoro condiviso, laboratori di ricerca e di artigianato con scuole professionali, un museo dedicato alla stessa pettinatura, spazi pubblici per eventi e convivialità e un punto panoramico sulla Valle Cervo che diventa riconoscibilità degli interventi.