The thesis is the result of archival research which was followed by a direct experience inside the "Francesco di Cataldo" prison in Milan. Talking about prison is a complex challenge, as it is an environment that conditions all aspects of the lives of those who live there. Getting in the stories of the inmates was fundamental to understanding the penitentiary dynamics, especially in terms of re-education and relationships. A preliminary phase of analysis is followed by a research phase dedicated to understanding the situation of young adults within the Italian penitentiary system. The design process bore witness to the enormous complexity that prison walls conceal within them. The work encompassed several disciplines, thus analysing this reality from various angles and allowing us to consciously approach these issues. The question that has arisen is whether we could see a move beyond the traditional way of thinking and designing the prison. The concepts addressed in this thesis are intended to give rise to a new design for the ward and to various principles that can have universal validity, giving rise to new formal expressions from time to time. The complexity of space was explored through the project, avoiding taking a predetermined configuration for granted. Topics concerning both the prison system and society are analysed, such as affectivity and meeting places. The design work focuses on the intermediate space, designing spaces that manage to establish a connection between the two and an, albeit minimal, freedom of movement. The design work focuses on the intermediate space, designing spaces that manage to establish a connection between the two and an, albeit minimal, freedom of movement. The process makes it possible to overcome the idea of a mere container by pushing to imagine spaces that centralise on the individual, his needs and rights. Architecture assumes a significant role when it is able to understand and interpret people's needs, taking care of both individuals and places. Architecture can open a breach in prison walls and the world they contain within them.

La tesi è frutto di una ricerca d’archivio a cui ha fatto seguito un’esperienza diretta all’interno della casa circondariale “Francesco di Cataldo” di Milano. Raccontare il carcere è una sfida complessa, in quanto si tratta di un ambiente che condiziona tutti gli aspetti della vita di chi lo abita. Immergersi nelle storie dei detenuti è stato fondamentale per comprendere le dinamiche penitenziarie, soprattutto in termini di rieducazione e di relazione. Dopo una preliminare fase di analisi, prende avvio una fase di ricerca dedicata alla comprensione della situazione dei giovani adulti all’interno del sistema penitenziario italiano. Il processo progettuale ha testimoniato l’enorme complessità che le mura del carcere nascondono al loro interno. Il lavoro ha abbracciato diverse discipline, analizzando così questa realtà da varie angolazioni permettendoci di porci in maniera consapevole rispetto a queste tematiche. La domanda che è sorta spontanea è se non si potesse assistere ad un superamento del tradizionale modo di pensare e progettare il carcere. I concetti affrontati in questa tesi vogliono dare origine ad un disegno nuovo per il reparto e a diversi principi che possano avere una valenza universale dando di volta in volta esito a nuove espressioni formali. Attraverso il progetto, si è esplorata la complessità dello spazio, evitando di dare per scontata una configurazione prestabilita. Vengono analizzati argomenti che riguardano sia il sistema penitenziario che la società, come l’affettività e i luoghi di incontro. Il lavoro di progettazione si concentra sullo spazio intermedio, progettando spazi che riescano a stabilire una connessione tra i due e una, seppur minima, libertà di movimento. Il processo consente di superare l’idea di mero contenitore spingendo ad immaginare spazi che centralizzati sull’individuo, le sue necessità e i suoi diritti. L’architettura assume un ruolo significativo quando è in grado di comprenderne e interpretare le esigenze delle persone, prendendosi cura sia degli individui che dei luoghi. L’architettura può aprire una breccia nelle mura delle carceri e nel mondo che contengono al loro interno.

Abitare Involontario : un progetto per il reparto Giovani Adulti del carcere di San Vittore

Canziani, Alice;Casati, Paola
2022/2023

Abstract

The thesis is the result of archival research which was followed by a direct experience inside the "Francesco di Cataldo" prison in Milan. Talking about prison is a complex challenge, as it is an environment that conditions all aspects of the lives of those who live there. Getting in the stories of the inmates was fundamental to understanding the penitentiary dynamics, especially in terms of re-education and relationships. A preliminary phase of analysis is followed by a research phase dedicated to understanding the situation of young adults within the Italian penitentiary system. The design process bore witness to the enormous complexity that prison walls conceal within them. The work encompassed several disciplines, thus analysing this reality from various angles and allowing us to consciously approach these issues. The question that has arisen is whether we could see a move beyond the traditional way of thinking and designing the prison. The concepts addressed in this thesis are intended to give rise to a new design for the ward and to various principles that can have universal validity, giving rise to new formal expressions from time to time. The complexity of space was explored through the project, avoiding taking a predetermined configuration for granted. Topics concerning both the prison system and society are analysed, such as affectivity and meeting places. The design work focuses on the intermediate space, designing spaces that manage to establish a connection between the two and an, albeit minimal, freedom of movement. The design work focuses on the intermediate space, designing spaces that manage to establish a connection between the two and an, albeit minimal, freedom of movement. The process makes it possible to overcome the idea of a mere container by pushing to imagine spaces that centralise on the individual, his needs and rights. Architecture assumes a significant role when it is able to understand and interpret people's needs, taking care of both individuals and places. Architecture can open a breach in prison walls and the world they contain within them.
BURDESE, CESARE
ORSENIGO, GIANFRANCO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
9-apr-2024
2022/2023
La tesi è frutto di una ricerca d’archivio a cui ha fatto seguito un’esperienza diretta all’interno della casa circondariale “Francesco di Cataldo” di Milano. Raccontare il carcere è una sfida complessa, in quanto si tratta di un ambiente che condiziona tutti gli aspetti della vita di chi lo abita. Immergersi nelle storie dei detenuti è stato fondamentale per comprendere le dinamiche penitenziarie, soprattutto in termini di rieducazione e di relazione. Dopo una preliminare fase di analisi, prende avvio una fase di ricerca dedicata alla comprensione della situazione dei giovani adulti all’interno del sistema penitenziario italiano. Il processo progettuale ha testimoniato l’enorme complessità che le mura del carcere nascondono al loro interno. Il lavoro ha abbracciato diverse discipline, analizzando così questa realtà da varie angolazioni permettendoci di porci in maniera consapevole rispetto a queste tematiche. La domanda che è sorta spontanea è se non si potesse assistere ad un superamento del tradizionale modo di pensare e progettare il carcere. I concetti affrontati in questa tesi vogliono dare origine ad un disegno nuovo per il reparto e a diversi principi che possano avere una valenza universale dando di volta in volta esito a nuove espressioni formali. Attraverso il progetto, si è esplorata la complessità dello spazio, evitando di dare per scontata una configurazione prestabilita. Vengono analizzati argomenti che riguardano sia il sistema penitenziario che la società, come l’affettività e i luoghi di incontro. Il lavoro di progettazione si concentra sullo spazio intermedio, progettando spazi che riescano a stabilire una connessione tra i due e una, seppur minima, libertà di movimento. Il processo consente di superare l’idea di mero contenitore spingendo ad immaginare spazi che centralizzati sull’individuo, le sue necessità e i suoi diritti. L’architettura assume un ruolo significativo quando è in grado di comprenderne e interpretare le esigenze delle persone, prendendosi cura sia degli individui che dei luoghi. L’architettura può aprire una breccia nelle mura delle carceri e nel mondo che contengono al loro interno.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/218900